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Recensione di: Matteo "Evanz" Evangelisti


 

Devo essere sincero, questa volta dalla Westwood mi aspettavo qualcosina di più. Sarà che D2000 è solo un titolo di seconda importanza (tant’è che alla Westwood sono impegnati alacremente a terminare Tiberian Sun), sarà che gli sforzi della suddetta probabilmente saranno stati impiegati in qualche altra produzione (lo sviluppo è stato affidato alla Intelligent Games, responsabili di giochi come PGA European Tour e Sim Isle ndBill), ma l’amaro in bocca dopo aver inserito il CD nel mio vetustissimo P120 mi è rimasto eccome. Dune 2000 è senza dubbio una spudorata copia di Command & Conquer, con ambientazione a tema. Come credo tutti ricordiate, i programmatori della Westwood erano stati i pionieri degli strategici in tempo reale con il loro Dune 2: Battle of Arrakis, che diede praticamente la nascita ad un genere che ha visto numerose diramazioni ed ha portato un sacco di soldi in casa alle varie software house, con numerosi titoli, validi e non (per citare solo i più validi: Total Annihilation e relativi data-disk, Starcraft, Age of Empires (il cui data-disk è ormai in via di recensione qui su AVOC ndBill), Dark Reign, Myth e così via....). Per accaparrarsi una buona fetta dei nostalgici (visto che Dune 2 è ancora uno dei giochi più ricordati dai possessori del buon vecchio Amiga), alla Westwood hanno deciso di ritornare sulle lande desertiche della saga creata da Frank Herbert (che ha visto anche la realizzazione di un film, diretto da David Lynch, con Sting ndBill), adattando il vecchio Dune 2 alle nuove tecnologie (ovvero riempiendo il CD con un sacco di filmati recitati, di ottima qualità), ma mantenendo (e non saprei se definirlo un male o un pregio) l’impostazione del gioco iniziale, che è stata resa più simile però a quella di titoli come il primo C&C o Red Alert. Parlando del gioco, possiamo praticamente dire che la trama è la solita dei precedenti capitoli: il pianeta Dune pare essere l’unico in tutta la galassia, o giù di lì, a possedere il più pregiato e costoso materiale esistente nell’universo, la Spezia, in quantità industriali, e il solito imperatore bastardo e bacucco tutto vestito di nero, come vuole la migliore tradizione degli illustri Imperatori Galattici Bastardi & Bacucchi, foderato da un felicissimo mantellino nero trapuntato dalla nonna, lascia che a decidere le sorti del preziosissimo pianeta siano tre fameliche dinastie inter-spazio-galattiche.

E qui veniamo noi che, istruiti in 25 secondi di presentazione dalla figlia di Cesare Ragazzi, dobbiamo scegliere a quale delle tre dinastie proposteci (ARISTIDES, HARKONNEN o ORDOSS) vogliamo aderire. Devo dire che sinceramente questa possibilità mi ha ricordato molto Starcraft, l’unico RTS che io abbia giocato e che forniva la possibilità di scegliere tra tre differenti razze, ognuna con missioni differenti, proprio come in Dune 2000. E’ comunque da notare che, per una volta, gli inventori del genere si siano ispirati ad un’idea inventata da un’altra software house, la Blizzard, che potrebbe essere annoverata tra le specialiste del genere. Ora, addentriamoci nel gioco vero e proprio, infatti, una volta scelta la dinastia per mezzo di un variopinto menù che ne dipinge le effigi, ci viene subito mostrata la mappa del pianeta Arrakis, sulla quale vengono riportate le conquiste delle tre fazioni in lotta. Da qui abbiamo la possibilità di scegliere in quale zona portare armi e bagagli e iniziare la colonizzazione, valutando attraverso le conquiste avversarie, quali territori esplorare per primi evitando scontri diretti con massicci plotoni degli eserciti nemici. Segue un altro breve filmato dove i nostri istruttori ci forniscono le dritte per la missione che segue, e nel quale possiamo trovare personaggi al quanto singolari come una sorta di incrocio fra Capitan Findus e Obi Wan Kenobi e altri personaggi di vario genere. Dobbiamo comunque notare, la presenza, tra gli attori che recitano nei filmati, di John Rhys-Davies, attore cinematografico, che ha interpretato film come Indiana Jones e l’Ultima Crociata, e parecchi altri e ha già partecipato ad altre produzioni ludiche, come i due Wing Commander III e IV e Ripper.

Il succo del giochillo arriva poco dopo e, una volta piombati sul pianeta deserto, altro non possiamo fare che essere pervasi da una specie di deja-vu ed esclamare a gran voce “Ehi, io ho già giocato a questo gioco” o magari convincervi che esistono casi di reincarnazione e che voi ne siete la prova vivente, ma purtroppo, i culti orientali non c’entrano proprio niente. Il problema sta solo nel fatto che vi è capitato fra le mani, forse, il decimillesimo tentativo di clonare Command & Conquer (per altro della stessa software house) e unirli a background gloriosi quali quelli di Dune 2. La grafica, usando lo stesso engine di C&C ha pressoché gli stessi pregi e gli stessi difetti: gli uomini sono poco dettagliati, mentre automezzi e costruzioni sono a livelli abbastanza buoni. L'interfaccia risulta un po' datata e assolutamente identica a quella che mi capitò di vedere tempo fa giocando a C&C: Red Alert. La prospettiva è la solita a volo d’uccello, dall'alto e senza alcuna inclinazione, che fa venire a meno, dunque, la sensazione di profondità. Gli edifici sono ben realizzati e proporzionati rispetto al resto del territorio e dei personaggi. Il paesaggio, invece è, almeno nei primi 6-7 livelli, un pochino sciatto: niente alberi, scarpate, fiumi, neve, paludi, solo sassi, terra bruciata e sabbia. E' interessante la presenza dei "vermi", giganteschi anellidi che occupano le aree desertiche, da quel che mi ricordo del buon vecchio Dune 2, questi simpaticoni erano attratti dalle vibrazioni emesse dai veicoli, quindi non sostate a lungo con i vostri mezzi sulla sabbia. Le modalità di attacco dei vermi sono semplici, vi puntano, vi inseguono (modello Tremors.... ) e, se lasciate loro il tempo, vi ingurgitano in pochi istanti. Allora, a vostra disposizione avete un po' di tutto. Le unità terrestri si dividono in parecchie branche: fanteria, f.pesante e d'assalto, carri armati, distruttori e via dicendo...

Ritornando alle azioni di gioco, ho trovato interessante la possibilità di formare, denaro permettendo, plotoni di grandezza illimitata. I combattimenti risultano comunque un po’ scomodi in quanto si perde facilmente il controllo del proprio plotone ed è necessario richiamarlo continuamente con il tasto corrispondente sul tastierino numerico. Questo accade, in quanto non è stata impostata la funzione presente invece in giochi come Starcraft, che permette di comandare direttamente con il tasto destro del mouse l’azione più ovvia da compiere nella zona su cui è puntato il cursore. Prima di terminare, però, una parola sul multiplayer. La Westwood ha fatto tesoro degli insegnamenti della Blizzard e Dune 2000 è giocabile anche via Internet (oltre alle consuete modalità via rete, modem e cavo seriale), attraverso la Westwood Chat, un servizio di gioco on-line gratuito (il client per giocare viene installato con il gioco), che si ispira molto alla Battle.net della software house di Bill Roper. Tutto di guadagnato, non c’è che dire... Per finire, prima di passare al commento, direi che Dune 2000 non è comunque un titolo malvagio e vale la pena di essere provato per poter essere giudicato; se vi è piaciuto Red Alert è probabile che sarete soddisfatti anche da questo titolo.

Titolo: Dune 2000
Software House: Electronic Arts
Sviluppatore: Westwood Studios
Distributore: CTO
Prezzo: Lire 89.000



Requisiti minimi: Pentium 90, Windows 95, 16 Mb Ram, Cd-Rom 4x, Scheda Video e Scheda Audio comp.DirectX 5, 60 Mb Hard Disk, Mouse.

Requisiti raccomandati: Pentium 120, 16 Mb Ram, Scheda Sonora 16-bit, 107 Mb Hard Disk.

Gioco provato su: Pentium 120, 16 Mb Ram, Cd-Rom 8x, Sound Blaster 16. Con questa configurazione il gioco non ha presentato problemi.


Totale -
Quando il nostro Fabio mi ha dato da recensire questo Dune 2000, da grande appassionato di RTS, ho accettato di buon grado, visto che ho praticamente giocato tutti i titoli del genere usciti negli ultimi tempi. Non che abbia rimpianto questa scelta, ma purtroppo, Dune 2000 mi ha lasciato con l’amaro in bocca, anche perchè non si tratta di altro che di una versione tirata e lucidava a nuovo del glorioso Dune 2, con una grafica leggermente migliorata (merito dell’engine di Red Alert), ma con tutti gli altri aspetti praticamente intatti, oltre ad un quantitativo industriale di filmati, che occupano l’85% del CD, ma che sono necessari, nel perfetto stile Westwood degli ultimi tempi, per raccontare la storia che fa da sfondo alle nostre lotte per la colonizzazione di Arrakis. Insomma, Dune 2000 è comunque un gioco non malvagio, ma riservato solo alla nicchia dei puri appassionati di strategici in tempo reale, visto che, probabilmente, dopo averlo giocato, gli altri odierebbero ancora di più il genere.


Ringraziamo CTO per averci fornito il materiale recensibile.