Home Page
 Editoriale
Chi Siamo
Ultimi Aggiornamenti
 Recensioni
Previews e WIP
Hardware
Screenshots
Servizi Speciali
Cheats
I nostri Links
Guestbook
Recensione di: Matteo "Bonvi" Bonvicino


E’ notte e tutti dormono, almeno così si pensa, e mentre le guardie sorvegliano, qualcuno entra indisturbato nel palazzo, prende ciò per cui è venuto e senza lasciare tracce di nessun genere, lascia il luogo del misfatto. Ma chi può compiere un così ben macchinato piano senza che la legge lo punisca ? Facile a rispondere. Il giovane Garreth, un ragazzo senza origini e vagabondo. Un giorno, dopo aver rubato ad un uomo, il giovano Garreth fugge per le strade senza una meta precisa ma, dopo pochi passi, si scontra con un uomo che lo ferma e lo spinge a seguirlo. Garreth lo segue e si ritrova in una specie di monastero abitato da monaci e studiosi. In quel luogo mistico, Garreth verrà iniziato alla vita del ladro professionista, studiando attentamente ogni più piccolo segreto, dall’uso della spada, a quello dell’arco. Tutta la preparazione di Garreth si svolge all’interno del monastero mentre, una volta conclusa, l’azione si svolgerà per le strade dei paesi in cui il nostro “Thief” dovrà adempiere a specifiche missioni impartitegli dai suoi maestri. Tra le armi di cui dispone, ci sono spade, mazze ferrate, archi, pozioni di vario genere ed origine, così come le frecce, che per il loro funzionamento stupiscono e strappano a volte qualche sorriso. A me è capitato di farlo quando ho usato le frecce ad acqua. “Frecce ad acqua ?” vi chiederete voi. Proprio così. Il bello di Thief: the Dark Project risiede proprio nella varietà di armi di cui disponete. Prendiamo ad esempio le frecce soprannominate. Quelle ad acqua hanno la punta in vetro; non appena vengono scagliate e colpiscono l’oggetto, la loro punta si rompe e l’acqua fuoriesce. Servono, quindi, per spegnere torce o fiaccole oppure qualsiasi altra fonte di luce che incontrate. Questo faciliterà il nostro Garreth, insuperabile nei movimenti nell’ombra. Altro tipo di frecce sono quelle rumorose e via dicendo. Ovviamente per poter usare le frecce avrete bisogno di saper usare l’arco.

Siamo stati imprigionati e dobbiamo evadere. Credete sia una buona idea? Fuggendo, ci siamo trovati davanti questo bel cadavere...

Questo oggetto, è semplice da usare ma mirare richiede una più grande concentrazione. Quando voi avete l’arco in mano, esso non verrà visualizzato, poiché Garreth lo afferra con il braccio disteso verso il basso. Non appena premete il pulsante di attacco, Garreth allungherà il braccio in avanti e comincerà a tendere la corda. Quando la corda sarà ben tesa e la freccia pronta ad essere scagliata, la visuale del vostro amico si concentrerà, con un effetto ZOOM, sul mirino dell’arco. Questo vi permetterà di poter prendere con cura la mira. State attenti, però, perché se state troppo tempo in questa posizione Garreth si stancherà, la posizione fremerà ed alla fine sarete costretti a riporre la vostra arma da lancio. Parlando delle altre armi, si può dire che sono ben particolareggiate ed i movimenti che possono essere compiuti con esse non sono pochi. Basti vedere la prima arma che avete in “dotazione”, la spada. Con questa potrete sferrare diversi colpi a seconda della posizione che essa ha rispetto all’obiettivo da colpire. Non solo, potrete anche parare fendenti discendenti da parte di qualche guardia o nemico che vi sta assalendo oppure procurare ferite gravi colpendo dall’alto verso il basso con quanta più potenza avete. Questo rende i combattimenti molto realistici rispetto ad altri giochi del tipo shooter 3D, in cui vi limitavate a sparare contro l’avversario od il mostro.Parliamo di grafica. Questa è molto curata e ben definita, anche perché si possono utilizzare tutte le schede acceleratrici compatibili D3D, che causano all gioco di una fluidità assoluta. La risoluzione arriva fino ad 800x600 con una 3Dfx normale senza scattare. I giochi di luce, poi, sono molto suggestivi, anche perché si tratta di un punto forte del titolo della Eidos. Garreth, infatti, per agire, necessita sempre di luce/ombra soffusa oppure solamente ombra, creando azioni di conseguenza. Questo è infatti un perno del titolo che dovrete imparare a sfruttare per poter giocare senza intoppi e portare a termine le missione che vi verranno impartite dai vostri mentori.

Notate la cura degli ambienti. Veramente d'atmosfera... Questa cattedrale è realizzata molto bene e, anche in questo caso, molto d'atmosfera...

Nelle vostre prime fasi di apprendimento, infatti, sarete chiamati a camminare nell’oscurità di alcuni percorsi preparati per voi dai vostri insegnanti e se non vorrete ricominciare da capo dovrete superare le difficoltà. I filmati che si interpongono tra una missione e l’altra sono disegnati ma hanno un sapore mistico e satanico allo stesso tempo, rappresentando segni magici, libri segreti e di magie, che lasciano trasparire una sensazione di malvagio. Il sonoro coinvolge abbastanza, con musiche appropriate all’epoca in cui è ambientato. Bisogna dire, comunque, che Thief: the Dark Project è ambientato nel Medioevo, ma è un Medioevo chiamiamolo così, alternativo, dove la gente sa usare le macchine a vapore e si sposta da un posto all’altro grazie a carrozze dall’inconfondibile stile rinascimentale. State attenti, però, perché se state troppo tempo in questa posizione Garreth si stancherà, la posizione fremerà ed alla fine sarete costretti a riporre la vostra arma da lancio. Parlando delle altre armi, si può dire che sono ben particolareggiate ed i movimenti che possono essere compiuti con esse non sono pochi. Basti vedere la prima arma che avete in “dotazione”, la spada. Con questa potrete sferrare diversi colpi a seconda della posizione che essa ha rispetto all’obiettivo da colpire. Non solo, potrete anche parare fendenti discendenti da parte di qualche guardia o nemico che vi sta assalendo oppure procurare ferite gravi colpendo dall’alto verso il basso con quanta più potenza avete. Questo rende i combattimenti molto realistici rispetto ad altri giochi del tipo shooter 3D, in cui vi limitavate a sparare contro l’avversario od il mostro.

Siamo all'Inferno e stiamo mirando una delle creature che ci vogliono far fuori. Molto bello! Questa è la modalità Training, in cui potrete impratichirvi con i comandi.

Parliamo di grafica. Questa è molto curata e ben definita, anche perché si possono utilizzare tutte le schede acceleratrici compatibili D3D, che causano all gioco di una fluidità assoluta. La risoluzione arriva fino ad 800x600 con una 3Dfx normale senza scattare. I giochi di luce, poi, sono molto suggestivi, anche perché si tratta di un punto forte del titolo della Eidos. Garreth, infatti, per agire, necessita sempre di luce/ombra soffusa oppure solamente ombra, creando azioni di conseguenza. Questo è infatti un perno del titolo che dovrete imparare a sfruttare per poter giocare senza intoppi e portare a termine le missione che vi verranno impartite dai vostri mentori. Nelle vostre prime fasi di apprendimento, infatti, sarete chiamati a camminare nell’oscurità di alcuni percorsi preparati per voi dai vostri insegnanti e se non vorrete ricominciare da capo dovrete superare le difficoltà. I filmati che si interpongono tra una missione e l’altra sono disegnati ma hanno un sapore mistico e satanico allo stesso tempo, rappresentando segni magici, libri segreti e di magie, che lasciano trasparire una sensazione di malvagio. Il sonoro coinvolge abbastanza, con musiche appropriate all’epoca in cui è ambientato. Bisogna dire, comunque, che Thief: the Dark Project è ambientato nel Medioevo, ma è un Medioevo chiamiamolo così, alternativo, dove la gente sa usare le macchine a vapore e si sposta da un posto all’altro grazie a carrozze dall’inconfondibile stile rinascimentale.

 

Titolo: Thief: The Dark Project
Software House: Eidos Interactive
Sviluppatore: Looking Glass
Distributore: Leader
Prezzo: Lire 99.000



Requisiti minimi: Pentium 166, 32 MB di RAM, Cd-Rom 4x, 250 Mb Hard Disk, Scheda Audio e Video comp. DirectX 6, Windows 95/98.

Requisiti consigliati: Pentium 200 MMX, 32 Mb Ram, Scheda Sonora 3D, Acceleratore 3D comp. D3D.

Gioco provato su: Pentium 233 MMX, 32 Mb Ram, Diamond Monster 3D 4 Mb, Sound Blaster 16, Cd-Rom 24x. Con questa configurazione il gioco non ha presentato alcun tipo di rallentamento.


Grafica -
Il Dark Engine (che sarà usato anche in System Shock 2...) fa il suo dovere, anche se non è così evoluto come gli altri presenti in questo periodo. Il risultato è una grafica incredibilmente d'atmosfera, che vi farà veramente entrare nel mondo di Thief.

Effetti Sonori -
Se avete una Sound Blaster Live!, downloadate la patch uscita da alcune settimane per attivare il supporto EAX. Comunque, il sono è anch'esso molto d'atmosfera e molto importante ai fini del gioco.

Musica -
Non indispensabile, ma comunque gradevole.

Giocabilità -
Il sistema di controllo, che si diversifica leggermente da quello di ogni shooter 3D è comunque molto buono e richiede un minimo di pratica per essere appreso al meglio.

Longevità -
Il gioco è molto, molto difficile e credo che ne avrete per parecchio tempo.

Real. Tecnica -
Pochi bug e problemi di altro tipo. Ottimo.

Ric. Hardware -
Presumo che un P200 MMX, con 32 Mb Ram e scheda D3D possa bastare.

Totale -
Scrivo io (Bill) questo commento, siccome Matteo mi ha chiesto gentilmente di farlo. Thief: The Dark Project è, a mio avviso, uno dei migliori giochi dell'anno, l'unico che, assieme ad Half-Life (ormai terminato due volte...), mi sta tenendo impegnato di questi tempi. La grafica, pur non essendo evolutissima, è molto d'atmosfera e, il sonoro, se avete una scheda con supporto EAX è veramente fantasmagorico. Il gioco, inoltre, si distacca dal gruppo degli altri shooter 3D, grazie ad una grandiosa longevità e ad una struttura assolutamente originale. Il mio giudizio... assolutamente consigliato, pure se non vi piace il genere, perchè ho idea che se ci giocherete per un po', inizierete ad apprezzarlo (chiedete al Ciccio e vedrete che non sbaglio...).


Ringraziamo Leader per averci fornito il materiale recensibile.