
Prima di cominciare, penso sia necessaria una
piccola precisazione. Io sto scrivendo questa recensione ad una decina
di giorni dalla fine del mese di Agosto, mentre voi ora la starete
leggendo nei primi giorni di Settembre, sulla vostra rivista on-line
preferita. Perché questo? La bontà divina vorrebbe che in questi
giorni, mentre voi vi state leggendo questa recensione, io sia a
Londra, per fortuna (o sfortuna, dipende dai punti di vista…)
all’ECTS, la più grossa fiera dedicata ai videogiochi europea a
cercare di raccattare quanto più materiale possibile per scrivere
articoli, recensioni e preview, sulle pagine web di questa rivista.
Anche se il mio obbiettivo della fiera è praticamente uno (la
software house si chiama Microprose e il capo-programmatore Geoff, e
chi ha orecchio per intendere, intenda…) e, credetemi, dopo ECTS ci
sarà tanto da dire su questo annunciato pezzo di software capolavoro
(da leggere tutto d’un fiato…), cercherò di portare la parola di
AVOC anche oltremanica e oltreoceano, molto di più di quanto lo sia
già in questo momento. Ma andiamo a vedere che gioco ha avuto la
sfortuna di trovarsi in questi giorni di fine Agosto vicino al mio PC.
Si tratta, come avrete sicuramente potuto capire dal logo qua sopra,
di Lander, shoot’em up della Psygnosis che, in attesa dell’uscita
dello stupendo Drakan (che potrebbe farla risorgere dalle ceneri dopo
una incredibile serie di titoli mediocri, almeno per quello che
riguarda il campo PC…), non se la sta spassando proprio bene. I più
vecchi di voi si ricorderanno che Lander era il nome di un coin-op
molto in voga diversi anni fa, che richiamava folle di ragazzi
all’interno delle sale giochi. A causa della solita povertà di
idee, la software house di Liverpool, seguendo una delle mode più in
voga di questi tempi nel mondo dei videogames (dopo Asteroids e
Battlezone, della premiata ditta Activision e in attesa di Space
Invaders, sempre dalla casa di Bobby Kotick e Sinistar: Unleashed,
della THQ…), quella dei remake, ha deciso di crearne una nuova
versione, cercando di migliorare il più possibile il gameplay e
adattando tutti gli aspetti tecnici alle nuove tecnologie. Lander è
anche uno dei primi giochi disponibile in versione DVD, dove i filmati
in MPEG-2 hanno una qualità nettamente migliore degli .avi della
versione normale e il sonoro, in Dolby Digital 5.1 per questa
versione, risulta uno splendore, se si possiede il sistema di
altoparlanti adatto. La versione DVD non ha, però, almeno fino ad
ora, riscosso un gran successo, anche a causa della poca diffusione
del nuovo supporto ottico, per cui dobbiamo riferirci alla versione
CD, in cui, almeno dal punto di vista tecnico (il gioco è sempre lo
stesso, alla fine…), le cose risultano piuttosto differenti.
Lander
richiede necessariamente una scheda 3D (3DFX o D3D che sia…) per
funzionare e, quindi, mostrare tutti gli effetti visivi che i
programmatori e i grafici di casa Psygnosis hanno preparato per noi.
Come è logico pensare, l’appeal visivo rispetto alla primitiva
versione da sala giochi è nettamente più attraente, ma il sistema di
gioco è rimasto piuttosto simile, visto che dovrete sempre, come
nell’originale, pilotare una piccola navicella all’interno di
ambientazioni che non hanno nulla di amichevole, fronteggiando la
bizzarra gravità (che nel gioco è molto particolare…) e alcuni
ostacoli che tenteranno di mettervi i bastoni fra le ruote. La trama
di Lander vi mette nel ruolo di un mercenario spaziale, il cui compito
è quello di trasportare merci da una parte all’altra dei pianeti in
cui viene inviato. Questo losco figuro, che poi siete voi, dispone di
un PIM, un Personal Information Manager (che poi costituisce
l’interfaccia principale del gioco…), che vi permette di ricevere
informazioni, briefing, e-mail, quasi come se foste attaccati alla
rete. Per iniziare a giocare, dovrete possedere qualche soldo nelle
vostre casse, altrimenti non potrete comprarvi la navicella e andare
avanti nel gioco. Ci sono trenta missioni, escluse le due di training
(che saranno necessarie per farvi prender confidenza con il vostro
mezzo…), che vi vengono presentate come contratti di lavoro dalle
tre corporazioni che si contendono la vostra abilità. Questo vi dà
l’impressione di una certa interattività nella storia, con la
possibilità di decidere da voi quello che dovrete fare, ma in realtà
tutto è piuttosto lineare e non vi fornisce quella libertà che
speravate. Le missioni possiedono svariati obbiettivi: potrete
effettuare un salvataggio all’interno della Luna oppure addentrarvi
in un pericoloso campo minato per recuperare un carico di tremende e
illegali armi biologiche, e così via. Vi parlavo prima delle due
missioni di training: è molto meglio che le facciate, siccome il
sistema di controllo è piuttosto particolare e abbastanza diverso da
quelli visti fino ad ora (anche se assomiglia molto a quello del
vecchio Lander…). Chiaramente, i controlli possono essere ridefiniti
a vostro piacimento, ma la premiata coppia mouse e tastiera, risulta
sempre la scelta migliore, siccome vi permette di muovervi con agilità
e di fare manovre che con un semplice joystick o con la sola tastiera,
non potreste fare. In nostro soccorso, poi, non viene neppure la
difficoltà.
In alcune missioni, questa è irrisoria, mentre in altre
farete veramente una fatica tremenda, e vi verrà voglia di lasciar
cadere il vostro Lander e uscire dal gioco, perché magari non
riuscirete a tirare su, con il raggio trasportatore, l’obbiettivo
della missione. Molto spesso, poi, le missioni sono a tempo, cosa che
aumenta ancora la difficoltà. Per andare avanti, il completamento
delle missioni è obbligatorio e, se riuscirete a venirne via ancora
integri, riceverete una paga per le vostre gentili prestazioni. Con
questa potrete potenziare il vostro mezzo, acquistando armi e scudi più
potenti, in modo da aiutarvi dove i programmatori hanno voluto a tutti
i costi mettervi nel guano. Il gioco è tutto qui e, come vedete, non
c’è nulla di complicato nel gameplay, quasi come se gli
sviluppatori avessero voluto mantenere intatto lo spirito di semplicità
presente nell’originale. Un altro problema è dato poi dalla
impossibilità di salvare durante la missione, cosa che potrà
spazientire parecchi (come il sottoscritto…). Ma parliamo un po’
degli aspetti tecnici. La grafica, disponibile solamente in versione
accelerata, non è nulla di trascendentale, ma si difende bene e
conferisce un aspetto visivo più che discreto al gioco. Dal punto di
vista del sonoro, sono supportate le schede audio 3D, che vi
permetteranno di avere una certa atmosfera mentre giocate. Le musiche
sanno, purtroppo, di già sentito e sono anche piuttosto monotone.
Della giocabilità ho già parlato, mentre la longevità e la relativa
difficoltà potevano essere calibrate meglio. Ci sono infatti alcune
missioni facilissime da terminare, mentre con altre vi verrà voglia
di scagliare il vostro mouse per terra, dal nervoso. Sicuramente una
maggiore cura avrebbe ovviato al problema. Per quello che riguarda,
invece, le richieste hardware, un PII 233 con 32 Mb di Ram e una buona
scheda 3D potrà già fare al caso vostro. Vi lascio allora al
commento.
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Titolo: Lander
Software House: Psygnosis
Sviluppatore: idem
Distributore: Halifax
Prezzo: Lire 89.000
Requisiti minimi: Pentium
166, 16 Mb di RAM, Cd-Rom 4x, 230 Mb Hard Disk, Scheda
Audio comp. DirectX 6, Acceleratore 3D comp. D3D, Windows 95/98.
Requisiti consigliati: Pentium
II 266, 32 Mb Ram, Acceleratore 3D comp.D3D o 3DFX.
Gioco provato su: Pentium II 400, 128 Mb
Ram, Matrox Millennium 4 Mb, Sound Blaster Live!, Creative 3D Blaster Voodoo 2 12 Mb,
Windows 98, Cd-Rom Plextor SCSI 40x MAX, Lettore DVD DVS 30x. Con questa configurazione il
gioco non ha dato problemi.
Totale - 
Devo dirvi subito che non ho mai gradito i remake,
in campo videoludico, perché mi sembrano solo bieche operazioni
commerciali e si basano su un concept ormai vecchio e datato, molto
spesso non gradito dal pubblico. Lander fa parte di questa categoria.
Anche se ha dalla sua parte una grafica discreta e un buon sonoro, il
concept non è molto originale, la giocabilità non è proprio il
massimo della vita e la difficoltà richiedeva una calibrazione
maggiore. Ahimè, quindi, per la Psygnosis, con un altro titolo
mediocre, che va a finire nel pozzo dei senza infamia e senza lode.
Ringraziamo Halifax
per averci fornito il materiale recensibile.
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