
Il
mondo ludico della Playstation e dei videogames in generale è
suddiviso, come ben saprete, per tipologie di giochi e videogiocatori,
categorie ben distinte che confliggono tra loro e coesistono, si
scambiano linfa vitale e apprendono le une dalle altre. Chi non avrà
mai sentito parlare di RPG, Racing Games, Picchiaduro e Platform? Caratteristiche genetiche o
semplice scelta casuale (se mai esista il caso!), il genere dei
videogiochi fra qualche anno sarà presente anche sulla nostra carta
d’identità : celibe, residente in via….., alto 1,83, genere
videoludico = picchiaduro. Ma spesso è difficile trovare delle nicchie
precise, dei contorni definiti per giochi che rappresentano la sintesi
di più concezioni, altre volte i confini sono così recintati e
protetti che viene in mente di essere di fronte ad un amletico “
essere o non essere”o un Kierkegaardiano “aut aut” (non parliamo
di Filosofia fino a Settembre, plz…ndBill). Se poi l’essere e il non
essere sono quelli delle famose “categorie” di Hegel, ci sarà una
conseguente sintesi, il divenire. È questo il caso di Racing Lagoon,
uno dei titoli per questo 1999 della grande Squaresoft, casa produttrice
del più bello e dolce RPG del secolo, Final Fantasy 7, oggi
aggiornato/rivoluzionato nell’ultimo episodio, di cui aspettiamo con
trepidazione la versione occidentale. Il colosso Square non si ferma al
suo gioiello “di ruolo”, ma annovera tra le sue creazioni capolavori
quali Ehrgeiz, Xenogears, e
Final Fantasy Tactics. Non si può di
conseguenza non aspettarsi qualcosa di grande da una software house di
queste dimensioni. Il gioco in questione non delude di certo le
aspettative, anzi, le stordisce! Mi spiego meglio. Racing Lagoon è un
High Speed Driving RPG, cioè un gioco di ruolo basato su corse
automobilistiche, il tutto in una cornice di un Giappone futuristico,
buio e ai limiti del cyberpunk. Ma andiamo con ordine. L’introduzione,
ottimamente realizzata con la classica CG, ricorda vagamente quella di
Gran Turismo con qualche accenno a RRT4. Un passo in avanti dato che le
introduzioni della Square non mi avevano mai colpito né per impatto
visivo né per lunghezza. Ora le cose sono decisamente cambiate e la rivalutazione della
computer grafica valorizza un gioco che già promette di per sé. Il menù
delle opzioni è molto semplice, e abbiamo la facoltà di scegliere fra
Driving RPG o Battle Mode per sfidare gli amici succhia Playstation.
Quest’ultima opzione ci consente di scegliere un personaggio del gioco
con relativa auto fiammante e gareggiare contro avversari agguerriti a
colpi di sportellate.
Il sonoro è davvero buono, molto futuristico, un
po’ strano per un gioco di ruolo ma nella norma per un racing game. Il
leit motiv di RL è comunque l’elemento RPG. Un’ulteriore
introduzione alla storia ci spiega, ahimè in giapponese, cosa succederà,
chi siamo e perché abbiamo nel sangue la velocità. Come ho
precedentemente detto la cornice che fa da sfondo è quella del
Giappone, precisamente Yokohama, la città che ha dimenticato che cosa
significhi dormire. Un gruppo di ragazzi, come accade nella realtà
nipponica, si raduna a Bay Lagoon provvisti dei loro bolidi. Un’auto
arriva nel buio, si apre lo sportello e scende un ragazzo, metà punk
metà dark. È il nostro personaggio (ma secondo me con poco
carattere…). I dialoghi continuano come nella tradizione Square RPG,
senza sonoro e per ovvi motivi linguistici ne è impossibile la
comprensione. Certo, questo è un grande limite per un gioco di ruolo
dove la trama è tutto e scelte casuali di fronte a bivi nei dialoghi
non è appagante. Si può solo intuire che le intenzioni del gruppo sono
quelle di organizzare corse automobilistiche per le strade cittadine. La
prima sfida ci vede partecipare con un modello decisamente inferiore
alla media. Non so se riuscirete a vincere, io sono riuscito ad arrivare
quarto, ma non è sufficiente. Il gioco riprende la tipica forma RPG e
vi vede percorrere in visuale isometrica le strade di Yokohama. Prima di
analizzare la struttura del gioco RPG e dei relativi menù, è
interessante e utile parlare un po’ del modello di guida, del modello
fisico insomma. Le vetture sono molto simili a quelle di GT, tipicamente
Jappo, che vanno dalle Honda Civic alle Toyota Celica; non mancano
vetture più comuni come utilitarie e station wagon che popolano le
strade della nostra città. Alla prima accelerata ho pensato
utopisticamente di trovarmi di fronte ad un modello simulativo degno di
GT; ma alla prima curva l’impostazione arcade alla Ridge Racer prende
il sopravvento, imponendo al giocatore l’uso del freno a mano e
controllare il mezzo in frenetici controsterzi. L’auto mi è sembrata
stranamente “pesante”, lenta cioè negli spostamenti laterali e
nelle curve secche, praticamente impossibili da impostare in Gran
Turismo. Graficamente non si possono riscontrare molte pecche: le auto
sono ben disegnate, varie, gli ambienti sono estremamente cittadini
(autostrade, quartieri di grattacieli…). Il carattere RPG di questo
Racing Lagoon esce allo scoperto subito dopo la prima gara e i
successivi dialoghi. La città sarà ripresa in prospettiva isometrica e
il nostro mezzo sarà come un piccolo Cloud che si muove nel suo mondo
fantasy. Sono presenti dei luoghi individuabili dalla presenza di un
cartello indicante una “P” in cui fermarsi, interagire con il
paesaggio, con i personaggi ed accedere al menù di configurazione della
propria vettura. Già, il menù. Nella nostra percorrenza cittadina
avremo la possibilità di abbagliare le altre auto o essere abbagliati.
La cosa darà vita ad una corsa a due o più auto, un po’ come gli
scontri casuali di FF7. Vedremo la scheda delle caratteristiche tecniche
dei nostri avversari che sfideremo o su un tracciato di più giri o su
singoli rettilinei e curve. La nostra vittoria ci regalerà una parte
del bolide avversario, dal motore allo scarico, dagli stickers alle
appendici aerodinamiche. Accedendo come detto al menù di assetto della
macchina, potremo selezionare i componenti ideali, proprio come in FF7
disponevamo le “materia” sulle nostre armi. Il concept di gioco è
decisamente originale, anche se limitato dall’impossibilità di
comprensione della trama per motivi ovvi. Fortunati i “nipponici”
che godranno appieno di questo ennesimo capolavoro Square e i pochi tra
di noi che conoscono gli ideogrammi. Non resta che consolarci con
controsterzi e folli assetti automobilistici, gustarsi le ottime
sequenze in CG e fantasticare o fingere di interpretare la storia e i
dialoghi. Unico difetto da me riscontrato, se si esclude quello
linguistico, è la scarsa profondità visiva nei momenti “racing”.
Mi è capitato a volte di non capire da che lato fosse la curva e a
causa della visuale “corta”e a causa del buio che regna su Yokohama,
forse previsto dai programmatori per ovviare a problemi grafici, non so.
Se i problemi sono solo questi, l’uscita della versione PAL di Racing
Lagoon (se mai ci sarà!) (ne dubito molto…ndBill) li potrà risolvere
ampiamente, restituendo a un gioco che merita la collocazione in una
fascia alta di valutazione la giusta longevità, ora poco valorizzata
per quel che merita. Tirando le dovute somme, siamo dinanzi ad un altro
capolavoro a cui ci ha abituato la “mamma” Squaresoft,
un’esperienza ludica che soddisferà sia piloti incalliti sia coloro
che amano menù e ipotetici dungeon cittadini a forma di autostrade,
tipici dei Role-Playing Games. Spesso le novità sono piene di difetti, originali sì, ma
migliorabili, perché piazzano dei deboli paletti per i futuri
successori e perciò sono giustificati se portano in grembo dei
fastidiosi bug. Non è comunque il caso di Racing Lagoon, un titolo che
innova nel suo genere e non accampa scuse su piccolissimi difetti e
questi non ci danno assolutamente una mera possibilità per criticarlo.
Questo, cari ragazzi, è semplicemente un High Speed Driving RPG ed è
molto bello. È senz’altro una grande esperienza ludica, nuova, particolare
ed in più partorita da una software house di razza.
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Titolo:
Racing Lagoon
Software House: Squaresoft
Sviluppatore: idem
Distributore: Importazione
Formato: NTSC-J
Prezzo: Lire 139.000
Memory Card: 1 Blocco
Giocatori: 1 - 2
Totale -
PRO
- Nuovo nel suo genere
- Ottimo graficamente
- Scenografia di contorno accattivante
- Unisce e amalgama due tipologie di gioco
- Sonoro molto accattivante
CONTRO
- La lingua giapponese limita la comprensione e la longevità
- Poca profondità visiva nelle sfide
- Caratterizzazione blanda dei personaggi
Ringraziamo Videofollie
per averci fornito il materiale recensibile. |