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Recensione di: Federico "Saeba" Boschetti


Una simulazione per nostalgici, o semplicemente un gran bel gioco?

E’ questo l’interrogativo che ci rimane dopo aver provato, testato e rivoltato come un calzino uno dei giochi piu’ controversi della stagione. Non si puo’ rimanere che esterrefatti davanti ad una tale fedelta’ simulativa, non si puo’ dire infatti che alla Papyrus abbiano mai fato semplici “giochini” ma in questo caso siamo a livelli veramente maniacali. Gia’ il semplice fatto di ambientare la simulazione nel 1967, ultimo anno in cui le macchine di formula 1 assomigliavano piu’ a cavalli imbizzarriti, che a monoposto da gara (non che adesso sia facile, ma allora era veramente questione di manico….), denota la sottile vena di follia che deve aver pervaso gli studi della casa americana quando a quel pazzoide genialoide di Dave Kaemmer e’ venuta l’idea per questa simulazione. Ora per dirla alla Lubrano… la domanda sorge spontanea: ma che razza di programmatori ci sono alla Papyrus? Sono forse tutti piloti mancati (di un soffio secondo me), o forse pensano che il mondo sia pieno di talenti in erba, con un super computer sotto le mani e un buon volante? Francamente, ho letto un’intervista dove lo stesso capo carismatico diceva che in realta’ di appassionati di questo genere di giochi ce ne sono a bizzeffe…. Mah ! non vorrei che la natura fortemente elitaria di questo gioco non sia come un’auto mazzata sugli “zebedei”! Vi voglio avvertire fin da subito: se non siete dei veri Appassionati (la A maiuscola non e’ un caso), disposti a perdere MOLTO tempo e con una pazienza ferrea….

Il team Ferrari nel 1967. Guardate anche com'era la macchina. Abbiamo appena sbattuto contro i guard-rail laterali a Monaco. Questo è il risultato.

Beh’ e’ meglio se lasciate perdere. Capitemi, la mia non e’ una dichiarazione di sfida, il suddetto GPL, e’ un gioco molto ma MOLTO difficile. Per farvi un’idea, gia’ in rettilineo, e’ molto difficile tenere la macchina in pista, non parliamo poi di come si affrontano le curve, con la macchina che tende a partire per le lande appena arrivate con una velocita’ leggermente (e dico leggermente) superiore a quella tollerata dal motore del gioco per quel punto di pista….. Per quel che riguarda la manualistica, il tutto e’ in linea con la produzione complessiva , cioe’ il librone di spiegazione e’ corposo e molto completo, e come tutto il resto DEVE essere studiato a fondo con notevole dispendio di energie psico-fisiche e di ore. Parlando di energie perse, non ho usato un eufemismo, si tratta proprio di fatica, nel senso che per tenere la macchina in pista, e non parlo di limare i tempi ma proprio di andare dritto, si sudano le famose sette camice, e anche qualcuna di piu’ e soprattutto all’inizio si toccano livelli di frustrazione non indifferrenti, con relativi improperi contro la Papyrus (chissa’ come gli fischiano le orecchie a Dave Kaemmer) e craniate contro il muro. Se andiamo poi a vedere il motore grafico, non si puo’ dire che non faccia il suo dovere onestamente, anche se necessita almeno un Pentium 2 a 266 Mhz per girare ad una fluidita’ decente con tutte le macchine in pista. Sul mio “modesto” Pentium 200 MMX con Voodoo 1 (che comunque ha vita breve… la prossima settimana arriva il Pentium 2 a 350 Mhz, come sono contento….) il gioco ha scattato abbastanza vistosamente nelle fasi di gioco un po’ piu’ affollate, come ad esempio alla partenza, oppure nei momenti in cui la visuale copre una grande porzione di terreno; nelle fasi di gioco comuni non e’ mai comunque andato oltre i 22 fps e abbassato sotto i 15 ( a parte i casi prima elencati). Il mio consiglio e’ quello di privilegiare SEMPRE la fluidita’ alla perfezione grafica, soprattutto in un gioco come questo, dove il controllo e’ fortemente condizionato dallo svolgimento dell’azione su schermo, e piu’ in generale dall’aggiornamento dei fotogrammi.

Il replay è sicuramente il migliore mai visto in un gioco di guida. La Papyrus non si smentisce in questo. Ci siamo girati in curva e il rischio di incidente è molto alto.

La grafica, come vi ho accennato prima e’ notevole sotto tutti i punti di vista (naturalmente al livello di dettaglio massimo, se si cala in dettaglio, le differenze si vedono, eccome!) a parte qualche imprecisione (ad esempio nel circuito di Monaco, tra l’altro realizzato pregevolmente nel suo insieme, si nota qualche attaccatura delle texture che allontana quel realismo tanto agognato dalla software house americana). Tutto il gioco mostra comunque una classe e una accuratezza di realizzazione veramente rare, con chicche come la presenza dei poster originali dell’annata (tra l’altro piuttosto nefasta per i nostri colori, visto la prematura scomparsa di Lorenzo Baldini e anche a livello prettamente sportivo, visto il successo di Denny Hulme e della scuderia Brabham, che fece man bassa addirittura col secondo posto di Jack Brabham, pilota e costruttore stesso della vettura !!!!), anche se questa meticolosa realizzazione presenta anche aspetti negativi. I piu’ importanti sono sicuramente, a livello grafico una certa poverta’ degli oggetti a bordo pista (lo stesso Nurburgring, sicuramente la pista piu’ lunga e impegnativa della stagione, a tratti e’ veramente desolato e desolante, soprattutto per un osservatore esterno, per chi gioca, conta solo tenere in pista la macchina e quasi non se ne accorge) e a livello, diciamo cosi’, epidermico, un certo distacco da parte dei giocatori dei nostri tempi, che se va bene all’epoca erano appena nati, se va male i gran premi se li vedevano in mezzo ai cherubini (che alla Papyrus abbiano la sindrome da Lavazza?….). Tutto questo ci fa tornare all’interrogativo che ho vi ho gia’ preannunciato nell’epigrafe: ma come si puo’ pensare ad un gioco del genere alla fine del 1998 e sperare che venda bene? Francamente spero di sbagliarmi e anche di grosso, perche’ in un momento in cui i giochi per PC stanno si’ vivendo un periodo di ottima salute per quel che riguarda l’aspetto estetico (hanno superato, e di molto, le migliori console esistenti…. anche il futuro Dreamcast, penso sara’ inferiore ad un Pentium2 pompato con scheda 3d, cosa questa assolutamente inedita nel mondo dei videogiochi), lo stesso non si puo’ dire per quel che riguarda la varieta’ e l’originalita’, con un generale appiattimento e una tendenza all’ingufamento su due generi: lo sparaefuggi in prima persona alla Quake – Unreal e gli strategici in real time, un po’ di originalita’ non guasta affatto.

Accozzaglia paurosa in curva, con una lotta incredibile per ottenere il primato. Siamo al Nurburgring, in uno dei rettilinei più lunghi dello sterminato circuito. Potete notare il buon dettaglio grafico.

Comunque questa assoluta eccentricita’ fa parte del fascino “adulto” del gioco, che fa in modo di cogliere impreparato il giocatore sin dalle prime schermate (anche la stessa campagna promozionale e’ qualcosa di molto particolare e d’effetto), e avvolgerlo in un’atmosfera retro’ coinvolgente per chi non rimane alla superficie delle cose, e non si lascia scoraggiare dalle imprese (semi) impossibili. Ecco, forse e’ a questo che alla Papyrus miravano, con un coraggio al limite dell’autolesionismo veramente invidiabile (in fondo agli americani non frega niente della F1 attuale, figuratevi di quella degli anni 60…. Inoltre non sarebbe costato nulla fare un gioco sulla F1 attuale, e posso sicuramente dire, che avrebbe, almeno in Europa, venduto sicuramente di piu’….), ricreare l’aspetto quasi pioneristico di quegli anni, in cui uno sbaglio voleva dire grossi guai anche fisici per il pilota (vabbe’ adesso mi direte che anche adesso i piloti muoiono, vedi il povero Ayrton Senna, ma francamente concorderete anche voi, quando si guarda quanto la FIA sta facendo per la sicurezza dei piloti….).Ecco, per gustare appieno questo titolo dovrete essere anche voi un po’ matti come i piloti di allora, con una passione per la guida, al limite del fanatismo e una pazienza certosina (nonche’ un’abilita’ innata al controsterzo in piena curva).


IL COMMENTO DEL CAPOREDATTORE

Appena Grand Prix Legends è arrivato in redazione, ho letteralmente strappato via il pacco che lo conteneva dalle mani del corriere e sono subito corso a provarlo. Sono stato lì quasi tutto un pomeriggio, per cercare di scoprire quali erano i meccanismi oscuri che permettevano di rimanere in pista in questo stupendo gioco. Devo dire che, anche se solo con la tastiera, la macchina si controllava bene (non chiedetemi come ho fatto a stare in pista in questo modo, perchè non ne ho proprio la minima idea), ma il gioco è di una difficoltà incredibile. Condivido quindi il giudizio di Federico: GPL è un gioco solo per stretti appassionati (come il sottoscritto) di simulazioni di guida, mentre gli altri, dopo cinque minuti di gioco, prenderebbero il CD e lo scaglierebbero via dal nervoso (provare per credere....). Papyrus, ben fatto comunque.

 

Titolo: Grand Prix Legends
Software House: Sierra
Sviluppatore: Papyrus
Distributore: Leader
Prezzo: Lire 99.000



Requisiti minimi: Pentium 166, Windows 95/98, 16 Mb Ram, 140 Mb Hard Disk, Scheda Audio e Video comp. DirectX 5, Cd-Rom 4x.

Requisiti consigliati: Pentium 200 o superiori, 32 Mb Ram, Acceleratore Grafico 3DFX, Cd-Rom 4x, Scheda Sonora 16-bit, Volante.

Gioco provato su: Pentium 200 MMX, 32 Mb Ram, Windows 98, Cd-Rom 24x, Orchid Righteous 3D, Sound Blaster 16. Con questa configurazione il gioco ha presentato alcuni rallentamenti, che vi richiedono una diminuzione del dettaglio.


Grafica -
Il motore e’ valido, ma forse e’ aiutato dalla desolazione a lato pista….

Effetti Sonori -
Dignitoso, fa il suo dovere, con rumori differenziati e vento che frusta l’auto.

Musica -
Praticamente è assente......

Giocabilità - --
Dipende moltissimo dalle vostre caratteristiche.

Longevità - --
O lo abbandonerete dopo una giornata di improperi, o ci passerete moooolto tempo.

Real. Tecnica -
Nessun bug notevole, ma si sa, con giochi così complessi è facile che qualche magagna salti fuori.

Ric. Hardware -
Qui la situazione è pelosa, meglio se vi procurate un bel processore dell’ultima generazione e un bel Voodoo 2, per poter guidare senza (almeno) i problemi di basso frame rate e con l'aspetto migliore del gioco. Se vi sapete accontentare basta anche un Pentium 166 MMX con Voodoo 1.

Totale - --
Cerchiamo di fare chiarezza sul voto che troverete in fondo alla recensione: questo non e’ altro che un valutazione personale di chi scrive,(e come tale criticabile e alquanto soggettiva) che ritiene questo gioco una vera mosca bianca, una perla rara nel panorama ludico di quest’anno, sconsolatamente piegato alle esigenze di marketing e schiacciato sotto il peso di un’enormità di seguiti, data disk, idee trite e ritrite, ingentilite da una veste grafica all’avanguardia. L’unica cosa che posso fare per aiutarvi nella giuda per un possibile acquisto e’ indicarvi che caratteristiche dovete avere per giocare Grand Prix Legends (sono un grande, ho ridefinito completamente la concezione di richieste di sistema !!!!!!!!); notate bene che se vi manca anche solo una di queste il gioco NON fa per voi, e quindi tutto quanto vi ho detto di buono va a farsi friggere, e viene sovrastato in modo definitivo dagli aspetti negativi; in pratica DOVETE:

1)     Essere dei VERI appassionati di giochi di guida.
2)     Essere maniaci delle simulazioni realistiche (quelli che ritengono Monaco RS 2 un arcade…..)
3)     Avere una pazienza ferrea e una volontà feroce
4)     Possedere doti di pilota non indifferenti (roba da dilettanti….;-)….)
5)     Avere un computer bello pompato con scheda 3D
6)     Avere un volante decente (ma forse il force feedback e’ quasi d’impiccio…ma se siete maniaci…)

Tutto questo, senza comunque dimenticare che il gioco e’ bello, molto bello, solo con una curva d’apprendimento modello partenza dello Space Shuttle…. E anche con tutti gli aiuti attivati. Insomma o si adora o si odia, senza mezzi termini, provatelo e saprete a quale delle due categorie appartenete (da un amico, un negozio oppure anche il demo va bene).


Ringraziamo Leader per averci fornito il materiale recensibile.