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Recensione di: Amedeo "DioBrando" Rabottini


Quando un redattore si appresta a scrivere una recensione, il problema è sempre all'inizio: o non si ha la più pallida idea di come cominciare o, viceversa, si hanno così tante cose da dire che iniziare risulta ancora più difficile. Quest'ultimo è certamente il caso del gioco in esame, Codename Eagle, che ha destato nella mia coscienza ludica una mare infinito di riflessioni. Potrei cominciare col dirvi come tanti giochi sconosciuti ci hanno sorpreso con un lavoro impeccabile, col dirvi come tutta questa concorrenza abbia come effetto finale il beneficio dell'utente con prodotti nuovi e competitivi, o di come un genere vecchio come lo sparatutto 3D possa essere rinnovato continuamente da un capolavoro che ne arricchisce il patrimonio, o ancora di come l'evoluzione tecnologica ci permetta di vivere emozioni sempre più reali. Ebbene, prendete tutte queste idee, ribaltatele ottenendo il senso contrario e avrete una idea di come la Take 2 (o meglio, la Refraction Games, che ha realizzato il gioco...) hanno affrontato lo sviluppo del loro ultimo lavoro. In realtà, l'approccio iniziale è tutt'altro che disastroso e, anzi, riesce a stabilire subito un feeling con l'utente. L'ambientazione in particolare porta un po' di novità nel genere degli sparatutto in soggettiva. Siamo infatti a cavallo tra la prima guerra mondiale conclusasi nel 1919 (scusate eventuali errori, ma l'ultima volta che ho letto un libro di storia è stato quattro anni or sono!) e la seconda iniziata nel 1929 (in realtà, la prima è finita nel 1918 e la seconda è iniziata nel 1939. Se la storia non è un'opinione?ndBill). Il mirino degli sceneggiatori è stato particolarmente attento all'espandersi dell'influenza russa che, come noto, si è rapidamente estesa sotto il comando di Stalin. Una intro in computer grafica di onestissimo livello mostra alcune scene molto evocative, tra le altre un bombardamento russo (in realtà la storia non mi è sembrata molto attinente ai fatti realmente accaduti, tanto si tratta pur sempre di un videogioco!) nel corso del quale unico superstite è un eroe (americano o inglese presumo; quando il materiale in prova non comprende la scatola ufficiale ma solo il CD della review version capirci qualcosa è sempre molto difficile...) che, in seguito al suo eroico comportamento (!), diviene l'agente di punta dei servizi segreti. Negli anni a venire, quindi, questo storico personaggio da voi impersonato dovrà portare a termine una serie di missioni volte a sabotare ed indebolire il dominio russo. La struttura di gioco è tutt'altro che canonica. 

Certo, siamo pur sempre di fronte a uno sparatutto 3D, ma l'impostazione ha comunque del nuovo. Tutto il gioco, anziché essere diviso in livelli, è composto da missioni (che poi, comunque, sono la stessa cosa...) per un totale di dodici, da affrontarsi indipendentemente. Tutte hanno una sequenza cronologica, nel senso che, nell'intreccio della trama, ci sarà un ordine di avvenimenti stabilito: la seconda missione ad esempio riporterà una data storica successiva alla prima; ma tuttavia per qualche strano motivo i programmatori ci hanno riservato la possibilità di intraprendere le missioni in maniera del tutto indipendente. Ognuna sarà preceduta da una schermata prima che illustra l'evoluzione storica senza ausilio di immagini o sequenze ma con soli caratteri scritti, e da un briefing poi che mostra i punti salienti e più ostici della missione, e questa volta con delle brevi sequenze tecnicamente assai discutibili. Gli obiettivi da raggiungere sono abbastanza vari, tanto da farvi sentire in una simulazione di volo: si va dal recupero di importanti documenti, al salvataggio di determinate personalità, al raggiungimento di un certo luogo, all'assassinio di un capo avversario o semplicemente alla distruzione totale. Per di più, le missioni sono ben articolate e per arrivare a completarle vi dovrete dare un gran daffare. Tutte queste premesse, credo, sarebbero sufficienti alla creazione dell'ennesimo capolavoro, se realizzate però come si conviene. Tuttavia i programmatori hanno trascurato proprio la fase di realizzazione, giungendo alla fine ad un prodotto mediocre sotto tutti gli aspetti salienti. E da qui iniziano le dolenti note. Dal punto di vista grafico il disastro è totale: sembra infatti che gli artefici del gioco abbiano dimenticato tutte le meraviglie tecnologiche disponibili da un anno a questa parte. L'accelerazione 3D poligonale è funzionale al movimento di pochissimi poligoni con un livello di dettaglio infimo. Quasi sempre gli spazi sono aperti per cui la mediocrità oggettiva appare soggettivamente più evidente. Gli ambienti infatti raggiungono un'approssimazione che farebbe impallidire anche la gloriosa PSX (senza nulla togliere a questa fantastica console!) e i bug fanno a gara per fare più danni possibili (la versione che ti ho dato non era definitiva, anche se quella finale che ho io tra le mani non è che sia meglio...ndBill). Le collisioni, ad esempio, sono quanto di più brutto abbia mai visto, soprattutto quando, con il coltello, ci si appresta a sgozzare il nemico: l'impressione, unitamente agli effetti sonori di mediocre qualità, è quella di tagliare l'aria e non di affondare la lama nella giugulare del malcapitato. Certamente il lato grafico non è fondamentale, tuttavia l'approssimazione è tale da scoraggiare qualsiasi giocatore dal proseguire. Il livello di coinvolgimento infatti risente fortemente dalla carenza visiva, dalla pochezza circostante, di una desolazione che annulla ogni tensione adrenalinica, oltre che di altri difetti altrettanto importanti. 

L'interattività con l'ambiente, che dopo Half-Life (voglio Opposing Force! ndBill) ha assunto un ruolo di prim'ordine, ci riporta qui ai primissimi esempi di sparatutto. Porte che non si aprono e persone con le quali non è possibile la minima interazione sono solo esempi di come questo gioco sia nato "vecchio". Oltretutto non si ha tra le mani neanche un discreto gioco di devastazione. Fastidiosissimi i particolari che riducono la giocabilità totale: gli avversari, ad esempio, sparano diversi chilometri prima che voi possiate vederli e, presumibilmente, che anche loro possano vedervi. Non di rado quindi riceverete gratuitamente proiettili dai quali non potrete difendervi perché, semplicemente, non potete sapere da dove arrivino. La stupidità artificiale non può che farvi sorridere visto che, oltre a capriole senza senso i nemici non sapranno fare altro che sparare a casaccio e a intervalli regolari. Almeno la quantità di armi è onesta, ma anche qui gli elementi da criticare non mancano, ad esempio i proiettili, che sono gli stessi per tutte le armi. Ciò significa che, se ad esempio finirete i proiettili con il fucile, anche pistola e similari costituiranno ferrivecchi inutilizzabili. Raramente poi troverete armi sparse per il gioco, visto che i tipi di mitra, mitraglie e pistole vi saranno date in dotazione all'inizio del livello senza possibilità di potenziamento alcuna. Non bastano quindi trovate come la possibilità di guidare i veicoli non utilizzati, che avrebbero rappresentato senza dubbio un'ottima idea in prospettiva però di una realizzazione non dico superba, ma almeno al passo con i tempi. Restano da analizzare gli effetti sonori che, semplicemente, sono nella media, per liquidare un gioco che dal nulla è arrivato e al nulla verrà restituito e di cui, sinceramente, non si sentiva la mancanza. Passiamo al commento. 

Titolo: Codename Eagle
Software House: Take 2 / Talonsoft
Sviluppatore: Refraction Games
Distributore: CD Verte
Prezzo: Lire 89.000



Requisiti minimi: Pentium 166, 32 Mb di RAM, Cd-Rom 4x, 250 Mb Hard Disk, Scheda Audio e Video comp. DirectX6, Windows 95/98.

Requisiti consigliati: Pentium II 300, 64 Mb Ram, Acceleratore 3D comp. D3D, Cd-Rom 8x.

Gioco provato su: Celeron 400, 64 Mb RAM, Cd-Rom 36x, Voodoo 3 3000, Sound Blaster Live!, Sidewinder Gamepad. Con questa configurazione, il gioco non ha lamentato grossi problemi.


Grafica -
Mediocre sotto ogni aspetto, dalla qualità delle textures alle costruzioni architettoniche di dubbio gusto. Per me che sono un pignolo il motore grafico è vergognoso.

Effetti Sonori -
Alcuni orribili, altri carini, si compensano a vicenda; certo che per sentirsi al centro dell'azione ci vuole ben altro.

Musica -
Poche come quantità, ma sono messe al momento giusto e al posto giusto; senza essere un capolavoro, è l'unico elemento che si attesta sulla media.

Giocabilità -
Se in questa voce rientrasse anche la longevità dovrei andare sotto lo zero, ma facciamo finta che non sia così, poiché sono altri i particolari che riescono a impoverirla pesantemente...

Longevità -
Ne ho parlato prima. Comunque, credo che vi durerà poco...

Real. Tecnica -
Sono particolarmente severo; non accetto una programmazione del genere allo stato attuale delle cose. Se non altro, con la configurazione provata sarebbe dovuto schizzare a una novantina di frames al secondo come fa Quake II che, per inciso, risulta tecnicamente molto più complesso.

Ric. Hardware -
Un PII veloce con 64 Mb di Ram ed una scheda 3D di ultima generazione è vivamente richiesto.

Totale -
Solo un gioco è riuscito ad avere da me un voto più basso, e certamente di questo nessun titolo si potrebbe vantare. Probabilmente sono stato un po' troppo severo, ma con così tanti sparatutto in circolazione, usciti, in via di uscita e che usciranno, proprio non capisco perché qualcuno dovrebbe scegliere Codename Eagle. E' mia cura tenervi altamente alla larga da un titolo del genere, che offre certamente buoni spunti ma che non bastano a risollevare una situazione tecnicamente troppo sottotono. Sarebbe andato bene lo scorso anno, ma, si sa, in quest'ambiente un anno è tanto, troppo.


Ringraziamo CD Verte per averci fornito il materiale recensibile.


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