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Recensione di: Matteo "Evanz" Evangelisti


Eccoci di nuovo, ve l’avevo detto che sto titolazzo mi sarebbe capitato, e così, in coerenza con le mie Nostradamistiche previsioni eccomi qua a tessere le lodi del miglior gioco che mi sia capitato di recensire (e se vi dicessi cosa ho avuto il piacere di recensire in passato, rabbrividireste di certo). Se non fosse per la guerra che (ahinoi, e qui mi faccio più serio) sbombeggia con prepotenza qui a quattro passi i titoli di tutti i giornali avrebbero esordito (torniamo sereni) con titoli del tipo “Silver VS FFVII, scontro fra titani!” oppure “Il topolino sfida la montagna”, ed è proprio così: l’armadillo che partorì gli “Alone in the Dark” che anni fa non ci fecero chiudere occhio la notte, tenta il colpo e a mio modesto parere vince. E’ così che vanno le cose, e dopo essere rimasto a bocca aperta davanti al capolavoro, al Final Fantasy ultimo modello, rieccomi ad inumidire la tastiera con la saliva. Silver è quanto di meglio ci si possa aspettare: la fusione perfetta tra RPG, picchiaduro e avventura fantasy. Qualcuno di voi forse si ricorderà (e il mio amico Paco non si è fatto ingannare dalla memoria...) di un gioco stupendo che uscì tempo fa su SNES, sto parlando di Secret of Mana, gioco dalla grafica mediocre (i tempi e la piattaforma erano quelli che erano...) ma dagli sviluppi avvincentissimi, dal coinvolgimento sensazionale e da una storia che, anche se non originale, capace almeno di far rimanere incollato davanti alla TV anche un profano (unico ostacolo: chi non conosceva l’inglese era… spacciato!), nonché dalla particolare scelta dei creatori di gestire i combattimenti in real time; beh, ora l’Infogrames, che mi aveva deluso con il pessimo Hexplore mi stende con un titolo che ripropone il meglio di quel vecchio Secret of Mana, reimpastandolo con quanto di meglio sia disponibile al giorno d’oggi sul campo infinito della grafica 3D. Ma è giunta l’ora di addentrarsi nella piacevole analisi del gioco vero e proprio.

E’ già, perché a Jharra c’è ben poco tempo da perdere: il malvagio imperatore Silver sta tramando qualcosa di veramente losco e il suo progetto per conquistare il mondo intero ha già avuto inizio. Primo passo per il controllo supremo, è quello di rapire buona parte dei sudditi da sacrificare a qualche lurido demone. Sarebbe andato tutto liscio se durante i sommari rastrellamenti non fosse stata coinvolta anche Jennifer, la futura sposa di David, il protagonista. L’ira soprassale subito il nostro, che parte in compagnia del nonno (che sembra aver visto più guerre di chiunque altro...) alla disperata ricerca di Jenny e di tutti gli altri abitanti del villaggio. Ma la trama si infittisce in breve, e dopo essere venuti a conoscenza del fatto che, segretamente e lontani dagli occhi indiscreti di Silver, diversi uomini si stanno preparando per sfidare l’arrogante tiranno, il crudele figlio di Silver, comandante supremo dell’esercito imperiale fa fuori il nonnetto che ci faceva da spalla. A questo punto inizia la storia vera e propria: dopo aver consultato l’oracolo, una forza mistica che si presenta soltanto in caso di estremo bisogno, David scopre che l’unico modo per fermare Silver è riunire otto sfere magiche sparse per Jarrah, ognuna racchiude dentro di se un lato della natura e insieme possono placare l’incessante avanzata del male. Ora, chi fra di voi avesse avuto l’occasione di giocare in passato al sopracitato Secret of Mana ben si ricorderà (e ringrazio ancora il caro Paco, che sempre mi fa notare i piccoli particolari stuzzicanti...) che anche qui il compito del gioco era quello di trovare otto semi magici che racchiudevano in se le otto componenti del Mana (equivalente di forza magica o naturale...) che, riuniti insieme, avrebbero permesso al protagonista di fermare l’imperatore malvagio, e le analogie non sono di certo finite qui. Punto di forza del gioco che fu, erano infatti i combattimenti in real time, che caratterizzano guarda caso anche il titolo della Infogrames e che segnano la differenza più importante col rivale diretto, vale a dire FF7. Analogie e differenze con l’osannato titolo della (Fabio, quale era la casa di FF7...?) (la Square, Teo... ndBill) ce ne sono eccome; eppure l’approccio col gioco è fin da subito diverso e (trama a parte...) caratterizzato dal diverso modo di gestire il personaggio (che tra l’altro presenta caratteristiche fisse e immutabili: forse il punto di distacco più evidente con gli RPG classici...); combattere in real time significa necessariamente abbandonare il lato strategico della battaglia e non potere pensare a quel che si fa riflettendo a lungo, ma ci avvicina maggiormente alla realtà e a tutto quello che può succedere realmente durante un combattimento corpo a corpo: non venitemi a dire che è realistico un combattimento dove le due parti attendono con pazienza che l’avversario faccia la propria mossa; anche se so che negli RPG veri e propri, quelli fatti di carta, matite e dadi è così che si procede, il tutto non mi sembra molto fedele alla realtà se riprodotto in un videogioco che affianca al combattimento, immagini in movimento, tanto vale giocare ad un vero gioco di ruolo, almeno c’è più spazio per la propria fantasia.

Chiusa la parentesi critica ritorno in breve all’analisi del gioco in sé. Riallacciandomi alla marea di analogie col giochillo per SNES non posso non far menzione dell’intuitivo menù circolare che, come unico limite, ha quello di farci notare che le armi a nostra disposizione, così come i tipi differenti di cibo da consumare (tra i quali spicca, con disgusto, tale spiedino di ratto, per altro molto nutriente) e di ogni categoria di oggetti sono sempre otto, che dà un totale di sessantaquattro, fra oggetti e abilità, con i quali interagire durante lo svolgimento del gioco. Le armi a nostra disposizione sono veramente belle, anche se talvolta risultano pienamente poco realistiche (a discapito di tutta la pappardella di prima...), ma la fantasia non ha limiti. Il bestiario propostoci è molto vario e mostra umani, Imp inferociti, mostri glaciali e spiritelli vari ma il meglio arriva con i Boss di fine livello, i guardiani delle sfere: superbi (ma tosti...)! Non potevano mancare le magie (otto in totale, una per sfera...) che vi aiuteranno parecchio nella lotta contro i perfidi mostrilli, ma attenzione, il loro utilizzo non è illimitato e ogni scarica costa un tot di energia magica, ricaricabile però mediante l’uso di particolari pozioni (se ne avete bisogno cercate pure il dott. Buzuki...). Ciò che più di tutto mi ha colpito della grafica rimane però la realizzazione dei fondali sui quali si muovono i nostri beniamini, ogni particolare è curato fino all’esasperazione e pienamente inserito nel contesto della storia, ed il tutto va a completare un quadro generale molto ampio e complesso di ambienti completamente diversi tra loro, ma in ogni caso autosufficienti ed estremamente affascinanti: non dimenticherò mai l’incantevole e letale mondo glaciale dove la neve che lentamente si posa sui vostri piedi, è unica muta testimone assieme alle montagne e al silenzioso palazzo di ghiaccio delle epiche battaglie che vedono protagonisti Daniel e i suoi alleati. Avete capito bene: ho detto alleati, perché come in FF7 potrete controllare diversi personaggi alla volta coordinando i loro attacchi e gestendone le armi. A proposito di armi: parentesina sui combattimenti; necessaria ed interessante. Dovendo gestire i combattimenti in tempo reale il controllo del personaggio per quanto riguarda le mosse da compiere per schivare ed affondare i colpi sono completamente affidate alla nostra abilità nell’usare il mouse: ogni movimento deve essere fatto terminare con un click, che infatti corrisponde ad un diverso movimento del personaggio in battaglia. Mi spiego meglio: se, per esempio, decidiamo che la tattica migliore per far saltare in aria un Imp (piccolo diavoletto...) sia l’affondo, in modo tale da non avvicinarci troppo al nemico che data la piccola statura sarà costretto a ricercare il contatto diretto per infliggerci danni, basterà muovere velocemente il mouse verso l’alto e cliccare, risultato: un affondo letale degno di un campione di scherma.

Se invece la vostra intenzione è quella di segare in due il soldato imperiale che vi blocca il passaggio con una bella spadata di taglio sui fianchi non ci resterà che scegliere da che parte colpire: un lesto spostamento verso destra col mouse, clic repentino e il gioco è fatto. Ah, ho detto segare in due? Beh, vi capiterà di vedere anche questo: se il danno inflitto è veramente potente il nemico lascerà cadere a terra parte del suo corpo lasciandovi davanti ad uno spettacolo inebriante. Incluse anche le mosse speciali, caratterizzate dalla scia azzurrina lasciata dall’arma in aria. Otto sono le abilità disponibili, caratterizzate da un nome e un simbolo preciso (esempio: il colpo “stiletto” è rappresentato da un teschio...); ogni colpo ha il suo tempo di caricamento, che in poche parole vi impedirà di usarlo continuamente, al termine del quale un campanellino vi farà notare che il colpo in questione è ancora disponibile. Partendo privi di ogni conoscenza su tali “colpi speciali” sarà necessario raccogliere le pergamene che in breve ci permetteranno di scoprire la nuova tecnica e di fare a fette i nostri nemici. Ritornando al coinvolgimento del gioco vorrei farvi notare le tracce sonore che, pienamente calate nel contesto paesaggistico e curate in maniera esemplare, vanno a completare magistralmente la realizzazione artistica del prodotto. L’unica pecca riguarda senza dubbio la longevità, infatti seguendo il gioco una trama ben definita e rispecchiando per molti aspetti le caratteristiche di un’avventura grafica (come Monkey Island per intenderci...) a meno che non vi venga voglia di ripetere il gioco da capo perché ammaliati dal suo fascino (e se così fosse, vi capisco...) una volta terminato il tutto facile sarà che non vi venga più voglia di giocarci, ma il mio consiglio rimane pur sempre quello di finirlo prima di parlare; voglio vedere quanti, fra quelli che definiscono un gioco longevo, continuano a giocare con lo stesso dopo anche un paio di anni dal suo acquisto! Non è detto che una volta finito dopo qualche mesetto non vi venga nostalgia di David e del suo fantastico mondo e che rispolverati i cd il vostro PC non vi faccia rivivere le avventure di Jarrah. Tirando le somme, Silver è un gioco adorabile in quanto non appartiene a nessun genere definito e se non fate parte di qualche cerchia di fanatici dell’RPG puro al 100% e amate il genere fantasy, fumettoso e magari anche lo stile manga dove esili guerrieri se le menano con spade alte tre metri e martelloni alla Grattachecca e Fichetto, difficilmente Silver non entrerà in casa vostra. Beh, è tutto carissimi, arrived.. a risentirc.. a rileggerci a presto! (Ringrazio Paco per avermi rinfrescato la memoria...). Byez.

Titolo: Silver
Software House: Infogrames
Sviluppatore: idem
Distributore: Leader
Prezzo: Lire 99.000



Requisiti minimi: Pentium 166, 32 MB di RAM, Cd-Rom 4x, 200 Mb Hard Disk, Scheda Audio e Video comp. DirectX 6, Windows 95/98, Mouse.

Requisiti consigliati: Pentium II 233, 64 Mb Ram, Scheda Audio 16-bit, Acceleratore 3D comp. D3D, Cd-Rom 8x.

Gioco provato su: K6-2 400, 128 Mb Ram, CD-Rom 24X, Matrox Mystique G-200 8 Mb, Sound Blaster 16. Con questa configurazione il gioco non ha presentato alcun tipo di problema.


Grafica -
Non c’è niente da dire, se i personaggi fossero stati un po’ più curati il 10 non glielo toglieva nessuno, ma sarebbe gravato sulla fluidità del gioco e non ne sarebbe valsa la pena (a proposito, i personaggi sono comunque realizzati egregiamente...).

Effetti Sonori -
Un più che buono anche al sonoro, via! Dopotutto le tracce sono azzeccate e il doppiaggio è ben curato (ma soprattutto è in italiano, che è meglio!).

Musica -
Una colonna sonora epica vi accompagnerà nella vostra avventura per il mondo di Jarrah. Bellissima!

Giocabilità -
Il limitato numero di enigmi, il tipo di combattimento immediato e semplice e la trama semplice ma avvincente fanno di Silver il gioco adatto ad ogni fascia d’età, e quindi l’esempio per tutti di un gioco dalla elevatissima giocabilità!

Longevità -
Non si può avere tutto, e neanche Silver ce l’ha: la scarsa malleabilità della trama fa di questo giochillo il classico da giocare un paio di volte massimo (ma la storia vi impegnerà comunque un paio di settimane) e in seguito da riporre nella scatola senza alcun rimorso ma col sorriso sulle labbra e la sensazione di aver speso bene i propri soldi.

Real. Tecnica -
Nessun problema e nessun bug. Molto bene!

Ric. Hardware -
Non saprei con esattezza, ma avendo constatato che anche sul mio K6-2 400, lettore Cd-Rom 24x, 64 Mb di Ram e Matrox G200, i caricamenti a volte rimangono lunghi e il gioco spippetta molto sul CD. Non posso certo dire proprio dire che in un computer di fascia inferiore vada meglio, ma il risultato è poi dei migliori, fidatevi!

Totale -
Un gioco per tutte le età e per tutti i gusti, che difficilmente non vi accontenterà. Racchiude in se le qualità dell’avventura grafica, le immagini di un album fotografico, il coinvolgimento di un RPG e lo stile manga che va tanto di moda in questo periodo. La pecca più grossa è forse il dover attendere il caricamento ogni volta che si passa ad una nuova schermata, ma ne vale la pena.


Ringraziamo Leader per averci fornito il materiale recensibile.