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Recensione di: Matteo "Evanz" Evangelisti


Quando ero ancora un bambino, iniziai a giocare a minibasket nella squadra della scuola, e lo confesso ero una vera schiappa. Il mister mi diceva che ero bravo in difesa perché nessuno mi voleva con la palla in mano, e sotto canestro ero un vero disastro. Capii che il mondo della pallacanestro non faceva per me, quando iniziarono a pestarmi alla fine di ogni partita, al ritorno negli spogliatoi e mentre salivo in macchina con mia madre, che non contenta mi pestava un po' anche lei. Arrivavo a scuola e i miei compagni mi pestavano, ero piccolo e secco, era facile farmi capire qualche cosa, certe cose si apprendono al volo. Poi mi sono alzato, diciamo di una quarantina di centimetri e ho raggiunto il peso di 80 Kg, ho iniziato a giocare a Rugby e, guarda un po', non mi pesta più nessuno. Mi capita poi che un bel giorno arrivo al liceo a bordo del mio fido scooterino e chi t'incontro per le scale? Il Fabio, che incazzato come una moffetta afghana (quel ragazzo è costantemente settato sulla modalità "Inkazz!"...), mi placca sulla rampa con scatto felino. Allungando la sua mano sulla tasca del mio mega giubbotto ha iniziato a sussurrare la temibile litania che ormai è passata alla storia qua in redazione: "Lavorare, lavorare, lavorare...". Da quel momento fino alle due ore successive non ricordo più nulla, mi hanno detto solo che una bidella mi ha ritrovato nel cestino dei rifiuti. Arrivato a casa con un mal di testa lancinante ed una cicatrice mai vista prima all'altezza del rene sinistro ho compreso tutto con maggiore chiarezza. Infilata la mano nella tasca del giubbotto ne ho estratto il CD sul quale ho letto "en bi ei insaid draiv tcu zausands", in una frazione di secondo ho compreso di essere in un mare di guai. Come avete letto poco sopra ho sempre avuto una certa allergia verso lo sport più praticato dai neri d'America, lungi dall'essere razzista (che trovo sia una delle più basse espressioni della mente umana...) capirete bene la mia posizione; come posso proprio io essere attratto dallo sport che fu per me motivo di tanta umiliazione? Ma questo è il lavoro di un redattore (e ancora di più quello del vice-capo...) della rivista di videogiochi on-line più amata della galassia (non siamo megalomani, siamo sicuri che da qualche parte nell'universo qualcuno ci darà filo da torcere...). Dunque, la casa di Bill Gates (il "nerd" più ricco e geniale del mondo...), Microsoft, come ben sapete oltre a produrre innumerevoli programmi per la gestione del computer e per il lavoro, da qualche anno si è buttata anche nel campo dei videogames, nel tentativo di coinvolgere una più larga fetta del mercato. Con risultati altalenanti Microsoft riesce comunque a far valere il suo marchio anche in questo campo offrendo al pubblico titoli come Age of Empires 1 e 2 (quanto li adoro questi due giochi...), la lunga serie dei Flight Simulator (più che di giochi qui si parla di simulatori di volo maniacali, e per questo amatissimi da coloro che vorrebbero volare ma che non riescono a mantenere finanziariamente il proprio jet personale....) e i vari Madness che hanno avvicinato gli utenti al mondo dei motori in tutte le sue svariate forme. 

NBA Inside Drive 2000 è invece un gioco di basket fratello del prodotto di casa EA, leader (quasi...) indiscussa del settore "simulazione sportiva" , NBA Live 2000. Purtroppo però Microsoft non riesce ad avvicinarsi neanche di un poco all'assoluta meraviglia che a quanto mi dicono, la Electronic Arts è riuscita a partorire questo inverno. Potrei paragonare Inside Drive al gioco della stagione scorsa, come dire..., ci sono certi mostri sacri che in questo campo difficilmente si schiodano dal trono della supremazia, sia a livello di qualità che a livello di esperienza. Esaminiamo per esempio la grafica. Ai livelli raggiunti ai nostri giorni, un esperto di videogames (come tutti noi redattori riteniamo di essere...) in genere esige da un gioco nuovo una certa dose di innovazioni. Come potremmo consigliare l'acquisto di un titolo (con gli attuali prezzi di mercato...) se praticamente allo stesso prezzo ne esiste un altro che garantisce migliori prestazioni (rettifico, il titolo costa solamente 44.000, per cui fate finta che certe cose che Matteo ha detto fino a adesso non siano state dette...ndBill)? Inside Drive pur avendo una buona grafica (che non riesce ad uscire di tanto dai canoni, raggiunti oramai da tutti i giochi del genere...) ed essendo ricca completa di tutte le squadre della rosa della NBA non offre nessuna novità. Non è presente neanche la modalità "Personalizza" per creare la vostra squadra del cuore, insomma, ora come faccio a vedere gli amici del bar correre sul parquet di New York? Dalla nostra abbiamo le solite partite di campionato, i Play Off e tutte le classiche del mondo del basket statunitense. Una piacevole sorpresa invece sta nell'originalità della seguente modalità (e correggetemi se anche questa non è nuova...): si tratta di tale "Tonight's Match", praticamente il programma legge dall'orologio di sistema la data ed in base al calendario delle partite di campionato propone le vere partite che si disputano al di là dell'oceano, ed è come entrare nel vivo del campionato stando davanti al monitor. Ma purtroppo finisce tutto qui. Quando il cursore del mouse capita sull'icona dello Start ed il gioco parte, ben presto ci si rende conto che Inside Drive 2000 risente di parecchie pecche. I giocatori per esempio sono statici ed i loro movimenti sono poco reali. Sembra che il parquet sia ricoperto da uno strato di cera anti-attrito, i giocatori vi scivolano semplicemente sopra. Non vi è il minimo accenno all'ancheggiare del giocatore che tenta di scartare la difesa, ne ad alcun movimento della struttura corporea, nulla. Gli uomini si girano, scattano e vanno a canestro tutti con gli stessi movimenti, una cosa che sa di superato, non dite? 

La giocabilità naturalmente risente di tutto questo, dopo una partita o due in compagnia di un amico capiamo ben presto che è già arrivato il momento di fare una pausa. Una pausa piuttosto lunga. Inside Drive, un gioco Microsoft, mamma di Windows, un gioco che progettato per girare su questo sistema operativo, ma che non ne sfrutta per niente le potenzialità; i requisiti consigliano un Pentium II 350, ma non basta un K6-2 400 per eliminare gli scatti (terrore di ogni videogiocatore...); gli effetti sonori non stupiscono e le tracce musicale, beh, non splendono di originalità, i soliti ritmi rappeggianti, qualche scratch e siamo alle solite. Tiriamo le somme? Che di giochi di basket ce ne siano a valanghe ormai non è un mistero, e lo avrete capito, Inside Drive 2000 non ne è il massimo esponente, insomma non è il primo della classe, ma chi ama il basket americano in tutte le sue forme non potrà evitare questo titolo, che pur non staccandosi dalla mediocrità rimane comunque un giochillo nella media (anche se Microsoft potrebbe sforzarsi un pochino di più, e sono sicuro che se solo volesse, con l'esperienza che negli anni ha accumulato nel campo della programmazione, potrebbe salire ai vertici delle classifiche, in qualsiasi campo...). Vabbè, si è fatto tardi ed è ora di andare a nanna, ma ci si sente tra qualche giorno, con la recensione di "Armageddon's Blade".  

Titolo: NBA Inside Drive 2000
Software House: Microsoft
Sviluppatore: High Voltage Software
Distributore: Microsoft
Prezzo: Lire 44.000



Requisiti minimi: Pentium II 233, 32 Mb di RAM, Cd-Rom 4x, 200 Mb Hard Disk, Scheda Audio e Video comp. DirectX6 (Direct 3D), Windows 95/98.

Requisiti consigliati: Pentium II 350, 64 Mb Ram, Scheda Audio 3D, Acceleratore Grafico comp. D3D.

Gioco provato su: K6-2 400, 128 Mb Ram, CD-Rom 24X, Matrox Mystique G-200 8 Mb, Sound Blaster 16.Con questa configurazione il gioco ha presentato qualche rallentamento.


Grafica -
Niente di esaltante, un livello già raggiunto ed in alcuni casi anche superato da molti. Si può fare di più. Decisamente.

Effetti Sonori -
Gli effetti sonori, beh, sono molto normali (che si può dire di più?)
.

Musica -
Le musiche non mi hanno toccato per niente, mi sembrava la colonna sonora di NBA Live '97 (non so se ci siamo capiti...).

Giocabilità -
Infine un altro sette, tanto per cambiare. Come ho già detto le innovazioni sono ridotte a zero, dunque anche la giocabilità non è ai livelli massimi.

Longevità -
Non mi piace il basket in generale, e dato che Inside non attira più di tanto non sono per niente spinto a riprendere in mano il gioco se non per un paio di altre volte, ma temo che ben presto finirà nel cassetto nero.

Real. Tecnica -
Ci sono molte pecche che potevano essere risolte con una maggiore ottimizzazione.

Ric. Hardware -
Se volete navigare sul velluto, procuratevi almeno un PII 350, con 64 Mb e una scheda 3D.

Totale -
Non di più, è il voto giusto per un gioco che risente di alcune pecche abbastanza marcate e di una originalità scarsa. Microsoft dovrà investire un po' di più nel campo videoludico se fra i suoi obbiettivi vi è la conquista della vetta della classifica delle Vendite dei Videogiochi.


Ringraziamo Microsoft per averci fornito il materiale recensibile.


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