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Recensione di: Gianluca "Ryo" Tabbita


 

Prendete un shooter completamente tridimensionale, non in falso 3D alla Doom ma uno dove potete veramente muovervi a piacimento, aggiungeteci un piacchiaduro tridimensionale, effetti speciali a profusione, e shakerate bene il tutto: il risultato non sarà troppo diverso da ciò che vi attende nell’ultima fatica della Koei.  Dopo un breve caricamento verremo introdotti al videogame dall’ormai usuale filmato in full motion video MPEG, stavolta veramente di ottima fattura. È interessante notare come, sfruttando a fondo le caratteristiche del PlayStation, le software house siano ormai in grado di creare filmati privi dei difetti più vistosi della compressione video. La realizzazione dei modelli 3D presenti nel filmato è eccellente, stupisce in particolar modo la cangiante espressione dei volti poligonali dei personaggi, non inferiore alla realizzazione eccellente del video di Soul Edge. Il videogioco è ambientato in un’epoca remota, in un pianeta lontano, dove dominano le arti magiche e i poteri spirituali, simile a un fatato medioevo. I simbolismi e gli amuleti sono alcuni degli elementi più presenti in questo titolo, che propone variegate modalità di gioco: Story mode, torneo per un giocatore, versus mode, time attack, praticse ed endurance. La prima cosa da fare probabilmente è fare un po’ di pratica, dal momento che il sistema di gioco particolarmente innovativo richiede un minimo di familiarizzazione con i comandi. Qui Destrega da il meglio di sé. Dal momento che i combattimenti si svolgono prevalentemente attraverso l’uso di fireball e incantesimi di vario genere all’interno dell’arena tridimensionale è fondamentale padroneggiare la composizione degli attacchi energetici.

Dei quattro tasti disponibili sul pad del Playstation tre servono a lanciare attacchi a base di energia, ovvero il quadrato (fireball veloci), triangolo (attacchi di potenza) e il cerchio (attacchi ad ampio raggio). La "X" serve per saltare, utile per superare dei pendii, evitare dei colpi e lanciare fireball in volo. Il segreto degli attacchi magici risiede nei movimenti dei personaggi poligonali. A intervalli precisi, compatibili con i movimenti delle braccia dei personaggi, sarà possibile comporre magie formate dalle tre diverse componenti fondamentali sopra descritte (velocità – potenza – estensione) fino a un massimo di tre componenti, in altre parole, la prima combo di fireball mai vista in un videogame. Per esempio, per una fireball molto veloce dovremo premere a intervalli regolari il tasto del quadrato, il nostro guerriero poligonale distenderà le braccia (1° pressione) le raccoglierà a sé (2° pressione) e infine dislocherà lateralmente il busto (3° pressione), alla Ryu di Street Fighter, per lanciare la fireball veloce, potenziata dalle nostre due successive pressioni dello stesso tasto. Ogni combinazione con le altre componenti sortisce degli effetti variegati, ogni volta diversi. Trombe di fuoco che viaggiano verso l’avversario, numerose se abbiamo aggiunto la componente ‘estenzione’ o rade ma rapide, se nella nostra combo è stato utilizzato anche il tasto quadrato. Tuttavia, Destrega è fondamentalmente un gioco di movimento, simile a un ‘Commando’ tridimensionale, dove si colpisce e si schivano le fireball in corsa, con degli scatti repentini o riparandosi dietro agli ostacoli offerti dalle arene 3D.

Una delle animazioni più convincenti del videogioco è il modo in cui i personaggi preparano le magie in corsa, con le gestualità che ho descritto ma guardando sempre verso l’avversario, indipendentemente da dove stanno dirigendo, e spostando il busto o avvitandosi in volo al momento di emanare il loro ‘ki’. Gli attacchi sono veramente sconvolgenti, apocalittici, alquanto fantasiosi e accompagnati da effetti speciali a profusione. Le arene di gioco sono, naturalmente, in tema con il periodo storico in cui è ambientato il gioco. In prevalenza abbiamo castelli medievali, cattedrali, rovine, templi di estenzioni enormi, all’incirca il quadruplo di un tipico quadro di Bushido Blade. L’avversario e il nostro personaggio sono sempre visibili nell’area di gioco grazie allo zoom che si allarga a delle visioni in grandangolo che definirei quasi ‘satellitari’. D’altraparte, se anche i personaggi divenissero quasi microscopici, le dimensioni degli attacchi energitici rimarrebbero comunque ben visibili data la loro enormità. Quando si raggiunge lo stretto la visuale stringe rapidamente sui contendenti, conferendo al quadro un aspetto non diverso dai picchiaduro tipici come Tekken o Tobal. Anche in queste circostanze lo scontro non è certo meno acceso, grazie a delle combo, semplici nell’esecuzione ma spettacolari a schermo, di calci e pugni che si possono eseguire grazie agli stessi tasti delle magie, convertiti per l’occasione a controlli classici da beat’em up. È inoltre disponibile la guardia, tramite un tasto sul dorso, e la corsa rapida, comoda per schivare gli attacchi, ma che non ci permette di modificare la traiettoria una volta impostata. Le fireball hanno delle discrete capacità di auto-homing, in pratica seguono l’avversario automaticamente, ma limitatamente alla direzione che hanno preso inizialmente. Se gli attacchi sono piuttosto letali, anche le tecniche difensive sono alquanto efficaci. Premendo il tasto della guardia immediatamente dopo il tasto del fuoco, il nostro personaggio si riparerà dietro uno schermo energetico invalicabile che lo proteggerà fino al termine del suo ‘ki’, la barra di energia spirituale grazie alla quale è possibile anche lanciare gli attacchi e che tende a scaricarsi molto rapidamente (fortunatamente si ricarica in fretta non appena smettete di usare i vostri poteri).

L’ultima caratteristica che aggiunge profondità strategica al picchiaduro è il cosidetto ‘blazing rush’, in pratica uno scatto rapidissimo in coda a uno scudo energetico, compiuto premendo il tasto della corsa subito dopo il tasto del fuoco, serve a cogliere di sorpresa gli avversari mediamente distanti che non si aspettano che gli piombiamo addosso. Sebbene, posto in questi termini, il metodo di gioco sembra uno di quelli che esaltano il giocatore fin dalle primissime partite, permettendogli di aver finalmente un decente spin-off di DragonBall Z con tutti i blastaggi nucleari del caso, in realtà diventa molto più divertente una volta che si è imparato a padroneggiare le varie tattiche di attacco e di difesa, che richiedono un minimo di pratica dal momento che questo gioco non è il solito beat’em up prodotto in serie. La Story mode è la seconda modalità di gioco rilevante di questo titolo, dato che le altre presentano delle similitudini più che evidenti con quelle di altri games e non hanno bisogno di spiegazioni approfondite. In sostanza lo Story mode aggiunge degli ulteriori elementi scenografici alla modalità One Player Battle, prononendoci una storia in cui prenderanno parte tutti i personaggi di Destrega, divisi in malvagi e buoni (a noi spetterà il controllo dei buoni, ovviamente). I combattimenti saranno intervallati da delle sequenze cinematografiche, ricche di buon recitativo, realizzate completamente in real time 3D. Rispetto a giochi come Final Fantasy VII, Destrega rappresenta certamente un passo in avanti, infatti gli scenari completamente 3D permettono, anche durante queste sequenze, movimenti di camera impensabili in un clone di Alone in the Dark o Resident Evil. Inoltre i visi dei personaggi sono animati con un gran numero di texture diverse che dipingeranno il graduale manifestarsi di stupore, rabbia, odio, o dei semplici movimenti labiali. Lo story mode è anche l’unico che ci permette di osservare delle sequenze di chiusura animate, assenti nella modalità ‘battle’.


Titolo: Destrega
Software House: Koei
Sviluppatore: idem
Distributore: Importazione
Formato: NTSC-J
Prezzo: Lire 139.000
Memory Card: 1 Blocco
Giocatori: 1 - 2



Totale -
Koei si distingue tra tutte le altre software house con un prodotto coraggioso e ben realizzato. Il concetto di un picchiaduro completamente tridimensionale dove si combatte a tutto campo è certamente un’impresa ardita e tanto più è da lodare la Koei quanto più ci si rende conto che il gioco è veramente riuscito. Dopo qualche incertezza iniziale sarà infatti del tutto naturale appassionarsi al metodo di combattimento e non lasciarlo fino a quando non si saranno padroneggiate tutte le varie tecniche disponibili. L’unica pecca di questo gioco probabilmente è la longevità, infatti non esistono delle vere distinzioni nello stile di combattimento dei vari personaggi, gli attacchi sono diversi, ma non il modo di eseguirli. Non esistono personaggi dal metodo di controllo completamente diverso rispetto agli altri, come poteva essere un Lei Woo Long di Tekken 2 o lo Shun Di di Virtua Fighter 3. Globalmente, con Destrega è possibile provare un picchiaduro originale, un probabile antesignano di un genere che potrà esprimersi al massimo grazie alle console della nuova generazione e che non immaginavo di poter vedere già sul caro vecchio 32 bit Sony.


Ringraziamo Hangar per averci fornito il materiale recensibile.