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Recensione di: Andrea "Skywalker" Maroni


 

A coloro che, leggendo il titolo del gioco, cercassero di ricordare un Bio Hazard o un Bio Hazard 2 e non ci riuscissero, posso dire che, a meno che essi non siano informati sui titoli giapponesi, questo nome non porterà alla mente nulla, se non il significato letterale delle parole. Se invece i più informati dovessero trovarsi davanti questa recensione, capirebbero subito che la Capcom ha sfornato, in versione giapponese, il terzo capitolo di una delle saghe più esaltanti che siano mai apparse su PlayStation: quella di Resident Evil (anche se per motivi più che validi, nel corso della recensione, continuerò a chiamarlo con il suo titolo originale...). Veniamo alla trama. Forse molti di noi, dopo aver giocato al primo Resident Evil e visto il secondo episodio, si saranno chiesti che fine avessero fatto i protagonisti Chris Redfield e Jill Valentine (il primo appena citato nel secondo episodio, la ragazza addirittura ignorata...). Bene, giocando a Bio Hazard 3, saprete cosa è successo (e cosa succederà in seguito...) alla bellissima Jill. Dopo essere sfuggita quasi per miracolo ai fatti che si erano susseguiti nella Villa (ambientazione del primo episodio...), Jill era tornata nella tranquilla Raccoon City, cercando di dimenticare quello che ormai sembrava un brutto sogno, o meglio, un vero e proprio incubo. Ma ecco l'imprevisto. All'improvviso gli abitanti della città cominciarono a mutare, e purtroppo questo era un cambiamento che Jill conosceva molto bene; la gente si stava trasformando in zombie e ben presto non rimase quasi più nessuna persona "normale". Ben presto, la situazione uscì di mano anche alla polizia locale, sbaragliata facilmente dalle orde di non-morti che si aggiravano per la città. Contemporaneamente alla polizia, c'era un'altra forza armata che cercava di debellare gli zombie, ma non apparteneva né all'esercito né alla marina: i soldati portavano uno stemma che Jill non aveva mai visto prima, lo stemma della Umbrella Corp.. Allo stesso momento, Jill si ritrovò ad avere a che fare con uno zombie particolare, più grosso degli altri, più intelligente e per giunta, armato. La cosa che tuttavia lo rendeva più differente dagli altri, era che questo cercava proprio lei e la seguiva ovunque andava, invocando il nome STARS. Chi era costui e che cosa voleva dalla povera Jill? Chi era la Umbrella Corp. e cosa c'entrava in tutto questo? Una sola cosa era certa, Jill doveva fuggire e questa sarebbe stata la sua ultima fuga. Purtroppo non posso rivelarvi di più della trama, perché essendo le scritte del gioco in giapponese, mi è stato impossibile decifrare i punti salienti e gli enigmi che mi permettessero di andare avanti (comunque, pur non masticando l'idioma nipponico, posso ritenermi fiero di avere risolto un paio di enigmi prima di arrendermi, erano i più facili, ma questo non conta...). Posso solo dirvi che i fatti che si verificano in Bio Hazard 3 si collocano temporalmente prima dell'arrivo in città di Claire e Leon e vanno a colmare certe lacune (a livello di trama...) del secondo capitolo della serie. Incomincerete la vostra avventura per le strade di Raccoon City con l'unico scopo di scampare ad un destino che sembra ormai segnato. Durante la fuga, avrete modo di incontrare persone e raccogliere indizi che vi permetteranno di scoprire cosa sia successo in questa città e come appaia un po' paradossale questa situazione. Addirittura, vi troverete ad esplorare locazioni già viste in RE2 (come ad esempio la stazione di polizia...), anche se queste occupano una minima parte nel gioco. 

Come al solito, il vostro inventario iniziale è ridotto quanto mai all'osso, ma questo non è un problema, perché ben presto gli oggetti si moltiplicheranno e dovrete scegliere con attenzione cosa portarvi dietro e cosa lasciarvi indietro. Se al momento certi oggetti vi sembrano inutili, potrete deporli nell'ormai sempre presente cassa porta-oggetti, che troverete nelle stanze adibite al salvataggio della partita. Non stupitevi se vi dico che la partita andrà salvata sulle apposite macchine da scrivere, con appositi nastri d'inchiostro, che vi faranno passare la voglia di farlo ogni cinque minuti (voglio vedere come fate senza inchiostro...). Novità nell'inventario è la magica (vi renderete conto voi stessi dell'utilità di questo oggettino...) macchinetta fabbrica proiettili. Lungo il vostro cammino, avrete infatti modo di raccogliere barattoli di polvere da sparo di vario tipo, che se inseriti nella macchinetta descritta in precedenza, si trasformeranno in preziose munizioni per le vostre armi; miscelando polveri diverse, darete origine a proiettili differenti. Per la vostra salute, in giro, troverete le solite piantine miracolose e i soliti spray curativi, i quali occuperanno senz'altro la maggior parte del vostro inventario; il numero dei nemici presenti nel gioco è stato notevolmente aumentato (oserei dire "raddoppiato"...) e molto spesso per limitare i danni la fuga risulta molto più conveniente del combattimento. Il mio consiglio è quello di eliminare solo i nemici che vi ostruiscono la strada, e schivare gli altri, visto che i proiettili non li passa la mutua e le piantine della salute non si trovano ovunque. La resistenza degli zombie ai proiettili è stata vistosamente aumentata (mi riferisco ai colpi di pistola...) e se si utilizza la pistola ordinaria si è costretti a cercare colpi mirati per risparmiare proiettili (un colpo alla testa fa più male di uno al torace...), tuttavia se siete in possesso di un'arma più concreta (fucile a pompa o lanciagranate,,,), un colpo o due dovrebbero bastare per eliminare dalla faccia della terra più di un mostro; mostri che peraltro ora non si limitano a saltarvi addosso per sbranarvi, ma utilizzando anche dei simpatici sputacchi velenosi e molto dannosi (per fortuna questa abilità è preclusa alla maggior parte degli zombie...). Se mi permettete un altro suggerimento, vorrei consigliarvi la tattica da utilizzare quando incontrerete il capo, il Fabio Cristi della situazione, ovvero lo zombie dalle dimensioni di un armadio che vi seguirà ovunque e che vi ritroverete davanti molto spesso. Innanzitutto, avrete la possibilità di scegliere se affrontare il marrano armato di bazooka o battervela, tuttavia se non lo affronterete è ovvio che dovrete battervi, perciò tenetevi sempre pronti allo scontro, cercando di risparmiare le munizioni delle armi più potenti, perché non saprete quando egli arriverà e non sarò certo io a dirvelo (non voglio essere il solo ad essersi preso un colpo...). Questo, tuttavia, vale per tutti i boss e gli intenditori del gioco lo sanno sicuramente meglio di me. Una delle innovazioni più visibili all'interno del gioco riguarda la mappa, che ora si può visualizzare con la semplice pressione di un tasto (oltre che dall'inventario, come nei precedenti due episodi...): ora è possibile vedere quali sono le zone accessibili dal luogo in cui ci si trova (evidenziate dal colore rosso...), quali porte sono aperte (colore giallo...) e quali chiuse (colore rosso...), quali zone avete già esplorato (colore verde acceso...) e quali sono interdette al vostro passaggio (verde...). Sono indicati sulla mappa anche i punti di salvataggio (con una esse...) e in viola le zone che dovrete per forza visitare e se volete, potete anche zoomare per vedere più da vicino punti poco chiari. Capirete che in un gioco ambientato all'aria aperta e per di più con un'area molto vasta da esplorare, la mappa diventa indispensabile ed è giusto che sia facile da decifrare e molto particolareggiata (anche se ritengo che la mappa di Silent Hill della Konami sia tutt'ora imbattuta...). Il motore grafico del gioco è rimasto immutato rispetto al precedente episodio della serie, sia per quanto riguarda il gioco vero e proprio, sia nelle sequenze in Full Motion Video. 

Questo significa personaggi in 3D e sfondi in "finto 3D", disegnati con superbia dai grafici della Capcom; secondo me, questo è e rimane il modo migliore per ottenere un impatto grafico notevole con una PlayStation, che non è di certo un PC dotato di scheda acceleratrice (sul quale non sfigurerebbe una conversione del gioco, magari interamente in 3D...). Comunque, la Capcom si sta concentrando per l'uscita di un nuovo capitolo della saga sia su Dreamcast che su PlayStation 2 e siamo sicuri che se saranno sfruttate pienamente le potenzialità di questa macchina, ne vedremo delle belle (ovviamente, per le eventuali recensioni rimanete sempre sintonizzati su AVOC...). Tornando a parlare della grafica di Bio Hazard 3, una citazione la meritano le solite sequenze animate, sempre spettacolari e che fanno assomigliare il gioco ad un film vero e proprio (come quello che doveva essere girato...ndBill). La colonna sonora unita agli effetti sonori è a mio avviso il vero punto di forza del gioco. Le musiche sono degne di un film horror di prima categoria e accompagnano costantemente l'azione di gioco, mentre gli effetti sonori arricchiscono l'ambiente di rumori inquietanti, versi strazianti e suoni raccapriccianti. La tensione che si prova quando si entra in una stanza assediata dagli zombie è paragonabile a quella che trasmetterebbero alcuni racconti di Stephen King. Il sistema di controllo è identico a quello dei precedenti Bio Hazard, compresa la gestione (e la veste grafica...) dell'inventario; questo significa che la già ottima giocabilità è rimasta invariata e che ai principianti non sarà difficile imparare a giocare. Concludendo, Bio Hazard 3 è decisamente un gran bel gioco e lo dimostrano una grafica notevole, un sonoro spettacolare, una giocabilità che non è niente male, ed una trama veramente avvincente, che tuttavia, non costituisce nessun passo in avanti rispetto ai precedenti titoli della serie. Le novità riguardano soprattutto la difficoltà del gioco, decisamente aumentata, con l'aumento dei nemici e delle zone da esplorare, con un conseguente aumento della longevità. Discutibile la scelta da parte dei programmatori di mettere a disposizione dei giocatori solamente un personaggio, visto che a partire dal primo capitolo della serie abbiamo sempre avuto una scelta da fare, da questo punto di vista, anche se per molti questo potrebbe non essere un difetto. L'impressione è che la Capcom, indaffarata nelle conversioni per Dreamcast e Nintendo 64 (senza contare lo sviluppo di Dino Crisis...), non si sia impegnata con tutte le sue forze in questo terzo episodio della saga di Bio Hazard, sfornando sicuramente un ottimo gioco, ma che tuttavia sembra quasi un'espansione del secondo episodio, una sorta di Resident Evil 2 1/2, per cui consigliato solamente agli appassionati della saga e a tutti coloro che amano il genere del survival horror qui su PlayStation. Ciao e alla prossima. 


Hangar

 

Titolo: Bio Hazard 3: Last Escape
Software House: Capcom
Sviluppatore: idem
Distributore: Importazione
Formato: NTSC-J
Prezzo: Lire 149.000
Memory Card: 1 Blocco
Giocatori: 1



Totale -


PRO
- Trama e atmosfera grandiose
- Bello e difficile...
- Grafica ben realizzata...
- Sonoro e colonna sonora ai massimi livelli

CONTRO
- Un po' troppo corto...
- Un po' troppo uguale a Resident Evil 2...
- E' in giapponese...


Ringraziamo Hangar per averci fornito il materiale recensibile.