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Recensione di: Fabio "Bill" Cristi


 

Sembra che, ultimamente (come avevo ribadito già nella recensione di Half-Life) le software house si siano decise a far uscire i titoli che avevano sul loro line-up ormai da un discreto periodo. E’ stato il caso dello stesso Half-Life (che, comunque, si è rivelato, a mio parere, il miglior titolo dell’anno), è stato il caso di Falcon 4 (che ho finalmente qui vicino, e di cui vi dovrei proporre molto presto la recensione. Bellino, ma con una sfilza di bug da far impallidire Fallout 2....) ed è proprio il caso di questo Redguard. Mi viene però da fare un grosso appunto alla Bethesda, la software house che ha sviluppato il gioco ed è già stata responsabile di titoli come gli ottimi Future Shock (il suo seguito, Skynet, è meglio che lo lasciamo perdere...) e Daggerfall (un RPG grandioso, ma all’insegna del bug più assoluto...) e altri come Burnout, Battlespire e NHRA Drag Racing. Ha senso, alla fine del 1998, far uscire sul mercato un gioco che si basa ancora sul vetusto DOS, pur essendo accelerato 3DFX (il gioco è realizzato con l’X’ngine, ma l’accelerazione 3D è molto rara, alla Bethesda...) e supportando tutte le ultime periferiche di controllo uscite, è già vecchio in partenza? Aggiungete poi il fatto che, come al solito, i bug sono all’ordine del giorno e che la realizzazione tecnica è penosa, shakerate il tutto e cosa ottenete? Questo Redguard, molto semplicemente.

Cyrus è impegnato a tirare l'acqua su da un pozzo. Servirà in seguito.... La telecamera cerca di seguire il nostro pirata. Dall'immagine sembra bella, ma in movimento soffre di grossi problemi.

Forse ho affrettato troppo i tempi della recensione, ma posso dirvi che questa volta, l’ennesima, la Bethesda ha ancora toppato, ma molto di più che nei suoi titoli precedenti. Innanzitutto, Redguard è il quarto episodio della saga Elder Scrolls, partita qualche anno fa con il pessimo Arena, seguita dal mastodontico (in quanto a dimensioni...) Daggerfall e caduta in malomodo con il pessimo Battlespire, uscito l’anno scorso. L’idea di partenza di questo quarto capitolo è molto buona: infatti, la possibilità di unire il gioco in terza persona (siccome la visuale è molto Tomb Raider style), con i concetti di un’avventura o un RPG non è assolutamente da punire in partenza ma, solo poco dopo alcuni secondi di gioco, ci si rende conto che i programmatori americani avrebbero fatto meglio a mettere tutto nel cassetto e cercare di curare di più il ritardatissimo 10th Planet che, ho idea, molto probabilmente non vedrà mai la luce. Il primo problema è dato proprio dall’utilizzo del DOS, e vi voglio spiegare il perchè. L’installazione può essere fatta attraverso Windows e si pappa più di 300 Mb dal vostro disco fisso, nella quale potrete scegliere se installare la versione software (che utilizza il pluripremiato, per cosa non si sa, X’ngine) o quella 3DFX. Dopodichè, il gioco parte e qui cominciano i guai: la scheda sonora viene configurata tramite le vecchie impostazioni di IRQ e DMA ma, con alcuni tipi di schede sonore, il connubio Win98/Dos 7.0 si rifiuta di riconoscere la periferica e il gioco viene avviato senza alcun tipo di commento musicale o effetto sonoro. Il problema è che, mancando il sonoro, che è una delle parti migliori del gioco, si ha un titolo vuoto, molto più vuoto di quello che è già. La storia è quella di Cyrus, un pirata magrebbino sbarcato sull’isola di Stros M’Kai, alla ricerca della sorella che è stata rapita e, probabilmente (non spieghiamo i motivi....), venduta. Il gioco potrebbe essere considerato una via di mezzo tra Tomb Raider (forse un po’ più Die by the Sword) e un qualunque RPG, anche se di questo, sono rimasti solo i dialoghi con i personaggi e la possibilità di raccogliere oggetti da utilizzare poi successivamente, nel prosieguo del gioco. Potrete parlare con i vari personaggi presenti, per ottenere informazioni sugli eventi accaduti e, comunque, i dialoghi saranno visualizzati interamente su schermo. Si nota una certa innaturalità nelle parole dei personaggi, dovuta soprattutto al fatto che il gioco sfrutta il DOS: rimangono quindi quei problemi a cui le DirectX ci avevano disabituato e che questo ritorno brusco al vecchio sistema operativo, ci riporta. Ogni tanto, vi verranno addosso dei soldati, contro i quali dovrete brandire la vostra spada e combattere all’ultimo sangue, fino ad arrivare alla loro morte. Possedete una barra dell’energia, da 100 punti salute, che si esaurirà a mano a mano che verrete colpiti dai soldati del governatore che, essendo voi pirati, vi vedranno come dei nemici e cercheranno di farvi la pelle in tutti i modi possibili e immaginabili. Potrete poi controllare tali corpi, cercando di raccogliere tutto il possibile. L’elemento RPG nasce dal fatto che, parlando con alcuni personaggi, otterrete particolari compiti ricevendo compensi in denaro, che potrete utilizzare per motivi più o meno leciti, per arrivare al vostro scopo. Per il resto, il gioco è un action/adventure in terza persona vero e proprio, ma con alcuni giganteschi difetti che lo mettono molto al di sotto degli altri titoli della categoria.

Abbiamo trovato un interessante forziere. Chissà che contiene?

Parlando degli aspetti tecnici, la grafica risulta discreta in versione accelerata, mentre è pessima nella versione software. Dal punto di vista degli effetti sonori, vi ho già parlato dei difetti, mentre le musiche sono piuttosto gradevoli. La giocabilità non è delle migliori, visto che il sistema di controllo è implementato in modo non proprio ortodosso e il gioco fa largo uso di una gran quantità di tasti sulla tastiera. Sulla longevità, non mi posso pronunciare, ma ho idea che il gioco, se è anche solo la metà dei suoi predecessori, vi potrebbe tenere impegnati per largo tempo. La realizzazione tecnica è assolutamente da dimenticare, con una quantità industriale di bug (è già uscita una patch per correggerli, ma a quanto pare ne sono rimasti ancora parecchi....), mentre dal punto di vista delle richieste hardware, presumo che un P200 MMX con 32 Mb Ram e 3DFX possa bastare e avanzare. Vi lascio allora al commento.

Titolo: Elder Scrolls: Redguard
Software House: Virgin
Sviluppatore: Bethesda Softworks
Distributore: Leader
Prezzo: Lire 109.000



Requisiti minimi: Pentium 166, 16 MB di RAM, Dos 6.0, Cd-Rom 4x, 315 MB Hard Disk, Scheda Sonora 16-bit, SVGA 2 Mb.

Requisiti raccomandati: Pentium 233, 32 MB di RAM, Cd-Rom 8x, Acceleratore Grafico 3DFX, Gamepad, Scheda Sonora 16-bit c/wavetable.

Gioco provato su: Pentium II 400, 128 Mb Ram, Creative 3D Blaster Voodoo 2 12 Mb, Sound Blaster Live!, Cd-Rom Pioneer 12x SCSI. Con questa configurazione il gioco non ha avuto problemi.


Totale -
Se proprio doveva cambiare genere per la serie Elder Scrolls, la Bethesda poteva anche lasciare stare. Lo scegliere il genere più di moda in un determinato periodo, non fa di tutti i giochi di questo tipo dei buoni giochi. Redguard è uno strano ibrido tra due generi che, a mio avviso, hanno poco o nulla da spartire (ma, a quanto pare, anche Lord British non è d’accordo con il sottoscritto) e, perlopiù, con una realizzazione tecnica sul cui valore è meglio non esprimersi e l’utilizzo del vecchio DOS come sistema operativo di base, che causa vasti problemi di compatibilità. Se siete amanti sfegatati della serie Elder Scrolls (per la serie: avete Daggerfall e ritenete Arena e Battlespire dei capolavori...) potreste anche mettere Redguard nella vostra collezione, ma temo che, con tutta la buona volontà del mondo, si debba comunque dire che alla Bethesda hanno fatto un grosso, grossissimo errore, con questo Redguard. Vedremo il futuro, cosa ci riserverà....


Ringraziamo Leader per averci fornito il materiale recensibile.