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Recensione di: Fabio "Bill" Cristi


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Ultimamente, devo essere sincero, mi sono ritrovato a recensire un sacco di platform. Vi voglio dire che, non appena ne esce uno, cerco di accaparrarmi la recensione. Da quando non sono più caporedattore, e quindi non posso assegnare le recensioni a mio piacimento, tenendo per me i titoli che gradisco maggiormente, mi tocca duramente lottare per accaparrarmi le recensioni che mi interessano. Ultimamente, ho tenuto tutte le anteprime per me, anche se, per questo Croc (siamo i primi in Italia, tra le riviste on-line e tra i primi nel totale, a proporvi la recensione, visto che il gioco non è ancora uscito qui nel nostro paese), ho dovuto strenuamente lottare con Mad, all’arrivo del CD in redazione, ma sono riuscito a barattare questa recensione con quella di Need for Speed 2: Special Edition, che avrei dovuto fare io, visto che avevo già recensito la versione originale. Comunque, il danno è stato fatto (il primo che fa battute è morto) e ora tocca a me, visto che l’ho voluto, recensire Croc. Possiamo dire che Croc: Legend of the Gobbos (vi spiegherò in seguito cosa sono i Gobbos) è il primo platform in vero 3D (non come Pandemonium 2, che è in finto 3D, visto che i movimenti si possono affrontare solamente in due dimensioni), che quindi vi dà una totale libertà di movimento per i 45 livelli (sono veramente molti) offerti dal gioco. Il gioco è sviluppato dagli Argonaut Studios, già autori degli ottimi Creature Shock e FX Fighter, ma anche dell’inspiegabile ciofeca FX Fighter Turbo che, vista l’ottima qualità del predecessore, avrebbe dovuto essere migliore; ed è distribuito dalla Fox Interactive, sotto etichetta Electronic Arts, e forse potrebbe essere, vista l’ottima qualità del titolo, il modo, per la sussidiaria interattiva della grande casa cinematografica, di tirarsi fuori dalla crisi.

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Siamo nel primo livello e Croc deve salvare il primo Gobbo che si trova di fronte. Sembra facile, ma gli altri Gobbos sono in posizioni un po più difficili. Ed ecco il nostro piccolo Croc in una foto che mostra anche l'alta qualità dell'engine 3D. Il dentino che spunta dalla parte destra della bocca non può fare altro che rendercelo più simpatico.

Il gioco sfrutta tutte le schede 3D possibili e immaginabili, sia attraverso il Direct3D, che garantisce una compatibilità con tutti gli acceleratori grafici presenti sul mercato, che, per tutte le schede 3DFX, una versione nativa Glide. Esiste poi anche una versione software, su cui è meglio non fare commenti e una versione speciale con supporto di Pentium 2 o AGP, che, con l’aggiunta di una 3DFX, diventa un vero e proprio spettacolo. Il gioco sfrutta l’engine grafico Brender, sviluppato direttamente dagli Argonaut, già utilizzato nei precedenti giochi della software house americana e in Carmageddon, e scelto dalla 3DFX Interactive per sfruttare, in modo nativo, la propria scheda. Ma andiamo a parlare del gioco vero e proprio. I piccoli Gobbos sono delle piccole creature pelose, la cui evoluzione li ha portati a diventare una civiltà progredita nei vari campi della cultura. Croc è un piccolo coccodrillino, che è stato trovato dal capo dei Gobbos, il buon Re Rufus, seduto sulla riva di un fiume a contemplare il panorama, dentro ad una cesta di vimini (mi ricorda tanto una cosa che ho studiato in Storia, ma che adesso non ricordo) e lo hanno così preso e, conquistati dalla sua dolcezza, lo adottarono e lo educarono come un Gobbo. Nel frattempo, il perfido Baron Dante tramava contro i poveri Gobbos, facendoli catturare dai suoi scagnozzi, i piccoli Dantini (che sono alcuni tra i nemici che trovate nel gioco). Così tutti furono catturati, tranne il piccolo e dolce Croc, che riuscì a salvarsi grazie all’intervento di Beany, un uccello magico evocato prima della cattura dal buon Re Rufus, che lo portò via. A causa di ciò, però, Baron Dante era riuscito a prendere possesso dell’intera valle dei Gobbos, popolandola con tutte le sue creature cattive. Nel frattempo, tutti i Gobbos erano stati imprigionati e Re Rufus veniva utilizzato di giorno come animale da compagnia di Baron Dante di giorno e di notte veniva sbeffeggiato dai perfidi Dantini. E fu così che Croc, tenuto nascosto fino ad ora dall’uccello Beany (potevano scegliere un altro nome: tradotto letteralmente significa Fagioloso), decide di salvare tutti i suoi amici Gobbos, ma soprattutto il buon Re Rufus, colui che lo ha salvato quando era piccolo. La trama del gioco è raccontata, lungo i livelli, da brevi filmati, realizzati con l’engine grafico del gioco. I filmati sono molto divertenti, e realizzati in maniera molto buona e introducono, molto spesso, momenti cruciali del gioco, leggasi l’incontro con i vari boss presenti nelle varie isole.

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Baron Dante viene chiamato dai suoi scagnozzi, i Dantini. Questa è una delle animazioni di intermezzo. Mi hanno appena fatto la pelle. Questo nemico è terribile. Si muove da una parte all'altra dello schermo a velocità incredibili, lasciando una scia di fuoco per terra.

Ed è cosi che prendete il controllo del nostro piccolo Croc, in un mondo interamente tridimensionale, nel quale avete una buona libertà di movimento, potendo fare un sacco di azioni, a seconda dell’ambiente in cui vi trovate. Il gioco è diviso in cinque isole, costituite ciascuna da 9 livelli. Le isole hanno un nome differente a seconda dell’ambiente in cui sono ambientate (scusate il bisticcio di parole): Forest Island, Ice Island, Castle Island, Desert Island e Crystal Island. I livelli hanno nomi molto divertenti: stupendo il livello Jailhouse Croc (con riferimento alla nota canzone di Elvis Presley), che si trova molto avanti nel gioco, ambientato in un castello che ricorda una prigione; e molto bello, come titolo, anche, Crox Interactive (ogni riferimento è puramente casuale). Come dicevo, i livelli presenti in ogni isola sono 9, e non mancano neanche i livelli segreti, che portano il gioco alla bellezza di 50 livelli, una cifra incredibile per gli ultimi tempi. Ma come si raggiungono questi livelli? Vi assicuro che la cosa è molto difficile, quasi impossibile, per veri giocatori. Io, che ultimamente mi sto divertendo un sacco con i platform (ho anche riscoperto giochi che avevo accantonato come i due Earthworm Jim, Pitfall (di cui aspettiamo la versione 3D), Lode Runner, e molti altri), sono riuscito a raggiungerne quattro su otto, e le notizie fornitemi dagli Argonaut mi dicono che, coloro che riusciranno ad accedere a tutti questi livelli, avranno a disposizione altri dieci livelli bonus. Il modo per raggiungerli non è per niente semplice. Per entrare nel livello segreto dovrete raccogliere tutti i cristalli colorati presenti nei livelli, liberare tutti i Gobbos presenti (sono 6 per livello), ma soprattutto il sesto, che si trova dietro una porta che necessita dei cinque cristalli per essere aperta. Alla fine dell’isola, se avrete svolto correttamente le vostre mansioni, riuscirete a vedere il livello segreto. Il problema è che, spesso, sia i cristalli, che i Gobbos, sono situati in posizioni impensabili, e dovrete ingegnarvi in maniera mai vista, con il rischio di morire (visto che, ormai sembra una moda, ci danno due o tre vite, con le quali dobbiamo portare a termine il gioco. Una volta non era così). Questo non fa altro che aumentare la longevità, per altro molto sopra la media, del gioco. Una delle prerogative del gioco, rispetto al termine di paragone generale della categoria, ovvero Super Mario 64, è il fatto che Croc vede i suoi livelli divisi in arene. Ogni livello è suddiviso in varie arene, separate l’una dall’altra da una porta. Lo scopo del livello, oltre a quello di raccogliere tutti i Gobbos presenti e le gemme colorate speciali, è quello di raccogliere il maggior numero possibile di gemme ordinarie, che fungeranno da scudo al nostro piccolo coccodrillino, in caso venga colpito da alcuni nemici.

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Croc si è aggrappato ad un palloncino per finire in un posto abbastanza distante dalla terra. Ce la farà? Questo è il penultimo boss finale, molto ostico. Ci ho perso mezz'ora per passare questo livello.

I nemici sono molto vari, e comprendono, oltre ai già citati in precedenza Dantini, vermoni modello scatola a sorpresa, draghetti, coccinelle giganti (è uno dei boss intermedi) e molti altri. Il fatto è che, dopo aver eliminato alcuni nemici saltandoci sopra o dando una codata, disintegrandoli, questi, dopo una trentina di secondi, si rigenerano, rendendo il tutto ancora più difficile. Parlando sempre di nemici, mi pare di avervelo già anticipato in precedenza, ci sono in tutto 10 boss, di cui 9 intermedi, e uno, il terribile Baron Dante, finale. Dobbiamo affrontare uno di questi boss ogni 5 livelli. Alcuni sono abbastanza facili, altri, come la coccinella pugile, che mi pare sia il terzo boss, sono piuttosto ostici. Parlando direttamente del personaggio di Croc, possiamo dire che le azioni che può compiere sono molte: può correre, saltare, dare una codata, schiacciare (premendo due volte velocemente il pulsante del salto), aggrapparsi, attaccare, spingere, nuotare, scalare, fare free-climbing su reti e volare. La libertà di movimento è quasi totale in questo ambiente in vero 3D e, forse addirittura maggiore di quella di Super Mario 64. Be’, per il resto, mi pare di avervi detto tutto il possibile, per cui possiamo direttamente passare al commento.

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Titolo: Croc: Legend of the Gobbos
Software House: Fox Interactive
Sviluppatore: Argonaut Software
Distributore: CTO
Prezzo: Lire 99.000



Requisiti minimi: Pentium 90, 16 Mb Ram, Scheda Video e Audio comp. DirectX 5, Windows 95, Cd-Rom 2x.

Requisiti consigliati: Pentium 133, 16 Mb Ram, Scheda Acceleratrice D3D o 3DFX con almeno 4 Mb di memoria, Gravis GamePad Pro o altro joypad simile.

Gioco provato su: Pentium 200, 32 Mb Ram, Orchid Righteous 3D 4 Mb, Sound Blaster AWE 32, Cd-Rom Pioneer 12x SCSI, Gravis GamePad Pro. Con questa configurazione, il gioco si è comportato ottimamente.


Grafica -
La grafica, in versione nativa Glide, è veramente stupenda. Il clipping è minimo e i colori utilizzati sono moltissimi. Inoltre, le animazioni di intermezzo realizzate con l’engine del gioco sono molto spiritose, e i personaggi sono stati realizzati molto bene.

Effetti Sonori -
Sicuramente molto azzeccati, ma il top è presentato dal gridolino del piccolo Croc, cosa che ce lo rende ancora più tenero.

Musica -
Le tracce audio sono abbastanza buone, adatte per un platform, ma niente di speciale.

Giocabilità -
La giocabilità, se si possiede un joypad con almeno 8 pulsanti, è fantasmagorica, e la possibilità di aggirarsi in un ambiente in vero 3D garantisce una libertà di movimento quasi totale. Anche con la tastiera ci si può divertire, ma il feeling è sicuramente maggiore con un bel joypad.

Longevità -
La longevità è molto buona, perché in alcuni punti il gioco è molto ostico. Io sono riuscito a terminarlo in quattro giorni, giocandoci un 4 – 5 ore al giorno. Se poi volete trovare anche tutti i livelli segreti, la longevità aumenta ancora di più.

Real. Tecnica -
E qui non so che dire. La versione software fa realmente pietà anche su macchine di potenza molto elevata, a livello di frame rate. Si vede chiaramente che il gioco è stato pensato per essere accelerato, sia Glide o Direct3D. Da questo punto di vista, la realizzazione è molto buona, visto che anche su macchine di potenza non troppo elevata si gioca bene.

Ric. Hardware -
Evitiamo di parlare della versione software, per cui consigliamo il gioco a chi possieda una scheda acceleratrice ed almeno un P133 con 16 Mb Ram. Nient’altro da dire.

Totale -
Cosa mi rimane da dire. Croc è un gioco tra quelli che mi hanno coinvolto di più negli ultimi mesi. Divertente, bello graficamente, giocabile e longevo. Ci sono alcuni difetti, ma è come andare a cercare il pelo nell’uovo (ad esempio la suddivisione dei livelli in arene, causa una leggera frammentazione della libertà di gioco), e quindi sono trascurabili. Quindi, compratelo senza remore, se volete divertirvi e se amate i platform. Per quanto mi riguarda, il suo 9 con relativo Avoc Award se lo prende con tranquillità.


Ringraziamo CTO per averci fornito il materiale recensibile.


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