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Recensione di: Fabio "Bill" Cristi


Come vi avevo comunicato nelle news di qualche giorno fa, il gioco oggetto di questa recensione, ovvero Die by the Sword, è in fase di mastering e quindi dovrebbe essere disponibile nei negozi americani entro inizio Aprile e, in Italia, come comunicatomi dal distributore italiano, la Halifax, ai primi di maggio nei nostri negozi. La versione da me testata di questo gioco è una pre-release non definitiva del gioco, con alcuni bug e una o due feature mancanti, ma comunque recensibile visto che include il 90% del gioco. Il Gold-Cd proveniente da oltreoceano era privo di qualunque tipo di manuale o foglio illustrativo, per cui non chiedetemi di parlarvi della storia che sta dietro al gioco o di altre cose simili, visto che, per motivi, a mio malgrado, indipendenti dalla mia volontà, purtroppo non posso raccontarvela. Die by the Sword (DBTS da ora in poi) è sviluppato dai programmatori californiani della Treyarch Entertainment, alla loro prima produzione importante ed è distribuito in tutto il mondo dalla Interplay, la nota software house di Descent, M.A.X e del recente Fallout (di cui spero possiate leggere un’esauriente recensione curata da Caronte al più presto). DBTS è un ibrido tra un picchiaduro 3D e un action-game in terza persona alla Tomb Raider. Infatti le modalità di gioco presenti all’interno sono varie e DBTS può essere giocato a seconda, in uno o nell’altro modo o in una sorta di ibrido tra le due tipologie di gioco.

In questa parte del tutorial dovete saltare questa pozza di lava ed evitare di prendere fuoco. Può succedere, lo so. Stiamo picchiando questo fantoccio e i pixel che si dipartono dal suo corpo sono belli quadrati. Questa è la visuale alla Quake, in prima persona.

DBTS sfrutta anche una nuova modalità di controllo, chiamata VSIM, sviluppata dai programmatori della Treyarch apposta per questo gioco e che sperano di poter utilizzare anche nei loro futuri giochi. Comunque, del VSIM ne parleremo successivamente, al momento di parlare delle modalità di controllo. Andiamo a vedere cosa ci propone il menu principale, allora. Possiamo scegliere tra un comodissimo e ben realizzato tutorial, quindi abbiamo la modalità di gioco Quest, la modalità di gioco Arena e quella Tournament. Poi possiamo ovviamente settare le opzioni di gioco, che sono parecchie. Tralasciando le solite opzioni, come quelle relative al sonoro o alla grafica (il livello di dettaglio passa da nullo ad altissimo), andiamo a vedere quelle relative ai controlli. A seconda delle periferiche che avete a disposizione avrete varie modalità di controllo. Con tastiera, mouse, gamepad o joystick (addirittura DBTS sfrutta il force-feedback, con il quale potrete sentire i colpi sferrati dai nemici contro di voi), potrete utilizzare la tradizionale maniera arcade, tipica di ogni picchiaduro o avventura 3D (i tasti sono molto simili) o, solamente con tastiera o joystick, utilizzerete il VSIM. Con il VSIM (acronimo di Virtual Space in Movement), potrete controllare le armi che avrete in mano, senza muoverle attraverso particolari combinazioni, ma potendole maneggiare quasi come nella realtà, muovendo il joystick (per la precisione il coolie hat del joy) (o la tastiera a seconda dei casi) nelle varie direzioni e sferrare così i colpi più pericolosi con maggior precisione. Se il primo sistema di controllo, essendo quello tradizionale, è molto più user-friendly, e quindi molto facile da imparare (anche se, nella modalità avventura, i tasti di cui necessiterete sono abbastanza), non si può certo dire la stessa cosa del VSIM.

Enric si appresta ad entrare nell'antro dove dovrà combattere i vari nemici che gli si pareranno davanti. Questo attacco multiplo ci ha messi un po' in difficoltà, ma riusciremo a sbarazzarci di questi rattoni.

Vi assicuro, però, che dopo un po’ di pratica, il VSIM diventerà molto semplice da utilizzare e, vista la maggior precisione con cui potrete sferrare i colpi e far fuori i vostri nemici, utilizzerete sicuramente questo. Se però non volete complicarvi la vita, giocate pure con l’Arcade: vi ritroverete senz’altro di più. I tasti sono comunque tutti ridefinibili e quindi potrete modificarli per venire incontro alle vostre esigenze. Un’altra cosa molto interessante, che però è disponibile solamente in versione ridotta in questa pre-release da me provata, è l’editor di mosse. Potrete personalizzare le mosse speciali ed affidarle ad una determinata combinazione di tasti per utilizzarle mentre giocate. Se nelle modalità di gioco Quest e Arena, è disponibile solamente il personaggio principale, ovvero il cavaliere Enric, nella modalità Tournament la cosa cambia. Comunque, questa idea dell’editor è ottima e, dal poco che ho potuto vedere, posso dire che è realizzato molto bene. Le mosse possono essere salvate e posso essere eventualmente scambiate con altri giocatori. Un altro punto a favore del gioco, quindi. Delle opzioni mi pare di aver detto tutto per cui posso passare a parlarvi delle altre cose selezionabili dal menu principale. Prima ho parlato di un Tutorial realizzato molto bene. Si tratta di una sorta di percorso nel quale potrete esercitarvi con i vari comandi (saltare, muovere l’arma, correre, aggrapparsi e così via), sullo stile del Lara’s Home di Tomb Raider 1 e 2. Una voce molto simile a quella di Henry Stauf in The 11th Hour vi guiderà nelle vostre azioni ed eventualmente, per chi non avesse familiarità con la lingua inglese (anche se, stranamente, la pronuncia non è eccessivamente contratta, per cui penso che i problemi nel capirla saranno di pochi), appariranno automaticamente dei sottotitoli, così potrete capire cosa fare. La modalità Quest, invece, è strutturata come un action-game in terza persona alla Tomb Raider, con cinque livelli di gioco. Una caratteristica che, purtroppo, non ho gradito, è l’autosave che avviene dopo ogni locazione che passate. Il fatto è che non potete salvare manualmente e quindi, se in una locazione avete già ammazzato tre o quattro nemici e qualcuno vi fa fuori, sempre nella stessa locazione, successivamente vi tocca ricominciare dall’ultima posizione salvata. Si spera che nella versione definitiva, i programmatori della Treyarch abbiano avuto un ripensamento su questa scelta ed eventualmente, ve lo renderò noto quando la potrò visionare. I tipi di nemici sono vari, si va da una serie di porci-orchi (molto simili ad alcuni nemici di Jedi Knight, di cui ora non ricordo il nome) a ratti e insettoni di vario genere.Durante il gioco potrete raccogliere oggetti e armi per accumularle nell’inventario in modo da ri-utilizzarle, premere pulsanti o abbassare switch, nella migliore tradizione dei giochi in terza persona 3D.

Non stiamo facendo bungee-jumping, ma siamo stati catturati con una trappola da questo porcone. E' meglio liberarsi, se non si vuole morire. Come potete vedere, la grafica è realizzata molto bene e le ombre e gli effetti di luce sono gestiti ottimamente. Guardate l'ombra riflessa sull'acqua.

Potrete eventualmente cambiare anche la posizione della camera: esterna, esplorativa o in prima persona. La esterna è senz’altro la migliore per tutte le fasi di gioco, l’esplorativa è buona solamente se cercate un anfratto o un qualcosa in particolare, perché vi permette di zoomare sulla parte desiderata, mentre quella in prima persona è totalmente inadatta ad un tipo di gioco simile. L’engine 3D, purtroppo, però, mostra evidenti problemi di clipping, in alcuni casi, soprattutto in caso finiate in acqua, dove la morte sarà molto veloce e a volte non riuscirete a capire se vi trovate sopra o sotto l’acqua. Le texture sono buone e l’engine 3D gestisce molto bene gli effetti di luce e le ombre (dovrei avere grabbato una foto per dimostrarvelo) e supporta ovviamente la 3DFX, essendo nativo Glide. Di questa modalità mi pare di aver detto tutto, per cui vi posso parlare dell’Arena. Il gioco, in questo caso, diventa una via di mezzo fra il picchiaduro e l’avventura 3D, assomigliando molto ad un picchiaduro a scorrimento orizzontale, sul modello di Fighting Force, di cui spero di potervi presentare una recensione completa ASAP. Non mi sembra ci sia altro da dire neanche su questa modalità, per cui passiamo al Tournament. In questo caso, abbiamo invece un vero e proprio picchiaduro 3D, nel quale combattiamo, in vari match, con avversari via via più difficili e numerosi e addirittura in posizioni molto difficili (in alcuni combattimenti mi è capitato di combattere a testa in giù con un piede legato a una corda attaccata al soffitto, oscillante modello bungee-jumping, con i nemici che picchiavano da sotto). Mi sembra di avervi parlato di tutto, allora. Mi dimenticavo di dirvi, che però è presente un’opzione multiplayer, che vi dà la possibilità di giocare via rete, modem o Internet con i vostri amici. Detto questo, direi che è ora di passare al commento.

Titolo: Die by the Sword
Software House: Interplay
Sviluppatore: Treyarch Entertainment
Distributore: Halifax
Prezzo: Lire 89.000



Requisiti minimi: Pentium 100, 16 Mb Ram, Windows 95, Mouse, 55 Mb Hard Disk, Scheda Video e Audio comp. DirectX 5.

Requisiti consigliati: Pentium 133, 32 Mb Ram, Acceleratore Grafico 3DFX Voodoo o Voodoo 2, Joystick o Joypad con almeno 6 pulsanti, Sound Blaster 16.

Gioco provato su: Pentium 200, 32 Mb Ram, Sound Blaster AWE 32, Creative 3D Blaster 2 Voodoo 2 12 Mb, Microsoft Sidewinder Force Feedback Pro. Con questa configurazione, DBTS si è comportato bene, senza presentare particolari problemi.


Grafica -
La grafica, in versione accelerata 3DFX è molto buona e fluida, se si eccettuano i caricamenti, a volte noiosi, anche su macchine di potenza non proprio elevata. Il gioco supporta anche il Voodoo 2, con il quale è stata effettuata questa prova e il miglioramento della fluidità risulta abbastanza buono.

Effetti Sonori -
Gli effetti sonori sono di buona caratura e il doppiaggio dei vari personaggi è realizzato con professionalità.

Musica -
La musica crea una notevole atmosfera, ma a parte un brano o due, è assolutamente convenzionale.

Giocabilità -
Il VSIM è senz’altro un ottimo sistema di controllo, anche se è tutto da migliorare, e si spera in una migliore implementazione in giochi futuri. Il sistema Arcade e il più tradizionale ed è anche quello che ha bisogno di meno pratica per essere utilizzato. Nel complesso, quindi, tutto molto bene.

Longevità -
Sicuramente abbastanza elevata, grazie alle varie modalità di gioco e alla difficoltà ottimamente calibrata. L’editor di mosse vi permette di crearvi combo sempre nuove e di poterle provare nei vostri combattimenti. Bene, bene.

Real. Tecnica -
Questa poteva invece essere svolta meglio e si vede in certi casi che alla Treyarch potevano stare attenti di più ad alcuni problemi. Si spera che, nella versione finale, almeno questi siano risolti.

Ric. Hardware -
Né troppo parche né troppo elevate. Un P133 con 16 o 32 Mb di Ram e una 3DFX dovrebbero bastare. Del sistema su cui è stato provato il gioco ve ne parlo nelle informazioni tecniche qua sotto, così schiattate d’invidia.

Totale -
DBTS è senz’altro un gioco molto originale, giocabile e divertente. I vari sistemi di controllo e le varie modalità di gioco rendono il gioco molto vario e longevo. Peccato per alcuni difetti dal punto di vista grafico, musicale e del concept di gioco. Comunque, il gioco risulta discreto e lo consiglio, all’uscita nei negozi, soprattutto agli appassionati di picchiaduro o addirittura a quelli di action-game 3D in terza persona. La piena sufficienza cmq, c’è.


Ringraziamo Halifax per averci fornito il materiale recensibile.