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The Catcher in the Rye
In questo nuovo spazio cercheremo di pensare ai videogiochi in modo meno ludico e, quasi, più filosofico. L'idea va tutta al nostro caro Luca Rossi che me l'ha proposta e, siccome ai fondatori non si nega mai spazio sulla nostra amata rivista on-line, eccovi questa sorta di "Focus" su tutto quello che potrebbe riguardare i videogiochi e non. Fatemi (o fate sapere anche a Luca) sapere quello che pensate. Byez.

Fabio "Bill" Cristi


Salve a tutti.

Cerchiamo innanzitutto di mettere un po’ d’ordine:

1.Che cos’è questo spazio?
2.Chi sono io?
3.A cosa vi serve questo spazio?

OK, ammetto che il secondo punto è più dovuto ad un eccesso di egocentrismo che ad una reale necessità, ma permettetemelo, suvvia, in fondo potete sempre non leggermi.

Allora, ricapitoliamo, cos’è questo spazio? Che ci starà scritto? E, soprattutto, perché si trova in un sito dedicato ai videogiochi?

Mica facile dirvi tutte queste cose in poco, poco tempo, ma ci proverò, con grande sfoggio della mi abilità oratoria (anche se ammetto di star scrivendo molto e parlando poco... ma non sottilizziamo...).

Partiamo dal titolo, perchè spiegato quello poi sarà tutto più chiaro:

The Catcher in the Rye è il titolo originale di uno dei più grandi libri del secolo, scritto da J.S. Salinger e tradotto in italiano come “Il Giovane Holden”. Beh, forse molti di voi l’avranno letto a scuola, ma quel che si legge a scuola non serve a nulla se non a superare un’eventuale interrogazione. Che c’entra il giovane Holden, la scuola e tutto il resto con i videogiochi? Abbiate pazienza, ora ci arriviamo. The Catcher in the Rye potrebbe essere tradotto in italiano come “L’acchiappatore nella segale”, ovvero il “lavoro“ sognato dal protagonista del libro: stare appostato in un campo di segale dove giocano dei bambini; e quando questi bambini correndo stanno per finire nel burrone (c’è sempre un burrone dove giocano i bambini...) Zack! Lui salta fuori e li acchiappa.

Beh, ora dovrebbe esservi tutto chiaro; ma nel caso abbiate ancora qualche dubbio residuale, giungo prontamente (come Superman...) in vostro soccorso.

La mia presunzione sarebbe quindi quella di “scrutare” il mondo dei videogiochi partendo da questa rivista, ma anche da molte altre fonti per “acchiappare” eventuali fatti, notizie, eventi che tenderebbero altrimenti a finire nel burrone del non–detto; una specie di Focus-on sugli argomenti più disparati (e scelti a mio insindacabile giudizio...) pensato per assecondare un mio vecchio sogno, quello di creare uno spazio dedicato ai videogiochi e… quello di vedere quando questa branchia informatica uscirà dal dolce ed immobile tepore datole dal suffisso “giochi” e si porrà al pari di altre forme espressive. Forse è eccessivamente presto parlare di 8°a arte, ma vorrei vedere il giorno in cui “giocando” si potrà parlare di fame nel mondo, intolleranza, segregazione, imperialismo… ed è meglio fermarsi qui.

Sperando di avervi chiarito di cosa si parlerà, passiamo ad un altro aspetto: chi vi parlerà (perché per tante menate interattive che ci facciamo sarà principalmente una comunicazione monodirezionale, anche se i contributi sarebbero veramente ben accetti...).

Dunque io sono, o meglio ero Sigmund. Chi tra di voi ha potuto assistere all’evoluzione storico-grafica di questa rivista sa, o meglio dovrebbe sapere, che io sono “colui che controllava le bozze”. Sono, ero, quello che insieme a Bill, una sera ha detto:- Cazzo! Se non possiamo conquistare il mondo, almeno facciamo una rivista di videogiochi!- e così è nata AVOC! Poi per tanti problemi, per scontri con la dura realtà che il prode Bill (e questa è una ammissione che Bill sogna da anni...) interpreta in maniera meno onirica e più funzionale di me, mi sono lentamente defilato fino a “morire”.

Ma come succede sempre nei film, l’eroe non muore mai, e così (più o meno come a fatto Superman...) dopo un periodo di rigenerazione sono tornato, diverso da prima, ma legato al passato.. negando tutto e confermando in toto quanto fatto. Al momento non ho ancora elaborato la mia nuova identità completamente e dunque ancora non ho nome, ma presto il mio bozzolo si schiuderà e potrete pure appellarmi.

Per i pochi superstiti (e per i pochissimi interessati...) “ufficialmente” passo il mio tempo studiando sociologia ad Urbino… se c’è qualcuno di quelle parti che si faccia vivo.

Arriviamo dunque all’ultima parte di questo primo incontro che come avrete capito ha solo scopo informativo, per preparavi allo splendore della prima vera uscita e non farvi rimanere a bocca aperta e mouse immobile davanti a quel che verrà. Ma manca ancora una risposta che vi avevo promesso ed io (come Superman...) le promesse le mantengo sempre. A cosa vi serve questo spazio?

Beh, innanzitutto serve a dimostrare a tutti che i videogiochi possono essere portatori di significati “altri” e che bisogna conoscere prima di sparare cazzate (in compenso poi si possono sparare più grosse...). Questa, dunque la finalità ultima, questa e molte altre di qui vi accorgerete solo strada facendo (non penserete mica che abbia abbandonato il progetto di conquistare il mondo?!).

Ok, ragazzuoli e ragazzuole (ce ne sono?! Mah!) tenetevi forte, perché la prossima volta potremo parlare del sottile rapporto che sussiste tra Quake III Arena e le suore di clausura!

Ciao

Colui che era Sigmund
Luca Rossi

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