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Recensione di: Alessandro "Bart" Rapali


Ed eccoci finalmente alla mia prima recensione; il gioco in questione è stato da me preso di mira fin dalle prime immagini e notizie che si erano rese disponibili e così è stato mio desiderio occuparmene personalmente (ringrazio la fantastica possibilità datami dalla redazione!!!; bisogna sempre fare i ruffiani le prime volte, vero?). L’unico aspetto negativo di questa scelta si è poi verificato il non brillante esito di un mio importante esame, dovuto appunto al gioco in questione e da quello che sta succedendo in Francia (non riesco a staccarmi dal video, aiuto!!!!). Comunque lasciando stare impegni e "malattie" personali possiamo iniziare ad esaminare il bel software a disposizione. Innanzitutto darei un po’ della mia attenzione al supporto cartaceo del gioco(scatola e manuali) perché questo è comunque un aspetto che il bambinetto grasso (non che io in fondo non lo sia)che va ad acquistare un prodotto per impegnare il suo acceleratore grafico indugia comunque sulla grafica della confezione; la Digital Illusions (che, per puro scopo informativo, è la sviluppatrice dei numerosi Pinball della 21st Century Entertainment ndBill), aiutata economicamente dalla Gremlin (quest’ultimo nome dovrebbe dire qualcosa ai più attenti: un prezzo base leggermente inferiore alla media, in linea con la politica della software-house), ha voluto far subito capire che ci si trova ad acquistare una frenetica simulazione di guida, e così è: si tratta di guidare vetture futuristiche e ultraveloci impegnate in vari campionati che hanno a disposizione circuiti che si snodano su tracciati cittadini, in vicinanza al mare (come quello di Olympos ambientato appunto nella terra di Omero), in campagna o in ambientazioni che presentano intere città costruite non certo secondo i canoni di oggi (vedi circuito di RuhrStradt, Germania).

Grazie al Replay si può visionare la propria corsa con delle inquadrature spettacolari;ecco qui una bella "bussata"!!! Con opportuni cheats si può giocare con visuali tutte nuove come quella alla "Death Rally". Divertente ma non molto giocabile.

Lo schema di gioco è quello classico che ci accompagna già da vari anni e cioè la presenza della Single Race, del Ghost Mode e dei Campionati. All’inizio si avrà la possibilità di cimentarsi sul primo campionato (2 gare) poi via via che si vincono le gare si arriva primi in classifica e si avrà la possibilità di un nuovo campionato, di nuove macchine e di nuovi circuiti. Giusto quindi non dare subito la possibilità di accedere a tutte le opzioni possibili che renderanno così sul fattore della longevità. Le auto disponibili sono ben 9, ognuna con differenti caratteristiche riguardo a velocità, tenuta e ripresa (un consiglio: non fidatevi di quelle che hanno troppa tenuta perché non riuscite a farle derapare in maniera ottimale e comunque una volta in controsterzo tendono a mettersi per traverso e a farvi perdere velocità), e 6 circuiti che verranno messi a disposizione due alla volta. Per quanto riguarda le vetture sono caratterizzate da un proprio design ma tutte simili a prototipi da record di velocità e sono stati usati ben 300 poligoni per comporle; quello che è davvero notevole non tanto la loro cura nei particolari, che in realtà potrebbe essere maggiore, ma è il riflesso che caratterizza le loro metallizzate carrrozzerie. Questo si ricollega quindi alla gestione degli effetti di luce e delle trasparenze che è a livelli da record anche rispetto a titoli già affermati come Ultim@te Race Pro o Pod Gold e tutto con una fluidità da urlo (avendo naturalmente una scheda accelerata); un particolare che lo discosta dalla norma è il non eccessivo ricorso al lens flare, cosa, a mio parere, del tutto giustificata dal fatto che nella realtà non esiste (se non attraverso gli obbiettivi delle telecamere) e che viene esaltato nei videogiochi solamente per renderli più spettacolari. Sempre per quanto riguarda l’aspetto grafico un altro pregio di questo Motorhead è la maniacale ricercatezza e cura estetica con cui sono stati progettati i circuiti: ad esempio se si sta correndo su un tracciato cittadino ci si imbatte spesso in cartelloni pubblicitari, edifici e ponti che sono frutto di un lavoro che per un videogioco è sicuramente qualcosa di rilevante.

La partenza è uno dei momenti che mi piace di più, anche per i grandiosi effetti di luce dei fari alogeni delle vetture. Grandioso!! Con l’opportuno tasto si può avere questa visione che ci permette di vedere chi c’è alle spalle. Qui sono in un’allegra scampagnata sul Golden Gate che mi porterà alla vittoria: 1° al secondo giro.

Unico neo è rappresentato dalla vegetazione presente nei vari circuiti; i molti alberi e arbusti non sono assolutamente all’altezza della stupenda grafica del gioco essendo composti da bitmap pixellose che non si vedevano da molto su prodotti che sfuttano gli effetti forniti dalle 3Dfx. Tutto ciò però non deve preoccuparvi perché questi sempreverdi compaiono lontano dalla pista e sono resi praticamente invisibili dalla velocità del gioco che non vi lascerà sicuramente il tempo di notare i difetti, a meno che fermiate il tutto proprio davanti ad uno degli oggetti incriminati. Il realismo con cui sono stati studiati i circuiti è aumentato ancor di più grazie agli effetti sonori che caratterizzano le varie situazioni: dalle urla degli spettatori provenienti dalle tribune della partenza al "tunze-tunze" delle discoteche (peccato che non esca mai nessun tamarro quando passo ai 320 Km/h !!!!) o addirittura dei gemiti che arrivano dai cinema porno nei centri delle città. Tutti questi effetti li potete apprezzare specialmente disattivando la musica del gioco che se anche è di ottima fattura (con tracce che vanno dal jungle all’hard core), a mio parere, non è molto adatta ad un gioco in cui si deve sentire il rombo del motore per sfruttare al meglio i cambi di marcia. Veniamo ora al paragone con i suoi predecessori: Motorhead può essere accostato, per quanto riguarda game-play e giocabilità, ai già citati Ultim@te Race Pro e Pod, ma,secondo me, ciò che si avvicina di più a questo prodotto della Gremlin è Wipeout 2097 sia per quanto riguarda la frenetica velocità e ambientazione del gioco.

Ed ecco uno dei pochi aspetti grafici che non mi ha esaltato: gli urti contro i vari ostacoli è caratterizzato da queste scintille. Ecco i risultati di una derapata mal impostata. Uno dei molti salti che farete in Motorhead dalla visuale frontale. Notate il cielo e il muso aggressivo dell’auto. Cosa? Ho la vettura un po’ storta?…

A sostegno della mia tesi è il fatto che la stessa presentazione di Motorhead è palesemente copiata dal gioco della Psygnosis (come soggetto del filmato e anche la stessa "regia" sembra identica… a voi il piacere di gustare l’esaltante clip). Ultimi due aspetti degni di mota sono il multiplayer e le periferiche di controllo:se Motorhead è un gran bel gioco giocato nella propria stanzetta diventa esaltante( difficile per un gioco di guida) se si lanciano le sfide in rete locale; tutto ciò è arricchito da alcune chicche studiate per il multiplayer come i diversi tipi di clacson (dal muggito alla risata di un fuori di testa) e i nomi riportati in trasparenza sopra le vetture, in modo che si è sempre consapevoli di chi si sta chiudendo contro uno spartitraffico ai 200 Km/h. Per finire sarà più che sufficiente un buon joypad (specialmente con i tasti davanti per i cambi di marcia) e, quindi, non è fondamentale possedere volanti o joystick analogici anche perché Motorhead è stato programmato anche per PSX e quindi ha una non indifferente componente arcade. E ora tutti a leggere le conclusioni nel commento.

Titolo: Motorhead
Software House: Gremlin Interactive
Sviluppatore: Digital Illusions
Distributore: Leader
Prezzo: Lire 89.000



Requisiti minimi: Pentium 90, 16 MB di RAM, CD-ROM 4x, 72 MB su HD, scheda audio e scheda video compatibile DirectX 5.

Requisiti consigliati: Pentium 166, 32 MB di RAM, CD-ROM 8x, 72 MB su HD, acceleratore grafico 3Dfx Voodoo 1 o 2 o Rush, Riva 128 e simili, Gravis Game Pad Pro o joypad a 8 pulsanti.

Gioco provato su: Pentium 200, 64 MB di RAM, Flash 3D Voodoo 1, CD-.ROM LG 24x, Sound Blaster AWE 64, Gravis Game Pad Pro. Con questa configurazione Motorhead non ha dato alcun problema.


Grafica -
La grafica di Motorhead è semplicemente spettacolare con effetti di luce strabilianti, anche se a prima vista potrebbe apparire leggermente spoglia.

Effetti Sonori -
Qui il discorso si spacca perché come già detto nella recensione, gli effetti degli scenari sono più che di buona fattura, ma il rombo dei dieci cilindri si sente poco e assomiglia di più a quello di una Panda.

Musica -
I brani presenti nel CD sono molto coinvolgenti e "cattivi", il tutto in sintonia con lo spirito del gioco.

Giocabilità -
La giocabilità si attesta sui massimi livelli per un simulatore di guida, dato il suo stampo prettamente arcade.

Longevità -
Motorhead vi incollerà al monitor per le prime due settimane (quindi niente impegni), poi il vostro interesse andrà scemando ,anche se il multiplayer potrà farvi riscoprire questo gioco.

Real. Tecnica -
Il prodotto in questione ha dietro di se un eccellente motore grafico e presenta alcuni effetti (come i riflessi sulle carrozzerie) di altissimo livello.

Ric. Hardware -
Qui il discorso si fa un po’ pesante perché se non avete almeno un P166 con 3Dfx non potrete gustarvi l’eccezionale fluidità di cui è capace Motorhead. C’è il supporto per le Glide e per Direct3D. In modalità software-only non ve lo consiglio se non da un P233 MMX in su e a 640*400.

Totale -
Motorhead è quindi un gran bel gioco che consiglio caldamente a chi fanno impazzire gli arcade di guida e la bella grafica, mentre non mi sento di pubblicizzarlo più di tanto per gli smanettoni di assetti e patiti di simulazioni di rigore assoluto perché qui spesso potrebbe convenire far la curva sbattendo contro i muretti piuttosto che calcolare le frenate e le traiettorie da F1. In definitiva un ottimo prodotto anche se con Wipeout 2097 mi sono divertito di più.


Ringraziamo Leader per averci fornito il materiale recensibile.


Immagine N°7
Immagine N°8