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Recensione di: Marcello "Cello" Alberti


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Siamo ai primordi della civiltà umana e il calendario segna il 2000 a.C. E così, appena usciti dal neolitico, vi ritroverete a condurre per mano un popolo attraverso la storia. Quello che in principio era un pugno di uomini ignoranti e primitivi, ma con tutto il mondo a disposizione diventerà ,sotto le vostre mani, un impero sempre più potente. Le città si moltiplicheranno sotto il vostro controllo e sforneranno le più avanzate unità militari pronte a combattere la vostra guerra mentre i vostri scienziati lavoreranno a nuove scoperte per incrementare il benessere della popolazione. Non vi basta? Allora provate a immaginare eserciti che si scontrano sul campo di battaglia; immaginate di accerchiare una città nemica e darle assedio fino a farla cedere a colpi di cannone o della più avanzata artiglieria. Immaginate di poter fare schiavi i vostri nemici e di lasciarli lavorare a vita nelle miniere di una vostra grande città. Non so voi, ma al sottoscritto questi presupposti fanno veramente impazzire! E’ chiaro che se siete un po’ schiappe, non vedrete neanche la prima rivoluzione industriale, perché vi avranno già fatto a fettine, ma con un po’ di pratica e con (diciamocelo...) un bel numero di ore passate a capire i complicati meccanismi di gioco, anche i principianti più cocciuti riusciranno a costruirsi una civiltà degna del top score. Civilization: Call to Power, un titolo che promette molto agli appassionati del gioco strategico e che deve promettere molto, specialmente se consideriamo il suo predecessore, opera di quel geniaccio di Sid Meier. Sto parlando di Civilization I e II, naturalmente (di cui è prevista a breve una sorta di versione enhanced, chiamata Civilization 2: Test of Time e, soprattutto, nei primi mesi del 2.000, il vero Civilization 3, ad opera del grande Sid...). I pregi di questo titolo (il primo della saga...) che risale agli inizi degli anni ’90, erano tanti e tali che pensare di poter fare un seguito, almeno migliore in quello che riguardava la giocabilità, era davvero un’impresa difficile.

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Molti, compreso me stesso, si sono certamente chiesti come potesse essere corretto un gioco simile e, inutile dirlo, l’attesa per il nuovo titolo della Activision (a cui, dopo un casino burocratico di licenze, che potrebbe spiegarvi bene solo il nostro caporedattore....) era trepidante. La domanda che tutti si porranno è quindi questa: CTP ha superato il maestro? Personalmente credo di si, anche se non di molto. Vediamo il gioco nei dettagli… Innanzitutto il manuale, che è veramente completo e dettagliato, senza contare che in un gioco come questo è utilissimo, in quanto non descrive solo gli aspetti globali del gioco, ma introduce bene alle strategie da adottare per assicurarsi la vittoria. Un po’ meno dettagliata è invece la biblioteca, che nel vecchio gioco era chiamata Civilopedia: in pratica è un enciclopedia contenente tutti i concetti, le unità, le strutture cittadine e tutto ciò che avreste voluto sapere (e non sapevate a chi chiederlo...) su Civilization. Presentazione e menu non fregano mai a nessuno…come?! A voi interessano? Beh, a me no e quindi vi dirò solo che non sono orribili, ma nemmeno eccelse nella loro realizzazione, per cui se volete saperne di più, avete solo da comprarvelo. Una cosa, però, è veramente orribile e non capisco perché i programmatori ci abbiano sorvolato sopra: vuoi che in un gioco nel quale devo costruire una civiltà non ci sia modo di utilizzare la cara e vecchia World Map (il pianeta Terra insomma...)? E’ pazzesco, io sognavo di stabilirmi nella penisola italiana e magari chiamare Roma… Cellolandia e conquistarmi le Canarie per i fine settimana e…, macché, sarò costretto a edificare in zone casuali di paludosi territori più simili ad un arcipelago che ad un prodotto di milioni di anni di movimenti tettonici e orogenetici (Ma la smetta!) (La finisca! ndBill). Comunque io spero di sbagliarmi, vi prego di mandare un messaggio in “redazione”, semmai fosse così, magari un bel mazzo di rose e un bigliettino con scritto –IDIOTA!- a caratteri cubitali. Tra le tante opzioni ce n’è una molto interessante, che permette di avere un mondo “a ciambella”, ma non ho idea del perché sia stato chiamato così, ma vi permetterà di girare la Terra anche da Nord a Sud.

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Mah! Entriamo nel gioco vero e proprio: la grafica in 1024*768 è molto bella e si nota con piacere che le unità si muovono, oltre che spostarsi da una casella all’altra, e che non sia più indispensabile l’uso della tastiera per accedere ai menù (d’altronde, Windows 95 o 98, i loro vantaggi li hanno portati, no?). In fondo allo schermo c’è infatti una bella fascia di icone e informazioni sulla città o sull’unità che stiamo usando accessibile in pratica solo con il mouse. Non sarà più necessario chiedersi se il cavallo riuscirà a superare la collina o se dovrò aspettare un turno in più, perché i programmatori hanno pensato bene di indicarci con una linea il percorso che la nostra unità dovrà fare e a quanti turni distano le caselle da raggiungere. Spiego a chi non conosce il gioco, che ci sono diversi tipi di terreno con caratteristiche diverse, una di queste è la difficoltà ad essere attraversati, cosicché il cavallo avanzerà molto più speditamente in aperta pianura piuttosto che in mezzo alla giungla, chiaro no? Chiedo scusa a tutti coloro (se ce ne sono...) che non hanno mai giocato ad uno dei vari Civilization, perché la mia recensione si basa più su un confronto tra questo e il precedente titolo della serie, piuttosto che su una descrizione globale del gioco. Ma d’altronde, descrivere con minuzia di particolari un gioco complesso come CTP, considerando che non aggiunge praticamente nulla di nuovo, a parte quello che vi dirò ora, a Civ II mi sembra uno spreco di caratteri… E comunque non sono pagato abbastanza per un simile sacrificio (infatti non sei assolutamente pagato...ndBill). Uno degli aspetti innovativi di Civilization: Call to Power e lasciatemelo dire, il più divertente è sicuramente l’aspetto militare. Al giocatore ora viene richiesto di elaborare accurate tattiche militari, in funzione delle armate che si dispone e delle loro diverse caratteristiche. Non basterà più parcheggiare il bombardiere sul carroarmato per essere certi che non possano abbattercelo. Certe, inoltre, sono infatti in grado di colpire a distanza l’avversario e infliggergli danni consistenti prima che lui possa colpire, altre sono invisibili e possono entrare indisturbate nelle città nemiche e compiere le più disparate azioni di sabotaggio, come rapire schiavi, incitare rivoluzioni, diffondere malessere o (sigh!) veleno tra la popolazione. In particolare è dannosissimo l’ecoterrorista, che è un pazzoide armato di Nanovirus, che può distruggere tutte le costruzioni di una città, o il Cyberninja, che è un altro pazzo scatenato che va in giro a piazzare bombe atomiche. Per la vostra curiosità vi voglio segnalare anche l’unità “messaggio subliminale”, che semina l’angoscia tra la popolazione colpita, il Televangelista che, trasmettendo ore ed ore di programmi di Radio Maria e Telepace convince i cittadini a pagare l’otto per mille alla chiesa cattolica e l’avvocato, utilissimo per fare causa all’avversario (anche in multiplayer, se il vostro amico vi sta un po’ sulle balle...). Ma la novità assoluta sta certamente nello sfruttamento del territorio: non più solo polverose ferrovie a collegare le nostre città, ma avremo a disposizione anche costosissimi tunnel sottomarini, ferrovie sopraelevate magnetiche come se ne vedono solo in Francia e tutto lo spazio sopra le nostre teste (oooooh! Voglio sentirvi dire!). Ebbene si, sarà possibile costruire colonie spaziali e lanciare le proprie unità dove solo la Mir sovietica è mai stata (e non è più tornata, aggiungerei... ndBill). Inutile dire che questo apre le frontiere ad una vasta gamma di tattiche e possibilità di movimento del tutto nuove rispetto a Civ II, che di sicuro gioveranno alla giocabilità e alla longevità di questo titolo. Comunque dicevo all’inizio che non sono tutte rose e fiori; le pecche stanno per lo più nel controllo globale della propria civiltà e in particolare delle singole città. Scordatevi quella bella schermata illustrativa, che appariva cliccando sulla città e che vi permetteva di avere tutto sotto controllo, ora tutto è più semplificato (giustamente...), ma anche più difficile da controllare per chi come me era abituato a contare a una ad una le risorse della città. In pratica, vi risulterà tutto molto più immediato ma anche molto meno preciso e ordinato, e c’è la sensazione di non poter realmente controllare ciò che accade all’interno dell’impero. Ad esempio spesso mi è successo che in qualche città scoppiasse una sommossa… ho costruito un tempio e la sommossa si è placata. Semplice no? Si, ma poi mi sono chiesto: perché si è fermata?

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Quanti cittadini erano contenti e quanti no? Non si sa. Poi costruisco sette unità e le mantengo con una sola città. Sono troppe perché le possa mantenere; il gioco se ne accorge e mi sgrida un po’, ma anche in questo caso mi chiedo: perché? E se ne avessi fatte sei ma con un costo di mantenimento più alto? Domande a cui non ho saputo dare risposta. Una cosa è certa, questo aspetto del gioco andava migliorato, se così fosse stato si sarebbe beccato quasi il voto massimo; ho detto quasi, perché c’è un’altra grossa pecca che, più che altro, è una mancanza di originalità e mi riferisco alla parte riguardante la diplomazia. Che c’è che non va? Semplicemente che è identica a quella del vecchio Civ II: tutto ciò che posso fare è di stipulare trattati di pace, scambiare mappe con mappe, progressi scientifici con progressi scientifici, donare qualcosa senza avere nulla in cambio oppure stipulare i nuovi patti ecologici antinquinamento o chiedere di far cessare atti di pirateria sulle rotte commerciali. Tutto qui! Inutile dire che io avrei inventato qualcosa di meglio, specialmente in questo campo che tra l’altro è stato nella storia antica anche più importante delle guerre. Machiavelli avrebbe certo storto il naso di fronte a questo, ma d’altronde che ne sanno quelli della Activision del grande Macchiavelli… In sostanza, comunque, il titolo è buono. Tante le novità, quante ne bastano per poter dire che il vecchio Civ ha fatto il suo tempo, ma non abbastanza da poter rappresentare una svolta nella storia dei videogames. C’è ancora un po’ da lavorare su questo titolo (e speriamo che il grande Sid faccia qualcosa con il vero Civ 3...) ma forse il più è fatto.

Titolo: Civilization: Call to Power
Software House: Activision
Sviluppatore: idem
Distributore: Leader
Prezzo: Lire 99.000



Requisiti minimi: Pentium 133, 16 Mb di RAM, Cd-Rom 4x, 400 Mb Hard Disk, Scheda Audio e Video comp. DirectX6, Windows 95/98, Mouse.

Requisiti consigliati: Pentium 166, 32 Mb Ram, Scheda Audio 16-bit, SVGA 4 Mb.

Gioco provato su: K6-2 300, 64 Mb Ram, Cd-Rom 32x, Intel I740 8 Mb AGP, Sound Blaster 16. Con questa configurazione il gioco non ha dato problemi di alcun tipo.


Grafica -
Ottimamente realizzata e molto chiara, belle le animazioni e i colori.

Effetti Sonori -
Ci sono un paio di voci per ogni unità, e tutte molto belle.

Musica -
Carina, tutto sommato, ma dopo qualche ora di gioco fa venire la sclerosi.

Giocabilità -
Tante unità, bello l’aspetto militare = tanto divertimento.

Longevità -
Una partita vi durerà trenta ore; fino all’uscita del prossimo titolo mancherà almeno un anno; e credo che una partita ogni tre settimane possa scapparci, quindi avete circa 520 ore di gioco.

Real. Tecnica -
Non sono un esperto ma mi sembra che qui ce l’abbiano messa tutta.

Ric. Hardware -
Consigliato un Pentium 200, con 64 Mb di Ram, 2 Mb sulla Scheda Video, e fin qui tutto normale, ma i 400 Mb su Hard Disk proprio non li mando giù.

Totale -
Un bel gioco, da non perdere per gli amanti del genere e per coloro che hanno sempre sognato di guidare un impero (quel cane di Milosevic ci gioca tutti i giorni!).


Ringraziamo Leader per averci fornito il materiale recensibile.