
Le cosiddette "costruzioni" hanno rappresentato, da parecchio tempo, soprattutto per i bambini più piccoli, un'importante momento di gioco nella loro infanzia, in cui potevano dare sfogo alla loro immaginazione e creare quello che gli passava per la mente, dando luogo a fantastiche strutture, ambientate in città, nello spazio o nel Medioevo. Mi ricordo che il gioco che apprezzavo di più da piccolo (oltre ai videogames, naturalmente, una mania nata alla tenera età di quattro anni...) erano proprio queste cose e, senza dubbio, per tutti gli anni '80 e per qualche anno dell'ultimo decennio, c'è stata una notevole rivalità tra due grosse aziende, specializzate nella produzione di questi giochi. Avrete sicuramente capito, che la rivalità di cui sto parlando è quella tra Lego e Playmobil. Quando si parla di "costruzioni", in genere, queste vengono identificate con il sinonimo di Lego; infatti, l'azienda danese è riuscita a dar vita ad un giro d'affari a dir poco incredibile, vendendo miliardi di scatole del suo prodotto e addirittura creando un parco tematico, chiamato Legoland, che ha proprio sede in Danimarca. Se devo proprio essere sincero, nella mia infanzia ho ricevuto tantissime scatole di queste costruzioni e, ricordando le giornate passate a creare edifici e città (non ho mai apprezzato la serie Medioevo e la serie spaziale...), mi viene quasi da commuovermi. La lotta con l'azienda tedesca, appunto, ha segnato il mercato di questo genere di giocattoli per lungo tempo e, anche se la casa danese è sempre riuscita a mantenere la supremazia sul mercato, con l'avvento dei videogames, questa lotta si è spostata dalle costruzioni al videogioco. Lego ha creato una propria divisione interna dedicata allo sviluppo di titoli per PC e console (anche se si affida, nella maggior parte di casi, a gruppi di sviluppatori esterni...), mentre invece Playmobil ha deciso di fornire la licenza per lo sfruttamento dei suoi prodotti a Ubi Soft, compiendo, a mio avviso, una scelta migliore del suo rivale, affidandosi ad un gruppo di sviluppatori esperti, da anni nel mondo dei videogiochi. La sfida per quello che riguarda la qualità dei giochi e le vendite, però, non si è ancora aperta, perché se è dall'estate del 1998 (con
Lego Island...), che l'azienda danese ha debuttato nel nostro settore (proseguendo con prodotti quali
Lego Loco, Lego
Creator, Lego Racers e Lego Rock Raiders...), Hype: The Time Quest è il primo titolo sotto licenza Playmobil ad uscire sul mercato, proprio nei giorni prima dello scorso Natale. Ubi Soft farà comunque uscire, nei prossimi giorni, due titoli dedicati espressamente ai bambini, ovvero Alex
Crea la sua Fattoria e Laura e il Segreto del Diamante, avventure educative che, da quello che ho visto fino ad ora, mi sono sembrate molto interessanti. Il titolo che ci accingiamo a recensire ora, comunque, non è espressamente un gioco per bambini, anzi, tutt'altro. I programmatori di Ubi Soft sono quindi riusciti a creare un divertente, e sufficientemente difficile, action/adventure/RPG (una sorta di misto tra generi...), che ricorda moltissimo lo stupendo
Zelda: The Ocarina of Time su Nintendo 64, unendo ad un'ottima trama una buona struttura di gioco ed una discreta difficoltà, che lo rendono sufficientemente longevo e molto divertente. Ma andiamo con ordine, partendo dalla trama.
Il vostro ruolo è quello di Hype, un giovane e valoroso cavaliere al servizio del re Taskan IV, giusto e corretto leader di uno dei tanti regni esistenti. Durante una festa, per premiare Hype per il valore dimostrato in battaglia, gli fu offerta la Spada della Pace, un oggetto che si poteva consegnare solamente ad un cavaliere dal cuore puro e nobile, quale era Hype. L'arrivo del cattivissimo cavaliere nero rovinò però la festa; egli voleva impossessarsi del trono di Taskan IV, ma allo stesso tempo della Spada della Pace, che gli avrebbe fornito moltissimi poteri. Per questo motivo, con un potente incantesimo, egli tramutò il fastidioso (almeno per lui...) Hype in una statua di pietra e, per essere sicuro che non gli desse problemi, lo fece trasportare da una magia in un tempo indefinito, molto lontano da dove si trovava in quel momento. La fortuna volle che un mago vivesse proprio dove Hype pietrificato era stato trasportato e, con un altro incantesimo, lo fece tornare normale. Da quel momento, lo scopo di Hype era quello di tornare nel suo regno, liberarlo dal Cavaliere Nero e riportare la pace. La bella introduzione, parlata interamente in italiano, come il gioco d'altronde (localizzato nella nostra lingua sia nei testi che nel parlato...), ci spiega questa storia e ci porta, quindi, al gioco. Potremo controllare Hype con una visuale in terza persona che ricorda moltissimo, come ho già detto in precedenza, il capolavoro per Nintendo 64 di Shigeru Miyamoto. Hype si muove in un mondo interamente tridimensionale e, come in ogni avventura o RPG che si rispetti, possiede determinate capacità, per quello che riguarda i combattimenti, che egli può esprimere tutte le volte che si trova di fronte un nemico. La prima parte del gioco, quando ancora sarete al cospetto del mago che vi ha liberato dal sortilegio, sarà una sorta di tutorial, che vi permetterà di imparare a controllare al meglio Hype e vi farà anche capire quali sono le sue capacità. Fin dall'inizio, egli possiede principalmente due armi e starà a voi, a seconda del caso, decidere quale utilizzare. Queste sono una spada, che viene considerata come arma di default e una balestra. La spada è consigliata quando affrontate un nemico in un corpo a corpo, oppure quando dovete spaccare qualcosa che si trova nelle vostre vicinanze; se invece volete colpire bersagli da lontano, senza farvi vedere, la balestra è senz'altro la scelta migliore. Quando avrete selezionato la balestra, avrete la possibilità di passare, al momento della mira, ad una visuale in prima persona, in modo da avere una maggiore precisione e, così, scoccare la vostra freccia direttamente sul bersaglio. Hype ha anche la possibilità di lanciare incantesimi: alcuni apparterranno al personaggio già a partire dall'inizio dell'avventura, mentre altri potranno essere acquisiti dal nostro cavaliere andando avanti nel gioco. L'inventario, poi, facile da consultare, permette al nostro personaggio di raccogliere oggetti e di utilizzarli successivamente in caso di necessità. Vi basterà semplicemente passarci sopra e questi andranno ad accumularsi all'interno del vostro capace "zaino". Parlando delle armi in vostro possesso, mi sono dimenticato di parlarvi dello scudo che, se non vi sarà utile per attaccare, vi servirà per proteggervi dai colpi dei nemici e subire meno danni, siccome in mancanza di questo ogni colpo sferrato, che andrà a segno, da parte di un cattivo, vi porterà via un mare di energia. Quando sarete in combattimento, l'interfaccia vi mostrerà l'energia del nostro cavaliere come una spada che, quando sarà svanita, tramuterà nuovamente Hype in pietra. I combattimenti sono una parte molto importante del gioco e dovrete cercare di superarli in modo abbastanza agile, cercando di evitare di perdere energia. Questo perché non potrete salvare sempre nel gioco, ma solamente in particolari punti, quando troverete una penna ed un libro.
Questo fa sicuramente aumentare la longevità del gioco, ma la cosa risulta estremamente snervante quando non si riesce a trovare un Save Point e si è a corto di energia. Un altro degli elementi fondamentali del gioco è la mappa: potrete attivarla in qualunque momento e vi permetterà di vedere in quali zone del regno potrete andare o quali avete già visitato. Si tratta di un elemento in continua evoluzione, che si espanderà con il passare degli anni (siccome il tempo in cui ambientata l'avventura è piuttosto ampio...), ma che vi sarà sempre ed estremamente utile. Come in ogni RPG che si rispetti, sarete in possesso di una determinata quantità di moneta (chiamata, in questo caso, plastyk...), che vi permetterà di acquistare, in certi casi, elementi necessari al proseguimento del gioco. Esiste anche la possibilità di parlare con le persone, per ricavare elementi utili a capire quello che dovrete fare e riuscire, così, a portare a termine il vostro obbiettivo. Per arrivare al termine, naturalmente, non vi servirà solamente dare fine all'avventura, ma dovrete anche rintracciare i quattro gioielli del regno, che potrete accumulare in modo da non perderli più successivamente. Esiste anche un altro sottogioco, quello dell'Alveare, in cui acquisterete punteggio tutte le volte che entrerete in un nuovo ambiente. Ci sono poi altre interessanti sorprese all'interno del gioco ma, siccome non voglio anticiparvi nulla, vi lascio con il fiato sospeso, ma sappiate che diversificano ancora maggiormente lo stile di gioco, il che è un grosso toccasana per il titolo Ubi Soft (sappiate che potrete anche volare a cavallo di un dragone...). E' chiaro che, come in tutte le avventure o RPG che si rispettino, dovrete risolvere dei piccoli puzzle o delle piccole quest, che non risultano molto difficili, ma che comunque vi richiedono un minimo di ragionamento per essere capite e terminate. Hype: The Time Quest possiede, quindi, uno stile di gioco piuttosto vario, cosa che lo rende molto interessante e abbastanza longevo. Parlando degli aspetti tecnici del gioco, vorrei partire proprio dalla longevità. Questa mi è sembrata abbastanza buona e tenete conto che, già dopo varie ore di gioco, mi trovo ancora abbastanza indietro e, non perché io sia un brocco, ma perché di cose da fare ce ne sono veramente tante e il gioco è molto lungo.
Parlando della grafica, il gioco richiede necessariamente una scheda 3D e, se possedete una 3Dfx, esso girerà in modalità nativa Glide. Ho potuto testarlo, ma solo brevemente, anche in modalità Direct3D, siccome si inchiodava spesso e volentieri ma ho notato che questi problemi sono dovuti ai driver poco aggiornati della mia scheda. Comunque, per essere una semplice avventura, Hype: The Time Quest risulta veramente bello da vedere. L'engine 3D che lo muove sembra ben realizzato e tutti i vari ambienti sono molto ben particolareggiati ricchi di effetti grafici e di illuminazione. Ogni tanto, il motore grafico sembra soffrire di qualche problema di clipping, ma non si tratta di nulla di grave, perché non inficia la giocabilità in nessun modo. Un buon lavoro, quindi, per quello che riguarda la grafica. Per quello che riguarda il sonoro, vorrei dare una nota di merito al doppiaggio, veramente ben realizzato, mentre gli effetti sonori sono semplicemente nella media. Tutto è poi accompagnato da una piacevole colonna sonora, che ben si sposa con il tipo di gioco e con le cose che dovrete fare. Il sistema di controllo del personaggio è abbastanza buono e ricalca, in generale, quello di un tradizionale action game 3D alla Tomb Raider. I tasti da utilizzare e imparare sono parecchi, ma un minimo di pratica vi consentirà di controllare Hype al meglio e con pochi problemi. Un'ultima nota sulle richieste hardware: queste, per la qualità grafica e sonora del gioco, risultano incredibilmente basse. Già con un PII di fascia bassa ed una bella scheda 3D non dovreste avere problemi a far andare il gioco al massimo. Bene, superati i 9.000 e passa caratteri, mi sembra di avervi detto tutto, e vi lascio così al commento.
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Titolo: Hype: The
Time Quest
Software House: Ubi Soft
Sviluppatore: idem
Distributore: 3D Planet
Prezzo: Lire 79.900
Requisiti minimi: Pentium
200 MMX, 32 Mb di RAM, Cd-Rom 4x, 490
Mb Hard Disk, Scheda Audio
e Video comp. DirectX 6 (Direct3D), Windows 95/98.
Requisiti consigliati: Pentium
233 MMX, 64 Mb Ram, Scheda Audio 16-bit,
Acceleratore 3D comp. D3D o 3DFX.
Gioco provato su: Pentium II
400, 128 Mb
Ram, Matrox Millennium G400 32 Mb, Sound Blaster Live!, Creative 3D Blaster Voodoo 2 12 Mb,
Windows 98, Cd-Rom Plextor 40x SCSI, Lettore DVD DVS 5.2x. Con questa configurazione il
gioco non ha dato problemi.
Grafica - 
Il gioco possiede una buona grafica, ricca di effetti grafici e di illuminazione, ottima per un titolo del genere. L'engine 3D è molto efficiente, anche se ogni tanto presenta qualche problema di clipping.
Effetti Sonori - 
Nella media gli effetti sonori e veramente ottimo il doppiaggio in Italiano, uno dei migliori che abbia sentito negli ultimi tempi.
Musica - 
Una dolce colonna sonora accompagna le nostre gesta e si sposa perfettamente con il tipo di gioco.
Giocabilità - 
Il sistema di controllo è mutuato dai tradizionali action/adventure 3D alla Tomb Raider. C'è qualche tasto in più da imparare, ma con un po' di pratica si riuscirà a padroneggiare al meglio il personaggio in quattro e quattr'otto.
Longevità - 
Dopo diverse ore di gioco, mi trovo ancora abbastanza indietro. Hype: The Time Quest sembra abbastanza lungo e risulta, inoltre, molto ricco di enigmi e quest da risolvere. Potrete poi salvare solamente in punti prestabiliti.
Real. Tecnica - 
Ho notato qualche bug, sempre relativo alla grafica, ma che comunque non inficia particolarmente il gioco stesso. Per il resto, tutto bene.
Ric. Hardware - 
Già con un PII di fascia bassa, almeno 64 Mb di Ram ed una scheda 3D, Hype: The Time Quest girerà come una favola. E' chiaro che, più ne avete, poi, e meglio è.
Totale - 
Hype: The Time Quest si è rivelato, come già avevo scritto in epoca di
preview, un gioco molto divertente, avvincente e longevo che, pur presentando personaggi che lo fanno sembrare un titolo da bambini, in realtà non lo è. Il gioco presenta enigmi di una certa difficoltà e, anche grazie alla buona grafica ed alla buona realizzazione tecnica in generale, ci permettono di compararlo con lo stupendo
Zelda 64 per Nintendo 64. Un buon gioco, quindi, che consiglio agli appassionati (visto che di avventure, in questo periodo, non ce ne sono molte...) e a chi vuole provare titoli di questo genere, anche se non li ama alla follia. Byez.
Ringraziamo Ubi
Soft Italia per averci fornito il materiale recensibile.
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