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Recensione di: Matteo "Evanz" Evangelisti


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Ahhhhh, quanti ricordi sfogliando le vecchie foto di famiglia, e dire che ho solo 17 anni, ma pare che riesca a fare solo discorsi da vecchio. Eppure cogliendo fra le tante quella che mi ritraeva a bordo di un immenso trattore a cingoli in compagnia di mio nonno, in uno dei tanti filari sparsi nei campi dietro casa mia, sono stato immediatamente invaso dal desiderio di ritornare sullo strano veicolo arancione col quale la vecchia famiglia Evanz solca i campi a inizio stagione. Ma non potendo al momento uscire a trottare per i campi a bordo del mio SAME mi consolo col nuovo gioco della Gremlin/DMA (ora Infogrames/DMA... ndBill), che pur non trattando espressamente di trattori (e il mio lato agricolo ne risente...) ci propone fantastiche avventure a bordo di superbi mini tank, che più o meno assomigliano a trattori a cingoli, ma che potendo sparare enormi proiettili faremo meglio a definire carri armati. Iniziamo dunque a parlare un pochino di ‘sto Wild Metal Country (di cui il nostro caporedattore aveva scritto una esauriente preview qualche mese fa...) partendo con un po’ di storia che non fa mai male. Siamo in un periodo del futuro remoto non meglio specificato, ma che faremo meglio a collocare qualche secoluzzo più in là del 1999 (non ci piove!) e chissà per quale motivo l’uomo che ormai si è espanso nella galassia all’inverosimile ha prodotto delle macchine talmente ubbidienti agli ordini impartiti che, invece di preservare la vita dei costruttori imparano a pensare con la propria testolina e… un attimo di suspence, qualche secondo di pazienza per la sintesi dell’originalità che invade in questo periodo le software house… decidono che non è bene che gli umani rimangano in vita e armatisi di tutto punti partono alla ricerca di tutti i sederini umani per farne un gigantesco minestrone (uhm, minestrone di sederini, potrei vendere le mie idee ad una marca di surgelati: ve lo immaginate Capitan Findus - quello vecchio con la barba non c’è più, sarà morto (lo è... ndBill) - che dice: “Mamme, comprate i sederini di Capitan Findus?” Sarò ricco e potrò comprare il sito per vendere Fabio a qualche Pechinese contrabbandiere di organi per scatolette Chappy...) (il terrore corre sul filo del telefono. Fai attenzione... ndBill).

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Qualche umano fuori di sé (noi per esempio...) viene mandato sul campo di battaglia a riconquistare territori, e così parte il gioco, ci siamo? Struttura semplice sta a grande divertimento sta proprio a pennello in questo caso, e anche se la trama è così semplice e banale da far venire la pelle d’oca, il videogioco in questione compie il suo lavoro in modo egregio. Se videogioco, significa anche per voi divertimento davanti allo schermo del PC, allora ci siamo proprio. Non so, se ricordate un vecchio giochino che si presentò come la massima evoluzione di Gorilla.bas (non sto parlando di Worms, che nonostante il successo ne fu solo un’imitazione...), si chiamava Earth Siege, Balista nella versione italiana. Beh, Wild Metal Country me lo ricorda un sacco, anche se il gioco in questione ha dalla sue una spettacolare grafica 3D, qualche effetto sonoro in più e la possibilità di spostare il proprio veicolo. Si, è vero, Earth Siege era goffo, si basava su una grafica orrenda (eravamo nella prima metà degli anni novanta, fate i vostri calcoli...), non era certo in real-time, ma usava la vecchia suddivisione in turni adottata da Gorilla.bas e poi dai vari Worms, vale a dire prima ti sparo io, poi mi spari tu. Beh, Wild Metal Country è proprio questo: privati del mirino e degli strumenti tipici degli HUD di quasi tutti i videogames di simulazione starà al nostro occhio dover calcolare l’angolazione del cannone e la potenza di fuoco in grado di colpire il nemico, anche se il dover combattere in real-time non dà certo lo stesso gusto di un gioco del genere a turni: per fare un esempio, chi fra di voi ha mai giocato a Worms ben ricorderà l’importanza di ogni singolo colpo, poiché una mossa sbagliata può valere un intera partita. Quando si combatte in real-time, invece basta correggere immediatamente il tiro e fare di nuovo fuoco. In ogni caso WMC è divertente quanto basta per rimboccarsi le maniche e fare di tutto per arrivare al finale, nel quale si spera di trovare uno straccio di filmato, al contrario dell’introduzione, che in pratica non esiste! Tornando di nuovo al gioco vero e proprio aprirei una parentesina sulla grafica, che questa volta mi ha soddisfatto appieno. Con la risoluzione a 800x600 (modalità a 32 bit...), il gioco non scattava neanche a pagarlo e forniva con estrema fluidità immagini davvero nitide e realistiche; le esplosioni come ho largamente documentato a suon di immagini (ne ho grabbate ben tredici...) sono spettacolari, non tanto per il realismo, ma per lo spettacolare gioco di luci che ogni volta ci donano (fare fuori un tank nemico equivale ad una notte di capodanno passata per le strade di Napoli...): mentre una prima deflagrazione manda in frantumi il veicolo i detriti che saltano in aria continuano a lasciare lingue di fuoco, che sparse nell’atmosfera rendono magistralmente l’effetto “notte del 31 Dicembre” sopracitato, mentre i numerosi rottami, rimbalzati sulle pareti del canyon, si spengono sulla sabbia.

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La luce, come detto, è la grande protagonista, non solo nelle esplosioni, ma anche nei giochi d’ombra e nei cambiamenti climatici dell’ambientazione circostante. Non di rado capiterà di notare sensibili variazioni dell’intensità della luce naturale a causa, pensate un po’, delle nubi che si addensano mestamente attorno al sole che riscalda la nostra carrozzeria. Guidando il tank attraverso impervie scorciatoie scavate dal vento nella roccia, inoltre, potremmo apprezzare la giocabilità di questo titolazzo, limitata inizialmente dall’approccio poco pratico con i comandi del carro. Già, perché i tank di WMC si controllano esattamente come il trattore di mia nonna, dove, per esempio, spingendo la leva di destra in avanti si fa girare il veicolo a sinistra in quanto viene attivato il cingolo destro che fa ruotare il tutto sull’asse di quello sinistro: che detto così di sicuro non ho chiarisce molto; tuttavia vi assicuro che dopo dieci minuti di gioco il cingolato sarà già in vostro pugno. Ma la cosa più spettacolare, l’emozione più esaltante, vi sarà sicuramente data dal far letteralmente volare i vostri mezzi. Non ce niente di meglio, per far fuori un nemico, che aggirarlo salendo su uno degli altopiani circostanti e tuffarsi su di questo con l’impeto di uno gnu d’acqua dolce, vedrete il carro rotolare goffamente giù dalla scogliera, saltellando su ogni sporgenza per poi rimanere a testa in giù come una testuggine, ma vi assicuro che (come dimostrano le immagini...) non sarà molto utile e tatticamente corretto, ma sicuramente divertente quanto vedere il buon Fabio correre in mutande per i corridoi della scuola (non che l’abbia mai visto farlo, ma quando potrò comperarlo prima di venderlo ai Pechinesi glielo farò fare….. nnoooooo, Fabio, non mi vergare, pietàààààà, per gli occhiali di Bill Gates, risparmiami!) (la sconterai tutta... ndBill). Sonoro e musiche nella norma, senza troppe esaltazioni né dall’una né dall’altra parte. Il Multiplayer, naturalmente incorporato, permetterà la solita connessione via modem, sulle onde della rete, o per connessione diretta.

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Nel complesso, dunque, un gioco che sinceramente, mi ha divertito, mi è piaciuto e mi sento l’obbligo di raccomandarvi una volta fatti conti col vostro portafogli e la macchina sulla quale avrete intenzione di farlo macinare, nonostante tutto credo che disabilitando qualche opzione del tipo ombre, dettagli massimi, e riducendo un minimo la risoluzione il tutto possa girare anche su un computer di fascia media, ma vi consiglio, data la qualità di alcuni aspetti della grafica, una scheda grafica che supporti le D3D: diciamo che una da 8 Mega e quel po’ di Ram che non guasta mai, vi farà dormire sonni tranquilli. Per stanotte è tutto, a presto, e ora lasciate che un povero disgraziato muoia in pace fra le pagine di un Aristotele che non va giù neanche con tre litri di acido muriatico.

Titolo: Wild Metal Country
Software House: Infogrames / Gremlin Interactive
Sviluppatore: DMA Design
Distributore: Cidiverte
Prezzo: Lire 89.000



Requisiti minimi: Pentium 166, 16 Mb di RAM, Cd-Rom 4x, 40 Mb Hard Disk, Scheda Audio e Video comp. DirectX 6, Windows 95/98.

Requisiti consigliati: Pentium 233 MMX, 32 Mb Ram, Scheda Audio 3D, Acceleratore Grafico Comp. D3D o 3DFX.

Gioco provato su: K6-2 400, 128 Mb Ram, CD-Rom 24X, Matrox Mystique G-200 8 Mb, Sound Blaster 16.Con questa configurazione il gioco non ha presentato alcun tipo di problema.


Grafica -
Molto bella e realistica, esplosioni di ottima fattura, effetti luce quanto mai realistici, ma una piccola pecca che ruba la lode: ogni tanto appare un buco fra le texture dei piani inclinati (che se non altro, pendenza permettendo, sono tutti percorribili...).

Effetti Sonori -
Né carne, né pesce, sonoro e basta. Sono supportate tutte le nuove tecnologie di 3D Sound.

Musica -
Una discreta colonna sonora accompagna le vostre gesta.

Giocabilità -
A parte l’iniziale difficoltà dovuta al difficile approccio coi comandi, ci siamo proprio.

Longevità -
Non saprei, è un gioco che potrebbe stancare dopo dieci minuti come non finire mai di stupire e divertire, qui comandano i gusti personali. Io ci giocherei spesso, vi fidate?

Real. Tecnica -
Pochi problemi e pochi bug. Fossero così tutti i giochi...

Ric. Hardware -
Stando a quanto detto sulla confezione un P166 è il minimo richiesto, ma fra le configurazioni raccomandate spicca la sigla Pentium II (come era prevedibile...), dunque fate i dovuti calcoli, e come ho precedentemente detto credo che disabilitando qualche opzione del tipo ombre, dettagli massimi, e riducendo un minimo la risoluzione il tutto possa girare anche su un computer di fascia media, ma vi consiglio, data la qualità di alcuni aspetti della grafica, una scheda grafica che supporti le D3D: diciamo che una da 8 Mb e quel po’ di Ram che non guasta mai vi farà dormire sonni tranquilli.

Totale -
Un gioco carino, divertente, che non vi farà pentire della vostra scelta e che non vede l’ora di schizzare fra i vostri microchip.


Ringraziamo Cidiverte per averci fornito il materiale recensibile.


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