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Recensione di: Alessandro "Fante" Fantini


Questa volta devo proprio ammetterlo: se mi arriverà a casa un gruppo di uomini vestiti tutti di nero e armati di mazze e spranghe sarà la giusta punizione che l'onnipotente Fabio mi ha destinato. Ormai sarà una settimana o addirittura più che le sue domande erano diventate regolari. Domande del tipo "Allora, come va con X ? " o "La recensione quando me la fai avere?" e così via. Non c'è niente di male -direte voi- dietro alcune semplici domande; purtroppo quello è invece il primo segno che la sua illimitata pazienza sta giungendo al termine. A parte gli scherzi, Fabio, accolgo l'occasione per scusarmi pubblicamente per il tremendo nonché clamoroso ritardo con cui ti giunge la presente: da buon tuo adepto ti giuro che non accadrà mai più (e che quindi non serve che tu mi faccia rompere le due mani, altrimenti con cosa te la scrivo la prossima?) (con i piedi, no? ndBill). In ogni caso voi, milioni e milioni di visitatori della nostra pluridecorata AVOC, non fate caso alle righe precedenti e fate finta che la recensione cominci da qui! X: Beyond the Frontier è un titolo sviluppato dai tedeschi della Egosoft (forse questo nome non vi dice nulla, ma se vi faccio il nome della buona e vecchia Rainbow Arts, che noi appassionati di videogiochi ricordiamo ancora con affetto, forse tutto vi può essere più chiaro...ndBill), e distribuito in tutto il mondo dalla sempre più gigantesca THQ. Prima di parlare del gioco vero e proprio, vorrei farvi una piccola nota: X mi ha ricordato moltissimo il buon vecchio Elite di David Braben, perché a livello di meccanica di gioco risulta proprio molto simile ma, chiaramente, è molto più bello graficamente e anche dal punto di vista tecnico. La versione del gioco da me ricevuta era quella definitiva, che potete tranquillamente trovare in tutti i negozi ma, e ve lo dico subito, presentava alcuni difetti, soprattutto dal punto di vista grafico. Ora, potrebbe anche essere colpa della mia scheda video (una Matrox G200 con driver non proprio aggiornatissimi...), ma in molti frangenti, si notava una discreta sparizione di textures, con la comparsa addirittura delle varie linee di giunzione tra i poligoni che compongono gli oggetti e i mezzi presenti nel gioco. Non escludo, quindi, la comparsa di una patch quanto prima (posso comunque dirvi che dal sottoscritto, sia con una G400 che con un Voodoo 2, il gioco non presenta questi problemi...ndBill). Il secondo difetto (io almeno lo definisco tale...) da me riscontrato, è che il gioco è completamente in inglese. Ora, non che sia proprio una scarpa in inglese (però lo sembri molto...ndBill), ma quando un discorso di dieci minuti (è dura anche solo stare a sentire...) viene biascicato da un brutto alieno, disturbato da una forte interferenza della comunicazione e in parte coperto dalla musica, io sfido chiunque a capire più di ventuno parole (sono quelle che credo di aver compreso) (se non avete problemi con la lingua di Albione, capirete tutto quello che c'è da capire...ndBill). Comunque questa sequenza dovrebbe servire per spiegare i caratteri generali del gioco; fortunatamente lo stesso discorso era riportato sul libretto delle istruzioni con le sole differenza che, non c'era musica, non c'era nessun tipo di interferenza, non c'era un brutto alieno a leggere il tutto, ma soprattutto era tutto riportato nella lingua più bella del mondo, l'italiano (se lo dici tu che è la più bella...ndBill). La storia è presto detta: gli uomini, dopo aver conquistato la luna si decidono a ad abbattere un'altra frontiera: la velocità della luce. 

Vengono così creati portali in grado di far viaggiare le astronavi a velocità pazzesche: sul libretto c'è scritto che queste astronavi potevano compiere milioni e milioni di anni luci in un attimo. Piccolo commento personale: da buon frequentatore di un liceo scientifico ricordo che un certo Albert aveva scritto che E=mc2; secondo i miei conti (in realtà non ho fatto nessun conto...) la nostra bella astronavicella, nel momento che raggiunge questa fantasmagorica velocità dovrebbe già essersi ridotta in una quantità talmente trascurabile di cenere che nessuno si porrebbe il problema di chiedersi dove sia andata a finire la vera astronave. In ogni caso lì è scritto così e io ve lo dico. Insomma, grazie a questi portali l'umanità ha potuto conquistare molti altri pianeti. A questo punto vengono inviate sulle nuove colonie dei robot terraformatori che avevano il compito appunto di creare un habitat in cui l'uomo ci potesse vivere. Tutto scorre liscio fino a quando questi robot terraformatori non si ribellano e sono pronti per attaccare la Terra. Un gruppetto di coraggiosi piloti però ha attirato dentro un cancello di lancio, permettendo al resto dell'umanità di sfuggire ad una sì terribile minaccia. Il cancello è stato poi distrutto per impedire che la flotta dei robot potesse tornare. Per i successivi 500 anni però l'umanità ha dovuto riparare tutti i danni creati dalla flotta nemica (prima di arrivare alla Terra infatti i robot avevano seminato il caos e distruzione per tutto l'universo...). Così tutti progetti di nuove navi spaziali sono stati abbandonati e l'uomo non si è più mosso dalla Terra. Ora gli scienziati hanno creato un nuovo prototipo di astronave che si chiama X-perimental Shuttle (per gli ignoranti: navetta sperimentale...). Il nostro compito sarà quello di collaudare questa astronave: se dovessimo riuscire a superare i confini del nostro sistema solare l'universo sarà di nuovo aperto per tutti gli abitanti della terra. Successivamente ci si presenta un menù iniziale che a me è piaciuto molto in quanto, pur non essendo particolarmente ricco è essenziale e funzionale, con un aspetto a mio avviso molto gradevole. Scegliendo allora il classicissimo "Start Game" veniamo trasportati all'interno della nostra navetta sperimentale. Abbiamo a questo punto poco tempo per ambientarci che subito perdiamo il controllo e attraverso un meccanismo che ancora non intendo, veniamo portati in tutt'altro luogo. Dopo aver ripreso il controllo della nave notiamo immediatamente (o almeno io l'ho fatto...) che durante il viaggio abbiamo perso tutte le munizioni di cui disponevamo all'inizio. Così, non ci rimane altro che cominciare l'esplorazione delle basi vicine. L'attracco alle suddette basi non è la cosa più semplice del mondo ma con un po' di allenamento, ma soprattutto con molto esercizio, la cosa non dovrebbe destare particolari difficoltà; in questa fase del gioco è essenziale però avere una buona dimestichezza con i controlli della nave, in particolare con le diverse visuali ed il movimento rotatorio. 

Sono infatti possibili tre tipi diversi di inquadratura: la prima, quella standard, simula l'abitacolo, con i controlli delle armi, degli scudi, dei motori e con la fondamentale presenza del radar; la seconda pone la telecamera all'esterno della navetta, molto utile soprattutto in fase di attracco per prendere bene le misure; l'ultima pone in primo piano il bersaglio puntato (a dire il vero quest'ultima secondo la mia modestissima opinione è totalmente superflua anche se riesce a regalarci immagini particolarmente suggestive...). All'interno delle navi troverete grandissime quantità di oggetti, dalle più disparate funzioni (consiglio: andateci piano, inizialmente il vostro budget è decisamente limitato (solo 100 Cr...), se soprattutto si considera che per salvare è necessario spendere 10 Cr-pazzesco!-) (una bella idea implementata nel gameplay...ndBill), da particolari specie di fiori a raffinate armi dal design molto accattivante. Ultimo fiore all'occhiello di questo gioco è la musica: mi è sinceramente piaciuta molto, anche perché non deve essere la cosa più semplice del mondo trovare delle tracce adatte a questo tipo di gioco. L'arpeggio di quando terminate il gioco in modo prematuro mi ha particolarmente colpito, in quanto riesce a trasmettermi una sensazione di grande calma e tranquillità (soprattutto se penso al mio corpo che viaggia senza meta per l'universo sconfinato...). Ben realizzati anche gli effetti sonori, che riproducono realisticamente i rumori all'interno di un abitacolo (e come faccio a dirlo se non ci sono mai stato?). Un peccato per i dialoghi in inglese, ma d'altronde l'inglese è una lingua molto utile e tutti dovremo impararla. Per quello che riguarda la grafica, invece, potrei dirvi che questa è letteralmente superlativa, con effetti di luce e grafici a dir poco stupendi ed una fluidità generale abbastanza diffusa. Lo vedrete comunque anche dalle immagini che ho grabbato. Bene, mi sembra di avervi detto tutto ciò che era possibile e vi rimando allora al commento. 

Titolo: X: Beyond the Frontier
Software House: THQ
Sviluppatore: Egosoft
Distributore: 3D Planet
Prezzo: Lire 89.000



Requisiti minimi: Pentium 166, 32 Mb di RAM, Cd-Rom 4x, 200 Mb Hard Disk, Scheda Audio comp. DirectX6, Scheda 3D comp. D3D, Windows 95/98.

Requisiti consigliati: Pentium II 266, 64 Mb Ram, Scheda Audio 16-bit, Acceleratore Grafico D3D.

Gioco provato su: Pentium III 500, 64 Mb RAM, Matrox G200 8 Mb, Sound Blaster AWE 64, Windows 98, Cd-Rom 32x. Con questa configurazione il gioco non ha dato problemi.


Grafica -
L'aspetto grafico di X è letteralmente superlativo. Raramente avevo visto in un titolo del genere una grafica simile. Effetti di luce e grafici assolutamente grandiosi e una fluidità notevole anche su macchine non proprio high-end.

Effetti Sonori -
Gli effetti sonori sono sicuramente appropriati e ben realizzati per un titolo del genere.

Musica -
La colonna sonora mi è piaciuta, e funge da giusto accompagnamento a tutto ciò che compierete nel gioco.

Giocabilità -
Procuratevi un bel joystick, per cominciare, perché ne avrete bisogno. Senza questa periferica, infatti, l'astronave che controllerete sarà molto difficile da muovere e comunque la giocabilità risulterà un po' meno intuitiva. Per il resto, X si lascia giocare, anche se una lettura del manuale prima di farlo è consigliata.

Longevità -
La possibilità di commerciare, scambiare merci e allo stesso tempo combattere è sicuramente allettante e rende il gioco molto divertente, avvincente, e soprattutto lungo da terminare.

Real. Tecnica -
Non si notano grossi bug (a parte quello che vi ho descritto in precedenza...) e tutto sembra ben realizzato.

Ric. Hardware -
Il solito Pentium II con almeno 64 Mb di Ram e scheda 3D è vivamente richiesto per giocare X in tutto il suo splendore.

Totale -
X è sicuramente un bel gioco, di un genere che, dai tempi del suo capostipite (il mitico Elite...) è stato frequentato dalle varie case molto poco, forse a causa della sua complessità e non totale immediatezza. X presenta una grafica assolutamente superba, una giocabilità più che buona, ma soprattutto una notevole longevità, visto che dopo qualche decina di minuti il gioco vi avrà letteralmente catturato davanti al monitor. Insomma, una sorpresa, visto che poco si sapeva di questo titolo e un gioco che consiglio a tutti gli appassionati, ma anche a chi si volesse avvicinare al genere, che proverà un notevole interesse, giocando a X.


Ringraziamo 3D Planet per averci fornito il materiale recensibile.


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