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Recensione di: Fabio "Bill" Cristi


Inizio questa recensione scusandomi per il ritardo con cui è arrivata sulle pagine di AVOC. In realtà questa avrebbe dovuto essere qui fin dall’inizio dell’anno, ma solo pochi giorni fa è giunta a me una copia perfettamente funzionante e che mi ha permesso, inoltre, di poter grabbare alcune foto. Poche, a dire il vero, ma SFA si è veramente rivelato un gioco a prova di grabber. La copia che sto recensendo, inoltre, presenta anche i sottotitoli in italiano, che possono dare un grosso aiuto a coloro che non riescono a capire bene l’inglese, siccome SFA è piuttosto difficile da comprendere se non avete una grossa padronanza della lingua di Albione. Avrete sicuramente capito, dal logo qua sopra, che l’oggetto della mia recensione è Starfleet Academy, il nuovo (si fa per dire...., a causa di questo ritardo) gioco della Interplay, che vi riporta all’interno delle atmosfere della prima generazione della serie TV e cinematografica creata da Gene Roddenberry. La software house diretta da Brian Fargo possiede i diritti relativi alla prima serie del telefilm e quindi cerca di sfruttarli nella miglior maniera possibile, siccome quelli per la Next-Generation appartengono alla Microprose, che ci delizierà in futuro con numerosi titoli, grazie a questa licenza. Anche la Interplay, dopo vecchi titoli come Judgement Rites e 25th Anniversary, senza dimenticare lo strano Star Trek Pinball e i vari spin-off. In futuro, invece, avremo titoli come Klingon Academy, la variante dalla parte dei Klingon, di questo SFA e Secret of Vulcan Fury, una vera e propria avventura scritta da D.C. Fontana, un noto sceneggiatore di molti episodi della serie TV. SFA si potrebbe definire una sorta di Wing Commander all’interno della saga di Star Trek. Dal punto di vista di quello che dovete fare nel gioco si tratta quasi della versione trekker di Wing Commander Prophecy, in cui avevate la parte di un cadetto fresco di Accademia, il quale doveva aumentare il suo grado attraverso successive missioni e prove, per terminare il gioco. In SFA il vostro ruolo è quello di David Forrester, un giovane cadetto terrestre che si è iscritto all’Accademia Stellare (la Starfleet Academy del titolo) e la cui ambizione è quella di diventare ufficiale della flotta stellare, per arrivare alla stregua dei più ben noti Kirk, Sulu, Chekov e Spock. La trama del gioco risulta piuttosto varia fin dall’inizio ed è raccontata attraverso filmati compressi con un’ottima qualità e con un sonoro in dolby surround, sempre che lo possiate ascoltare. C’è da notare, anche se l’ho già detto, che i filmati sono sottotitolati in italiano, abbastanza correttamente, come d’altronde, il resto del gioco risulta interamente tradotto nella nostra lingua. I filmati sono interpretati, oltre che da attori piuttosto sconosciuti, nel ruolo dei vari cadetti e ufficiali dell’accademia stellare, anche dal grande William Shatner, nel ruolo del capitano James T.Kirk, e dai meno noti, ma conosciutissimi dai trekker, Walter Koenig e George Takei, nel ruolo, rispettivamente, di Chekov e Sulu.

Uno dei ponti di comando di una delle navicelle che potrete controllare. I comandi sono veramente tantissimi, quindi preparatevi. L'Enterprise ha appena fatto esplodere questa astronave nemica. Notate come sono ben realizzate le esplosioni.

C’è da fare però una piccola nota ai filmati. Purtroppo gli attori digitalizzati su fondi disegnati in CG hanno fatto il loro tempo, per cui, da questo punto di vista si poteva fare molto meglio. Tra i nostri compagni di corso, possiamo notare, inoltre, due razze che ai trekker, ma anche a chi non vive di pane e Star Trek, sono ben note, quella dei Vulcaniani (quelli con le orecchie a punta, per intenderci) e quella degli Andoriani (con faccia e corpo blu), che comunque vi saranno molto utili nel corso del gioco. SFA risulta molto simile, dal punto di vista del concept di gioco, a Wing Commander IV (anche perché quello di WCP risulta essere un po’ diverso), siccome ci troviamo davanti ad un ibrido tra simulatore spaziale e film interattivo, siccome vi troverete molto spesso, durante i filmati a dover prendere delle scelte di conversazione, che influenzeranno, come in un’avventura, le azioni successive e quindi vi faranno prendere strade differenti a seconda della scelta fatta. C’è una curiosità da notare: le nostre scelte non influenzano molto il corso della storia, ma condizionano sicuramente il morale dei singoli membri del vostro equipaggio. A seconda delle scelte che farete, buone o sbagliate, guadagnerete rispetto o astio dagli altri vostri compagni di corso, rischiando di compromettervi la carriera e aggiungendo un pizzico di genere strategico (ma proprio un pizzico…) al gioco. Il momento più emozionante, se così si può dire, dell’intero gioco è il momento in cui saliremo sul ponte di comando della nave spaziale a cui siamo stati assegnati. Non si tratta subito dell’Enterprise, che vedremo e potremo comandare solamente se avremo superato un certo numero di missioni, ma di navicelle più piccole, anche se comunque molto potenti, utili per esercitarci con i comandi sul ponte principale e per prepararci a pilotare l’Enterprise. Le situazioni che ci troveremo davanti sono molto simili a quelle presenti in una normale puntata di Star Trek: a fianco di noi troviamo infatti l’ufficiale addetto alle armi, l’addetto alla console scientifica, l’addetto alle telecomunicazioni dietro di noi e, davanti a noi, il navigatore e, alla nostra sinistra, il controllo dei motori ad opera di Sturek. In realtà siamo noi, che attraverso il nostro sistema di controllo, controlliamo tutte le operazioni che la nostra navicella deve compiere. Ogni tanto potremmo ricevere dei consigli da Sturek, ma in realtà si tratta di poca cosa, visto che senza il nostro apporto, nulla andrà avanti. Le missioni saranno molto simili a quello che accade nella serie TV: un lavoro che sembra un qualcosa di solito, un qualcosa di routine, potrebbe trasformarsi in pochissimo tempo in un qualcosa di veramente difficile e imprevebidile, grazie ai numerosi imprevisti che gli sviluppatori hanno preparato per voi nelle missioni. Quindi, giù a colpi di phaser e tutti gli altri elementi che vi possono aiutare ad uscire fuori da una missione. Gli obiettivi delle missioni fissati dalla flotta stellare, devono essere interamente conseguiti per completare la missione.

Mmmhhh... due tizi sconosciuti! Scherzavo, infatti vedete qui Chekov (a destra) e l'ammiraglio Sulu (a sinistra). E questo siete voi, David Forrester, il giovane cadetto appena entrato all'accademia stellare. Sullo sfondo potete notare il menu principale del gioco.

Per aumentare il divertimento e la longevità, i programmatori hanno però anche inserito nelle missioni degli obiettivi trascurabili, di cui verrete informati al termine della missione, ma mentre la svolgerete non saprete quali obiettivi sono tali e quali no. La cosa più brutta del gioco risulta essere il modello di pilotaggio delle navicelle, tant’è che sembra di pilotare un Tie Fighter o un X-Wing, per la maneggevolezza del mezzo spaziale. Non dimentichiamoci che queste navicelle, pur essendo piccole, sono molto più grandi di un Tie Fighter e, in teoria, non dovrebbero avere una tale maneggevolezza. Tutto ciò si ripercuote poi sulla verosimiglianza dei combattimenti con la versione televisiva, che risulta totalmente assente. Non che questo sia un male, anzi…, certo che un minimo in più di aderenza, in questo caso, alla serie TV, poteva esserci, ecco tutto. Vi troverete davanti i vari problemi di gestione delle differenti parti dell’Enterprise e delle altre navicelle, attraverso vari sottomenu e combinazioni di tasti. Questa non è una cosa molto immediata, ma fortunatamente, sul manuale di gioco, anch’esso in italiano, troverete tutte le risposte ai vostri problemi. Un’altra cosa che mi ha fatto piuttosto indispettire è la pochezza di armi disponibili, che sono sole due: i phaser e i siluri fotonici, e la generalità di alcune parti della gestione. Inoltre, dovrete cambiare i vari valori, proprio mentre siete in combattimento e questo, a meno che non siate un polipo o un Turco Ottomano (e questa è veramente brutta….. ndR) non sarà possibile. Il divertimento, però, in questo gioco non manca. I 5 CD su cui è distribuito garantiscono una certa longevità e le decisioni da prendere nelle e tra le varie missioni sono una caratteristica da non sottovalutare. Molte volte dovrete utilizzare la diplomazia per portare a termine una missione, anziché la forza, e questo metterà in risalto quella piccola parte strategica di cui vi ho parlato all’inizio di questa recensione. Comunque, come ho già ripetuto, il punto forte di questo gioco, non è il combattimento (per i vari motivi che ho illustrato in precedenza e che ribadirò nel commento), ma la parte decisionale e, se vogliamo definirla con un termine piuttosto ampio, strategica, cosa che penso piacerà a molti Trekkers, ma non solo (esempio pratico: un mio amico a cui non piace Star Trek, dopo aver visto giocare il gioco in redazione è corso a comprarlo, solamente per la parte strategica e decisionale). Non dimentichiamo poi altre features di questo gioco: la grafica accelerata tramite D3D, che conferisce un aspetto migliore alle altre navi e altre cose che vedrete durante i combattimenti, la possibilità di giocare in multiplayer in tutti i modi possibili, tranne che via TCP/IP e un editor di missioni, a dire il vero piuttosto debole. Per il resto è tutto. Per cui vi rimando al commento e al piccolo box che ho preparato in questa pagina, con una sorpresa per coloro a cui piace il mondo di Star Trek.


Siccome sono già passati diversi mesi dall’uscita di SFA (se ci pensate, la versione inglese è disponibile da Ottobre 1997), alla Interplay non sono rimasti con le mani in mano e hanno preparato un pacco aggiuntivo di missioni per questo gioco. Chekov’s Lost Missions è il titolo di questo data-disk e, a quanto mi hanno riferito dalla Interplay, non verrà mai importato in Italia, anche se mi aspetto una smentita dal distributore italiano Halifax. Qui in redazione abbiamo potuto provare il data-disk e l’impressione che abbiamo avuto non è stata molto buona. Ci sembra che i programmatori abbiano lavorato solamente a delle missioni con concept e decisione da prendere differenti, ma mantenendo gli stessi difetti del gioco originale. La grafica è leggermente migliorata, ma il sonoro e la giocabilità sembrano addirittura peggiorati e la longevità che vi garantisce questo mission pack sembra piuttosto bassa, tant’è che io (e leggasi, io…colui che non riesce a finire Quake 2 al livello Easy se non usa il cheat GOD contro il mostro finale) sono riuscito a terminarlo. Comunque, è consigliabile a tutti coloro che amano alla follia SFA e hanno voglia di cimentarsi ancora contro gli obiettivi posti dalla flotta stellare. Agli altri lo sconsiglio vivamente, a mio malgrado. Purtroppo, per i soliti problemi non siamo riusciti a grabbare una foto. Faremo il possibile in futuro.

Titolo: Star Trek: Starfleet Academy
Software House: Interplay
Sviluppatore: idem
Distributore: Halifax
Prezzo: Lire 89.000



Requisiti minimi: Pentium 90, Windows 95, 16 Mb Ram, Cd-Rom 4x, Scheda Sound Blaster Compatibile, 180 Mb Hard Disk, Mouse, DirectX 5.0+

Requisiti consigliati: Pentium 133, 16 Mb Ram, Acceleratore D3D con almeno 4 Mb, Sound Blaster 16, Joystick Analogico o Digitale.

Gioco provato su: Pentium 200, 32 Mb Ram, Windows 95, Creative 3D Blaster Voodoo 2 12 Mb, Cd-Rom 12x Pioneer SCSI, Sound Blaster AWE 32, MS Sidewinder FF Pro. Con questa configurazione, SFA si è comportato splendidamente.


Grafica -
Starfleet Academy possiede una grafica discreta, per quello che riguarda i filmati e l’interfaccia e una grafica molto buona a livello di gioco, soprattutto grazie all’accelerazione D3D.

Effetti Sonori -
Il suono dei phaser e dei siluri fotonici è inconfondibile e anche gli altri effetti sonori sono piuttosto belli.

Musica -
Il gioco possiede il tema originale di ST e un’ottima colonna sonora.

Giocabilità -
Il sistema di controllo, a causa dell’utilizzo di più periferiche e di un gran numero di tasti, può risultare un tantino ostico ai più. Ma, a mio avviso, si tratta solo di una questione di abitudine.

Longevità -
Dipende, se siete dei mostri, lo finirete velocemente. Se siete dei medi giocatori, vi durerà abbastanza. Sicuramente uno dei giochi più longevi che mi è capitato di vedere in questo periodo.

Real. Tecnica -
Alla Interplay, sinceramente, potevano sbattersene un po’ di più. Alcune cose, infatti sono poco ottimizzate e, francamente, ritardare di un po’ l’uscita, non mi sembra assolutamente una cosa illogica, se bisogna metterle a posto. Per il resto tutto bene.

Ric. Hardware -
Presumo che un P133 con 16 Mb Ram e Acceleratore D3D basti e avanzi. Sul mio P200 con 32 Mb e Voodoo 2, va che è una meraviglia.

Totale -
SFA è un gioco un po’ strano. Una sorta di ibrido tra simulatore spaziale, film interattivo e gioco di strategia. Un connubio piuttosto originale che potrà piacere a molti Trekker e non solo. La grafica è buona, mentre dal punto di vista sonoro, SFA si eleva sopra la media. La giocabilità è un po’ ostica e la longevità è buona. Peccato che alcune pecche dal punto di vista tecnico e alcuni difetti a livello di game design, ci costringano ad abbassare il voto di un punto. Comunque, per l’Autunno, l’Interplay ha in serbo Klingon Academy, che vi vedrà dall’altra parte della barricata, quella dei Klingon. Comunque, speriamo che la casa californiana riesca a mettere a posto i difetti che hanno contrassegnato questo titolo. Potremo trovarci così davanti ad un vero e proprio capolavoro. Alla fine del tutto, quindi SFA si rivela un buon gioco, ma, purtroppo con qualche difetto di troppo. Lo consiglio ai Trekker soprattutto, ma anche a chi si ritrova affascinato dallo strano ibrido fra generi. Gli altri, come al solito, cerchino altrove.


Ringraziamo Halifax per averci fornito il materiale recensibile.