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Recensione di: Fabio "Bill" Cristi


 

Senza dubbio, una delle software house europee che si è cimentata di più, a poco più di due mesi dall'uscita europea, nella realizzazione di titoli per Dreamcast, è stata l'inglese Criterion. Con il loro motore grafico Renderware, adattabile ad un gran numero di piattaforme (infatti sono già previsti titoli per PSX2...), i Criterion hanno già creato due titoli (incluso quello che andiamo ora a recensire...) per la console della Sega. Uno è stato il divertente Trickstyle, che abbiamo già recensito ed è anche uscito per PC; il secondo, invece, è questo Suzuki Alstare Extreme Racing (il terzo sarà Deep Fighter: uscita contemporanea, per PC e DC, nel Marzo del 2000...). Ma cosa si nasconde dietro questo lunghissimo titolo (disponibile anche per GameBoy Color, chiaramente con qualche "leggera" differenza...)? Molto semplice, si tratta di Redline Racer, titolo uscito per PC nei primi mesi del 1998, sempre sotto etichetta Ubi Soft, che aveva causato pareri contrastanti all'interno della stampa. Moto Racer era allora considerato il miglior titolo motociclistico presente sul mercato e Redline Racer causò una vera e propria scissione all'interno della stampa specializzata: c'era chi lo riteneva molto meglio del titolo della Delphine, mentre c'erano coloro che, come il sottoscritto, lo consideravano peggiore del titolo EA. Su AVOC, infatti, il semplice sei che si prese, come voto finale, non era certo un buon biglietto da visita (ricordatevi che l'abbiamo recensito in anteprima, nel Gennaio del 1998, quindi due anni fa...). Redline Racer riscosse comunque un buon successo e, in virtù di questo, negli ultimi mesi del 1998, è stato uno dei titoli usciti per lanciare il DC in Giappone. Nel corso di quest'ultimo anno, Ubi Soft ha stretto un accordo con la Suzuki, nota azienda motociclistica (ma anche automobilistica...) giapponese, per lo sfruttamento del nome, delle moto e dei piloti appartenenti ai vari team motociclistici di proprietà della casa nipponica. Il risultato è stato quindi un cambiamento del titolo del gioco, a cui è seguito un completo restyling delle moto (che sono diventate così quelle delle casa giapponese...), delle tute dei piloti e dei piloti stessi. 

Il gioco risulta quindi diverso dalle originali versioni PC e DC-JAP (identiche fra loro...), cosa che corrisponde proprio alla politica di Ubi Soft di creare versioni differenti dei loro titoli, adattandoli ad ogni piattaforma e non creare mere e identiche conversioni fra sistemi diversi. Dopo aver inserito il GD-Rom nella console e dopo un breve caricamento, vi verrà mostrato immediatamente il menu principale. Le modalità disponibili sono solamente due, la Gara Singola e il Campionato. Nella prima, inizialmente, avrete a disposizione solamente una moto (guarda caso, una Suzuki GSX-R 600, la moto utilizzata nel campionato Supersport...) e tre piste. Diciamo che questa modalità potrebbe essere comparata ad una semplice pratica, visto che i vostri risultati non influiranno assolutamente sul resto del gioco (al massimo stabilirete alcuni record nelle varie piste...), ma tutto quello che avrete fatto, invece, vi potrà servire per capire come vanno affrontati i vari circuiti e non sbagliare, così, nella modalità Campionato. In quest'ultima modalità, dovrete affrontare una serie di campionati di differente lunghezza e difficoltà. In ognuna delle gare, avrete così la possibilità di affrontare alcuni dei piloti più noti dei team Superbike e Supersport della Suzuki. Vi scontrerete, infatti, con Chili, Fujiwara, Pirovano, Chambon e altri piloti, che sicuramente gli appassionati conosceranno. Vincendo i vari campionati, poi, potrete sbloccare le altre piste e moto rimaste (visto che con una moto e sole tre piste non si va molto lontano...), oltre, naturalmente, come succedeva nella versione PC, ai veicoli segreti. I programmatori, però, si sono dimostrati molto esigenti, perché nella maggior parte dei campionati dovrete assolutamente classificarvi per primi per procedere con quello successivo. Il guaio è che, se nelle gare più semplici non farete fatica a distaccare notevolmente chi vi sta dietro già dalle prime curve; in quelle più difficili, invece, un minimo sbaglio (piuttosto frequente, a causa di un modello di guida non proprio realistico, di cui parleremo dopo...), potrebbe farvi perdere posizioni importanti e quindi punti necessari alla conquista di quel campionato. Le piste presenti hanno tipologie molto differenti: queste possono essere ambientate vicino ai canyon americani, su una spiaggia vicino al mare, sulla neve, su una pista ricca di rocce al tramonto, e così via. Chiaramente, cambiando la superficie e l'ambientazione delle varie piste, sarebbe stato logico cercare di modificare il comportamento della moto in base al terreno su cui stava correndo, ma invece, niente affatto. Le cose non cambiano assolutamente e la moto raggiunge la stessa velocità sia su un terreno ghiacciato che su una strada vera e propria, senza nessun problema di aderenza o cose simili. 

Dalle mie parole, avrete capito che il titolo della Ubi Soft, pur sfruttando una licenza ufficiale, non ha assolutamente nulla di simulativo, ma è un arcade in tutti i sensi e la cosa potrebbe non piacere agli amanti delle simulazioni a tutti i costi, anche se, ad essere sinceri, per ora, su DC non esistono altri titoli motociclistici. Il modello di guida, quindi, non è per nulla realistico, visto che la moto sguscia da una parte all'altra della strada senza dare il minimo segno di cedimento strutturale o di perdita di aderenza. E' chiaro che quando andrete a sbattere contro un guard-rail o contro un muro, finirete per terra, ma comunque la moto non subirà alcun danno. Tramite lo stick analogico del controller, avrete la possibilità di controllare molto bene il vostro mezzo, anche se all'uscita di alcune curve, a causa delle ragioni che vi ho appena descritto, questa tenderà a sgusciare dall'altra parte della strada, rischiando di andarvi a far sbattere a forte velocità contro il guard-rail esterno. Cose che capitano. Uno degli aspetti positivi del gioco è sicuramente la grafica. Il Renderware è un engine estremamente versatile e come già vi spiegavo nella recensione di Trickstyle (altro gioco sviluppato dai Criterion...), mantiene una notevole fluidità, ma allo stesso tempo, risulta ricco di particolari grafici. Anche questo Suzuki Alstare non è da meno, visto che ad una grafica ricca di effetti di luce (la fanno da protagonisti i lens-flare...), corrispondono una fluidità molto elevata e un grosso senso di velocità, che sono le cose migliori per titoli di questo genere. Dal punto di vista del sonoro, gli effetti risultano nella media, mentre per quello che riguarda la colonna sonora, ci troviamo ad ascoltare, mentre stiamo correndo, una discreta serie di brani, che dopo un po', purtroppo, diventano un po' monotoni. Per quello che riguarda la giocabilità, vi ho già spiegato prima perché ritengo abbastanza efficiente il sistema di controllo, anche se penso che potesse essere migliorato un po'. La longevità è abbastanza buona, anche se purtroppo le piste sono poche e non ci sono molte moto disponibili. Una volta che avrete capito l'andazzo, comunque, non farete fatica ad avanzare e a terminare il gioco. Ah, è disponibile anche una modalità a due giocatori, che sarà funzionante in caso possediate più di un pad. Bene, credo di avervi detto tutto e vi lascio allora alle considerazioni finali dei Pro e Contro. 

Titolo: Suzuki Alstare Extreme Racing
Software House: Ubi Soft
Sviluppatore: Criterion Studios
Distributore: 3D Planet
Formato: PAL
Prezzo: Lire 99.000
Giocatori: 1 - 2
Note: Compatibile con VGA Monitor



Totale -


PRO
- Notevole fluidità
- Ottima grafica
- Giocabilità abbastanza buona
- Licenza ufficiale Suzuki

CONTRO
- Bassa longevità
- Colonna sonora monotona
- Poche piste e poche moto
- Modello di guida per nulla realistico


Ringraziamo Ubi Soft Italia per averci fornito il materiale recensibile.