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Recensione di: Federico "Saeba" Boschetti


 

Ok adesso mi direte che non e’ il primo esempio di connubio spazio- mare, che ad esempio G-Darius (e tutti i suoi predecessori), l’avevano gia’ utilizzato, che anche in Star Trek lo spazio e’ visto come un immenso mare (le battaglie della prima serie assomigliavano molto a quelle fra sottomarini della 2a guerra mondiale), ma insomma qui si esagera! La prossima volta, invece dei laser mi porto nello spazio graticola e spiedini! Comunque, a prescindere dall’ambientazione, che a qualcuno potrebbe anche piacere (il mondo e’ bello perche’ e’ vario), e’ meglio affrontare da subito cosa ha da offrire di nuovo questo Xenocracy ad un mercato gia’ saturo di titoli molto validi. Prima di tutto la storia: una volta tanto, non si combatte per il tornaconto dell’umanita’, ma di una specie di alleanza pangalattica atta al mantenimento della pace suprema in tutto l’universo. Tutto questo sa tanto di Nato - ONU versus Saddam (o peggio ancora quel pazzo di un serbo di Milosevic), solo che la parte del cattivo questa volta spetta proprio a noi poveri umanoidi repressi e primitivi (e grazie, lo sapevamo da soli che siamo indietro rispetto a tutto l’universo, ma farci passare anche per guerrafondai.... be’ ora che ci penso potrebbero avere pure ragione...)

Il classico Briefing pre-missione. Ed ecco a voi l'astronave con cui inizierete la vostra avventura (oddio, assomiglia piu' che altro ad un totano..).

Il tutto per dare un po’ di verve e senso di nuovo (magari pure pulito) al tutto senza trascurare i sacri dogmi dello spazio. Ancora una volta, la querelle scoppia per una fonte d’energia, il lycosite, un particolare minerale liquido (cosi’ evitano pure di lavorarlo, e ci credo che fa gola a tutti) assolutamente necessario per le mire espansionistiche terrestri (ma anche marziane venusiane e mercuriane, lo sapevo che c’era qualcun’altro a contendersi il ruolo di cattivo!); cosi’ nei panni di un agente dell’UPN (United Planet Nations....... cosa vi dicevo?), sarete inviati nel sistema solare per evitare che scoppi l’inscoppiabile. Questo vi si parera’ di fronte solo se deciderete di affrontare il gioco nella modalita’ simulazione; scegliendo la possibilita’ di giocare in arcade, avrete invece uno sparaefuggi 3d spaziale con totani al posto dei soliti incrociatori o caccia. Quindi torniamo subito a parlare della simulazione: attraverso dei suggestivi menu’ e accompagnati da una musica convincente e d’atmosfera scopriremo (a dir la verita’ in modo un po’ macchinoso, visto che le informazioni sono sparse un po’ ovunque in sottomenu’, opzioni, storie, esperienze e via verso nuove mirabili avventure!) il dipanarsi di una trama un po’ scontata, che racconta i fatti accaduti fino al momento dell’inizio del gioco (10.600!!!!, ullapeppa, che esagerati, ma non sanno che il bello delle avventure spaziali e’ che comunque devono poter essere immaginate come possibili e non troppo future, altrementi perdono verosimiglianza?),dopo di che tutto sta nelle vostre capaci (...) mani. Dal punto di vista tecnico, non ci si puo’ lamentare, visto che il motore che muove il gioco supporta molto bene le schede accelleratrici (con due possibilita’: nativo 3Dfx o Direct3D), comportandosi piu’ che discretamente in qualsiasi occasione, anche se e’ meglio specificare che non c’e’ poi molto da muovere sullo schermo e non ci sono dei gran preziosismi grafici, a parte qualche lens-flare di cui vi do testimonianza in una foto qui intorno.

Uno stormo di struzzi di mare spaziali (sono meglio di Piero Angela). Una frittura totale spaziale globale: stelle, pianeti, gas rosa e lilla (!).

Molto gradita l’opzione che permette di avanzare a livello tecnologico le vostre astronavi e le vostre armi-scudi; attraverso il reparto ricerca e sviluppo potrete infatti dedicarvi al potenziamento progressivo di uno o dell’altro aspetto secondo i vostri gusti, o meglio esigenze del momento, il tutto tramite i crediti guadagnati nei vostri lavoretti da mercenario per l’UPN (grandiosa l’opzione di occultamento modello Klingon o Romulani…. Eh eh eh). Il bello del gioco e’ che come mercenario potrete scegliere le missioni che piu’ vi aggradano tra un’ampia casistica, anche se prima o poi dovrete affrontale tutte. Questa non- linearita’ lascia comunque spazio alla responsabilita’ che si prende il giocatore scegliendo in un determinato momento una missione piuttosto che un’altra, con conseguenze, anche gravi, sulla storia. Il tutto per farvi capire che il vostro compito sara’ quello di non far prevalere una delle forze in gioco a favore di un’altra; allo scopo sara’ fondamentale una attenta analisi del debriefing post-missione, nel quale vi verranno svelati anche i risvolti politici delle vostre azioni in battaglia, anticipandovi in qualche modo una delle vostre missioni future. Ma sinteticamente il gioco com’e’? Direi che il paragone con il pesce, che tanto e’ piaciuto ai grafici per il design delle navi spaziali, e’ forse quello che calza di piu’ ad un titolo come Xenocracy. Come il pesce non e’ necessario nella dieta quotidiana (a base di Conflict: Freespace, Xwing Vs Tie Fighter e Wing Commander, titoli che rappresentano il primo, il secondo e il contorno del genere..), anche se ogni tanto fa bene (il fosforo – ovvero un po’ di pazzia- ogni tanto aiuta nel grigiore urbano), come il pesce dopo un po’ puzza (nel senso che vi stancherete abbastanza presto di giocarci), e come il pesce e’ un prodotto d’elite (a qualche appassionato piacera’ sicuramente).

Titolo: Xenocracy
Software House: Grolier Interactive
Sviluppatore: Simis
Distributore: Software & Co.
Prezzo: Lire 89.000



Requisiti minimi: Pentium 90, Windows 95, 16 Mb Ram, Cd-Rom 4x, 150 Mb Hard Disk, Scheda Video e Scheda Audio comp.DirectX 5.

Requisiti raccomandati: Pentium 166, 32 Mb Ram, Acceleratore Grafico D3D o 3DFX, Scheda Sonora 16-bit.

Gioco provato su: Pentium 200 MMX, 32 Mb Ram, Windows 98, Orchid Righteous 3D 4 Mb, Sound Blaster 16. Con questa configurazione il gioco non ha presentato problemi.


Totale -
Ci vuole qualcosa di strano ogni tanto, e non si puo’ dire che Xenocracy non rompa gli schemi tradizionali del genere, ma e’ anche vero che alla fin fine si dimostra un titolo solo discreto, salvato appunto dalla sua originalita’ e che dal punto di vista, ad esmpio, della giocabilita’ soccombe innanzi ai mostri sacri (tra i quali annovero anche il recente Conflict: Freespace), di cui rappresenta solo un degno compendio. Un prodotto per appassionati, che ormai hanno giocato a tutto il giocabile del genere e non sanno attendere una nuova puntata del loro classico preferito, oppure che hanno voglia di distrarsi un po’ magari con una veloce partita nella modalita’ arcade.