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Recensione di: Fabio "Bill" Cristi


Il ciclo di Descent lo conosciamo proprio tutti. Nato nel 1995 come sparatutto 3D (checchè se ne dica, il primo in vero 3D), è stato seguito nel 1996 dal secondo episodio, che è stato poi successivamente patchato per tutte le schede 3D in circolazione (anche per Voodoo 2) e messo in bundle, nelle varie versioni speciali, con schede video, 3D e audio, oltre ad alcuni data-disk che si sono resi disponibili, sia ufficiali che non ufficiali. Vari editor di livelli sono poi usciti, ma non c’è stata quella diffusione che è accaduta con Quake 1 e 2 o Doom 2. La software house che ha sviluppato i primi due Descent è la Parallax, che si è resa nota al grande pubblico solo con questi due titoli. La Parallax ora non esiste più, sia ufficiali che non ufficiali. Vari editor di livelli sono poi usciti, ma non c’è stata quella diffusione che è accaduta con Quake 1 e 2 o Doom 2. La software house che ha sviluppato i primi due Descent è la Parallax, che si è resa nota al grande pubblico solo con questi due titoli. La Parallax ora non esiste più, o meglio si è scissa in due nuove software house, con a capo i due ex-capi della Parallax. La Outrage Entertainment, con a capo Matt Toschlog sta sviluppando Descent 3, previsto per la fine dell’anno, mentre la Volition, capeggiata da Mike Kulas (che Kulas!! NdR) (questa ragazzi era veramente scarsa…. ndBill), che ha sviluppato questo Conflict: Freespace – The Great War. Ma perché ho parlato fino a adesso di Descent? Semplicemente perché il gioco si doveva chiamare Descent: Freespace, siccome il titolo doveva essere, nell’intenzione dei programmatori, un’incursione di Descent nel genere in cui X-Wing vs.Tie Fighter e Wing Commander la fanno da padroni.

Un fotogramma dalla intro. Questo pilota si trova in una fase di panico, da cui non riuscirà a trarsi d'impiccio. La luce solare schiarisce lo schermo e abbaglia anche leggermente, come potete vedere dall'immagine.

Il risultato ottenuto è molto buono, ma voglio evitare di dirvi tutto subito, perché altrimenti non leggereste la recensione. Quindi, dopo aver inserito il CD del gioco nel vostro lettore Cd-Rom, partirà l’installazione che si papperà come minimo circa 230 Mb dal vostro prezioso Hard Disk. Terminata questa fase, prima di far partire il gioco, apparirà un launcher, che vi permetterà di scegliere tra diverse possibilità. Potrete far partire il gioco, leggere i vari readme, andare alla pagina web di Freespace, configurare le opzioni e un’altra feature di cui parleremo in seguito. Le opzioni permettono di configurare il video (il gioco supporta le schede accelerate, con Glide in modo nativo e Direct 3D per quello che riguarda il resto), il sonoro, la periferica di controllo, la velocità di questo, in base al processore e il tipo di connessione che vi permette di giocare in multiplayer, un aspetto assolutamente non trascurato in questo gioco. La feature di cui vi ho parlato prima è il Freespace Updater, che vi permetterà di updatare, semplicemente cliccando su un pulsante, il gioco all’ultima versione disponibile, un po’ sullo stile di quello che succede con Diablo. Le patch possono poi essere scaricate anche singolarmente, dai vari siti che le ospitano e questa è sicuramente la soluzione più consigliata, a meno che non possediate una connessione "burst", cosa molto rara qui in Italia, visto che, dopo circa un mese e mezzo dall’uscita americana del gioco, si sono già rese disponibili quattro patch, di cui due nel giro di due giorni, la scorsa settimana, cosa che vi fa capire che il gioco possiede diversi bug, alcuni dei quali devono ancora essere corretti. Partirà quindi la stupenda intro, visualizzata in hi-res, con una qualità video a dir poco ottima e realizzata interamente in CG e, cosa da aggiungere, molto d’atmosfera.

Tutte le volte che farete esplodere un nemico verrete gratificati da una bella esplosione come questa. Il briefing è da seguire attentamente, se volete capire il susseguirsi degli eventi nella storia, vista la penuria di filmati.

C’è quindi una cosa da notare che riguarda le sequenze di intermezzo che appariranno durante il gioco. Queste sono molto dosate e, a seconda della strada che prenderete tra le varie missioni, ne potrete vedere in modo maggiore o in modo minore. Possiamo quindi dare un’occhiata alla storia che c’è alla base di Freespace, visto che è molto interessante. Ormai da uno svariato numero di anni imperversa una guerra fra le due razze più importanti che abitano l’universo, i terrestri, che compongono la GTA (che non è Grand Theft Auto, ma la Galactic Terrain Alliance, per chi non conoscesse l’inglese, l’Alleanza Galattica Terrestre) e i Vasudan, una razza aliena piuttosto evoluta. Tutto ciò fila liscio (si fa per dire….), fino a che l’Universo non vede l’ingresso in campo di una nuova razza, dotata di tecnologie mai viste prima. Questa terza razza, chiamata Shivan, possiede un’intelligenza superiore a quella dei terrestri e dei Vasudan e tecnologie che questi non si sognano neanche e che verranno scoperte solamente con il proseguire del gioco, in modo da mantenere la suspense ad un livello piuttosto elevato. In questo modo i Vasudan propongono alla GTA un armistizio, a cui dovrebbe seguire un’alleanza per eliminare questo nemico comune. Il fatto è che, successivamente, la trama potrebbe avere dei colpi di scena insospettabili, per cui non sto a dirvi cosa potrebbe accadere. Il gioco comincia chiedendovi di inserire il vostro soprannome, che vi porterete avanti per tutto il corso del gioco, che fungerà anche da base per i salvataggi, che vengono effettuati automaticamente al termine di ogni missione. Potrete così inserire vari piloti ed ognuno con la sua avventura differente e senza rischi di eliminare i salvataggi dell’altro. Passiamo quindi al menu principale, che ricorda molto quello di Wing Commander o, per cambiare genere di gioco, di Mercenaries. Passando sulle varie zone della base spaziale raffigurata, potrete iniziare o continuare una partita, visualizzare le campagne disponibili e le medaglie in vostro possesso, oltre a poter visualizzare le opzioni, relative ai controlli, al livello di dettaglio e al modo di visualizzazione dell’HUD.

Una stazione spaziale... Prophecy, no!!! Scusate, ma questa visione mi ha causato brutti ricordi. A volte le meteore vi daranno un sacco di fastidio. Blastate a piacere.

Non perdiamo troppo tempo sulle opzioni e passiamo a quello che accade dopo aver scelto di iniziare una nuova campagna. Un’ottima scelta da parte dei programmatori della Volition è stata quella di inserire, prima dell’inizio delle missioni vere e proprie, tre missioni di training, che vi permetteranno di fare confidenza con i comandi della vostra navetta spaziale e vi insegneranno a puntare i bersagli, sparare loro e distruggerli, ingaggiare un dogfight (purtroppo non mi viene la parola italiana) e così via. Tutto questo sotto l’attenta voce di un istruttore che, quasi come si trattasse di un help on-line, vi guiderà attraverso tutti i passi che vi farà compiere. Le voci sono tutte realizzate ottimamente e tutte molto ben caratterizzate, quindi sotto questo punto di vista non c’è altro da dire. Ogni missione è preceduta da un’introduzione storica (nel caso delle missioni reali) e da un briefing, che vi illustra, sempre sotto l’attenta voce di un comandante o di un istruttore, il compito che vi è stato assegnato. Questo viene visualizzato anche graficamente grazie ad una sorta di lavagna elettronica che vi illustra perfettamente tutto ciò che dovete fare. Quindi venite buttati sulla vostra navetta alla ricerca degli alieni, per blastarli in libertà. Le missioni hanno gli obiettivi più svariati e ce ne sono anche alcune piuttosto lunghe che non mancheranno, come a me d’altronde, di farvi perdere la pazienza, soprattutto quando mancano tre nemici da blastare e non riuscite a trovarli perché si sono resi invisibili. L’HUD è realizzato molto bene e vi fornisce informazioni su tutti gli aspetti della vostra nave e dei nemici, sullo status delle armi e dei danni e le tre missioni di training vi aiutano notevolmente ad imparare ad orientarvi al suo interno. Un peccato è che, anche se le navette che potrete pilotare saranno differenti, l’HUD rimane sempre lo stesso, ma non è che di questo ci interessi più di tanto. Nelle missioni verrete in genere coadiuvati da un buon numero di wingmen, da 2 a 4, che, dopo aver seguito i vostri ordini, svolgeranno per conto vostro gran parte della missione, facilitando ulteriormente il vostro compito. La loro AI è molto evoluta, molto di più di quella dei nemici, che si limitano solamente ad evitare i vostri colpi e scappare. Questo è sicuramente un dato positivo, anche perché non mi sovviene altro gioco in cui i vostri compagni si comportino in questo modo.

Uno dei nostri compagni è in grave difficoltà. Cerchiamo di proteggerlo, se non vogliamo perdere un valido aiuto in battaglia.

Ciò potrebbe limitare la longevità, ma è un buon aiuto per coloro che non sono particolarmente forti in questo tipo di gioco. Il livello di difficoltà è comunque molto ben calibrato: si va dal molto facile, in cui siete praticamente invulnerabili, al molto difficile, in cui basta un piccolo passo falso e vi tocca ricominciare la missione. A mano a mano che avanzerete nel gioco, anche il vostro grado militare si eleverà: passerete dall’iniziale Guardiamarina al finale, se arriverete al termine, Commodoro, cosa che non sarà assolutamente facile, anche perché la storia potrebbe avere sbocchi piuttosto differenti, altro aspetto molto positivo. Prima di parlare di alcuni aspetti di cui non farò menzione del commento, voglio far notare alcune cose. L’engine grafico è stato realizzato ottimamente. Possiede numerosi effetti grafici, ma non è così spettacolare come quello di Prophecy, ed è ottimo sia in versione software che in versione accelerata e non richiede neanche un processore iper-pompato, infatti basta un P133 con 16 Mb di Ram. Molto bello anche l’effetto luminoso della luce del sole, che tende ad abbagliarvi, schiarendo lo schermo. Le due cose di cui voglio far menzione ora sono il supporto force-feedback, implementato molto bene, con tutti gli effetti del caso (molto belli quelli che sentite in caso di collisione o se fate partire i post-bruciatori, a cui segue anche un tremore dell’immagine, che vi fa leggermente perdere l’orientamento) e il supporto multiplayer, anche questo ben curato, che permette di giocare via rete IPX e via Internet attraverso il protocollo TCP/IP. Mi sembra di aver detto tutto, per cui posso passare al commento.

Titolo: Conflict: Freespace
Software House: Interplay
Sviluppatore: Volition
Distributore: Halifax
Prezzo: Lire 99.000



Requisiti minimi: Pentium 133, Windows 95, 16 Mb ram, 240 Mb Hard Disk, Scheda Audio e Video comp. DirectX 5, Cd-Rom 8x.

Requisiti consigliati: Pentium 133, 32 Mb Ram, Acceleratore Grafico con chipset 3DFX, Sound Blaster 16, 410 Mb Hard Disk, Joystick Analogico o Digitale (se c’è il Force-Feedback in aggiunta, meglio per voi).

Gioco provato su: Pentium 200, 32 Mb Ram, Windows 98, Cd-Rom Pioneer 12x SCSI, Creative 3D Blaster Voodoo 2 12 Mb, Sound Blaster AWE 32, MS Sidewinder Force-Feedback Pro. Con questa configurazione Freespace si è comportato ottimamente.


Grafica -
La grafica di Freespace, soprattutto in versione accelerata, non è molto spettacolare, ma molto pulita e fa adeguatamente il suo dovere. Il suo fiore all’occhiello sono le esplosioni, mentre, per la gioia di molti, il lens-flare è praticamente inesistente. Inoltre, l’engine è fluido anche su macchine low-end.

Effetti Sonori -
A livello di effetti sonori, ma soprattutto di voci, siamo a livelli molto alti.

Musica -
Un ottimo e appropriato tema musicale fa da sfondo alle nostre missioni.

Giocabilità -
Un buon joystick (meglio se dotato di force-feedback) è caldamente consigliato se volete giocare a Freespace sfruttando tutte le sue possibilità. La navetta è facile da controllare e anche i meno esperti non faranno fatica a prenderne il controllo.

Longevità -
Cinque differenti livelli di difficoltà e un’ottima AI garantiscono un’adeguata longevità al titolo.

Real. Tecnica -
Al loro primo gioco, anche se i componenti della software house non sono proprio dei novellini, alla Volition dimostrano veramente di saperci fare e se continueranno così anche nel loro prossimo gioco (un arcade futuristico alla Pod), riceveranno sicuramente giudizi positivi.

Ric. Hardware -
Un P133 con 16 Mb Ram basta assolutamente per godersi il gioco. Se poi c’è anche una scheda acceleratrice, meglio se 3DFX, tanto di guadagnato.

Totale -
Conflict: Freespace è il miglior gioco spaziale uscito da diverso tempo a questa parte. La grafica e la giocabilità sono ottime, ma anche gli altri aspetti sono sicuramente degni di nota. Le richieste hardware sono molto basse e ciò permette anche a chi non possiede un Ninja PC di giocarci adeguatamente. Il che lo consiglia a tutti coloro che amano il genere, ma anche a chi vuole provare qualcosa di nuovo.


Ringraziamo Halifax per averci fornito il materiale recensibile.