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Recensione di: Fabio "Bill" Cristi


Il personaggio di Indiana Jones è senza dubbio una delle figure cinematografiche più note della storia della settima arte. Sia l'attore che lo ha sempre interpretato, Harrison Ford, che regista e produttore dei tre film aventi per protagonista l'archeologo americano (tali Steven Spielberg e George Lucas, conoscete?), hanno avuto un incredibile successo con questo personaggio e lo hanno reso una delle figure più sfruttate per quello che riguarda libri, serie TV (vedi "Le avventure del giovane Indiana Jones"...) e videogiochi. Era dal 1992 (correggetemi se sbaglio...) che non sentivamo più parlare, per quello che riguarda i nostri PC, del personaggio creato dalla premiata ditta Lucas & Spielberg. Quello fu l'anno d'uscita di Indiana Jones and the Fate of Atlantis, una stupenda avventura grafica, sviluppata dalla stessa Lucasarts, che rimane a mio avviso, uno dei migliori titoli esistenti di questo genere e che, chi volesse avvicinarsi alle avventure, farebbe molto bene a giocare. Fate of Atlantis era caratterizzato da una trama favolosa, che sembrava fatta apposta per un nuovo film della serie, che fu annunciato, ma che, come tutti ben sappiamo, non è ancora uscito e, secondo le dichiarazioni dello stesso George Lucas, di cui non saranno iniziate le riprese fino al 2005. Rimane solo da chiedersi una cosa... Come farà il povero Harrison, con più di sei decenni sulla groppa ad interpretare il personaggio dell'atletico e avventuriero archeologo? La battuta maligna appare scontata, comunque credo che mai come in quel caso gli effetti speciali potranno essere d'aiuto. Tornando a noi, oltre al già citato Fate of Atlantis, Indiana Jones era già stato protagonista di un'altra avventura grafica, basata sul terzo film della serie (Indiana Jones and the Last Crusade...) e di uno strano action-game, sempre basato su Fate of Atlantis, di cui non saprei però fornirvi informazioni, siccome lo vidi ben poco, ai suoi tempi. Sono passati sette anni dall'ultima apparizione di Indy sui nostri monitor e la Lucasarts ha deciso di riportarcelo in un'altra forma, completamente in 3D, sfruttando uno dei generi più in voga in questo periodo, l'action-adventure in terza persona, in questo Indiana Jones e la Macchina Infernale (mi piacerebbe più dire The Infernal Machine, ma hanno deciso di tradurre anche il titolo della versione italiana, per cui...). Mi viene però subito da dirvi che, dopo aver provato il gioco per una giornata nella sede della CTO, il distributore italiano del titolo Lucasarts, questo ricorda molto, forse anche troppo, Tomb Raider, anche se comunque possiede interessanti caratteristiche che lo distanziano abbastanza dal titolo Eidos (di cui, ricordiamoci, per la serie "more of the same" è in uscita il quarto episodio...), che tutti sappiamo bene essersi ispirato ai film del più noto archeologo cinematografico. Prima di iniziare, però, ringrazio sempre la CTO, per avere ospitato il sottoscritto (e anche sopportato, cosa molto difficile anche per chi ha la pazienza di Giobbe...) e la new-entry Simone Paganelli (di cui dovreste leggere al più presto il primo articolo: la preview di Atlantis II...) e averci lasciato provare il gioco nella solita e impressionante sala riunioni di cui vi avevo già parlato nella recensione di Racer, il gioco basato sulla Pod Race del nuovo Star Wars. 

Indy 3D (utilizziamo questa abbreviazione d'ora in poi...) richiede in modo obbligatorio la presenza di una scheda 3D compatibile con lo standard Direct3D, ma non penso che questo sia più un problema per nessuno. La trama di questo nuovo titolo Lucasarts si colloca nel 1947, a due anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, con il nostro archeologo alle prese con la nuova super-potenza che si è affacciata nel mondo, la Russia. I Nazisti (con cui avevamo a che fare nell'Ultima Crociata...) sono stati debellati e i Russi stanno cercando, per acquisire una potenza sempre maggiore, attraverso l'aiuto dei loro uomini più esperti, di trovare uno strano oggetto chiamato Aetherium, che permetterebbe loro di aprire il portale dimensionale e di ottenere così un potere incredibile, arrivando al dominio sul mondo intero. Questo, chiaramente, preoccupa la CIA, il servizio segreto americano, a cui il dominio russo non farebbe molto piacere, che però è costretta a trovare un uomo che riesca ad impedire ai Russi il loro diabolico progetto. Indovinate chi è il "fortunato" che viene chiamato? L'ente americano chiede così a Sophia Hapgood, una vecchia conoscenza di Indy (se avete giocato a Fate of Atlantis dovreste saperlo anche voi...), per avvertirlo della situazione e convincerlo ad accettare. Il nostro eroe, un po' riluttante, accetta, e viene immediatamente a conoscenza di un'informazione che non lo rende molto felice. L'Aetherium non si trova tutto nel medesimo posto, ma è sparpagliato un po' in giro per tutto il mondo, cosa che ha provocato il dispiegamento in massa delle forze sovietiche. Indy comincerà ad indagare, e la storia presenterà successivamente diversi colpi di scena, che faranno arrivare ad un finale un po' inaspettato. Questa è, in soldoni, la storia che sta alla base della nuova avventura del Dr. Jones, che lo porterà in giro per il mondo nei 16 livelli (15 + 1), che compongono l'intero gioco. Dopo un inizio - training fra i canyon americani, infatti, il nostro archeologo dovrà viaggiare in lungo e in largo nel mondo: Medio Oriente, Cina, America Latina, Kazakistan, Africa, e così via, saranno alcune delle zone che Indy toccherà nella sua avventura. Sicuramente, una delle cose positive di questo titolo è la notevole ampiezza e struttura dei livelli; vi ci vorrà molto, infatti, per terminarne uno, siccome sono di dimensioni piuttosto elevate e di cose da fare ce ne sono veramente parecchie. Ogni livello, essendo ambientato in un luogo differente del mondo, possiede determinate caratteristiche, che lo rendono diverso da tutti gli altri, costringendovi ad utilizzare differenti strategie risolutive per portarlo a termine. A livello di ambientazione, infatti, si passa da quella ricca di rocce e sabbia del Medio Oriente, a quella ghiacciata del confine russo - cinese; da quella tipica del paesaggio africano alle rovine Maya in America Latina; fino ad arrivare al livello finale, il più difficile del gioco, che è ambientato in Iraq (un caso?). In alcuni di questi livelli, avrete la possibilità poi, di utilizzare alcuni mezzi, che potranno facilitare la vostra avventura o, comunque, vi saranno necessari per portare a termine il gioco. Potrete, infatti, fare utilizzo di un gommone, per percorrere le rapide di un fiume; utilizzare una jeep oppure, nella migliore tradizione tramandataci dai film di Indiana Jones, percorrere una miniera all'interno di un carrello su rotaia, che è poi l'unico modo per arrivare al termine di quel livello. Queste "variazioni sul tema" sono sicuramente una cosa piuttosto positiva, siccome rappresentano una sorta di diversivo su ciò che si deve fare in genere in un action-adventure 3D come questo. 

Le somiglianze con Tomb Raider 3, però, si fanno ancora più marcate. Ma passiamo oltre... Il Dr. Jones possiede un'ampia gamma di movimenti, che gli permettono, oltre che di camminare e correre, anche di saltare a distanze piuttosto elevate, nuotare, utilizzare le armi in suo possesso, aggrapparsi a rocce o muri, salire scale, abbassarsi e strisciare e altre cose del genere, come in ogni action-game 3D che si rispetti. Dal punto di vista delle armi, poi, si passa dalle mani nude (utili per tirare cazzotti assurdi...) a vari tipi di arma da fuoco, come pistole, mitragliatori, fucili e bazooka (è l'ultima arma che avrete la possibilità di prendere, ma è devastante...), senza però dimenticare un'utilissima sciabola (quando siete bloccati da piante o ragnatele è l'unico modo per uscirne...) e una bella frusta che potrà, oltre che essere utilizzata per far fuori serpenti e altre fastidiose bestie, anche per essere utilizzata a mo' di liana, in puro stile Indiana Jones. Quando compirete questi tipo di azione, infatti, partirà subito una breve sequenza animata, accompagnata dal tema musicale scritto dal grande John Williams, in cui vedrete Indy saltare da una parte all'altra di un precipizio grazie al suo frustino. Vi voglio avvertire subito di una cosa: chi di voi ha visto (credo molti...) i film su Indiana Jones sarà molto facilitato nella risoluzione del gioco, siccome molte situazioni ricordano molto o riproducono addirittura ciò che è avvenuto in quelle pellicole. Potrei citarvi, ad esempio (vi voglio aiutare, non mi ammazzate...) una situazione del secondo livello, in cui dovrete saltare sopra il tetto di un camion russo per entrare all'interno di un portone, cosa che in altro modo vi sarebbe preclusa e che, vista la situazione, vi sarebbe balzata subito in mente se aveste visto tutti i film di Indy. Parlando di armi, in giro per i livelli avrete la possibilità, oltre a trovare i vari tipi di munizioni, anche di trovare differenti tipi di medikit; piante e kit medicinali per curarvi dai morsi velenosi di certe bestie, che vi porterebbero altrimenti a morte certa e altri oggetti. L'inventario di cui potete disporre, infatti, al contrario di ciò che avviene nel titolo sviluppato dalla Core Design, risulta molto ben organizzato, perché suddiviso in tre, se possiamo definirli tali, compartimenti. Avrete infatti una sezione dedicata unicamente alle armi, una dedicata ai vari kit per recuperare salute e forza, e una dedicata agli oggetti che potrete raccogliere ed utilizzare in combinazione con leve, ingranaggi o altri macchinari che troverete sullo schermo. In puro stile Indiana Jones, poi, è la possibilità di raccogliere pietre preziosi, lingotti e monete d'oro e d'argento, che incrementeranno il gruzzolo in vostro possesso e vi saranno poi utili andando avanti nel gioco. Ogni livello, poi, è preceduto da una breve sequenza animata realizzata con l'engine 3D del gioco, che vi introdurrà un po' la storia e che sarà seguita, all'interno del livello stesso, da altre animazioni che verranno mostrate in particolari casi. I programmatori della Lucasarts, poi, vi forniscono la possibilità di salvare in qualunque parte del livello, in modo da rendervi la vita un po' più facile, siccome io (come molti di voi, credo..) ritengo molto fastidioso morire dopo aver sorpassato un punto difficile e questo va sicuramente a favore del gioco vero e proprio, anche se rende leggermente minore la longevità. Dal punto di vista dei nemici, Indy ne potrà trovare diversi a seconda del livello in cui si troverà: si va infatti dai soldati russi dei primi livelli (un po' stupidi, ma Lucasarts ha già annunciato una patch per risolvere il problema...), a strane creature di vario genere, molto infide e difficili da abbattere. Non dimentichiamo poi il bestiario di scorpioni, ragni giganti e serpenti, che devono essere presente in ogni avventura di Indiana Jones che si rispetti e che devono essere assolutamente ammazzati prima che vi tocchino. 

Vi iniettano il loro veleno e, se non volete che la vostra energia diminuisca in breve tempo, questa è l'unica soluzione. Dal punto di vista dell'interfaccia, in basso a sinistra dello schermo si trova una sorta di sfera, in cui è rappresentata la vostra energia. Inizialmente è di colore verde ma, a mano a mano che diminuirà, la sfera, divisa in spicchi, diventerà prima gialla, poi rossa e, quando sarà tendente al nero, significa che vi rimane ancora poco da vivere. Quando apparirà un teschio sopra essa, invece, significa che siete stati avvelenati e che dovrete affrettarvi ad utilizzare una cura, per non perdere energia. Arrivati a questo punto, direi che possiamo passare ad analizzare i vari aspetti tecnici. Dal punto di vista grafico, Indiana Jones e la Macchina Infernale utilizza un engine 3D derivato da quello di cui i programmatori della Lucasarts avevano già fatto uso in Jedi Knight, due anni fa. Il risultato è un motore grafico non proprio al passo con i tempi, se teniamo conto delle sue radici, ma comunque in grado di battagliare tranquillamente con il titolo della Eidos (Heretic II e Outcast non li teniamo nemmeno in considerazione, siccome da questo punto di vista sono leggermente fuori parametro...). Questa "anzianità" causa però alcuni problemi, come un discreto clipping e alcune texture che scompaiono e riappaiono misteriosamente. Cose su cui, comunque, si può passare sopra, siccome non inficiano lo svolgimento del gioco vero e proprio (mi ricordo una versione beta di Tomb Raider 2, in cui a Venezia, l'engine presentava un tale clipping che, appoggiandomi alla ringhiera del palazzo in cui Lara deve andare per scovare Bartoli, sono caduto in acqua attraversando la ringhiera stessa. Peccato che alla Core questi problemi non li abbiano mai corretti...). Dal punto di vista sonoro, gli archivi Lucasarts, quando si tratta di prendere SFX provenienti dai film prodotti dal grande George, sono sempre pieni di suoni campionati con la massima qualità e che si amalgamano perfettamente con l'azione di gioco. 

Il titolo Lucasarts, poi, è stato interamente tradotto in Italiano dalla stessa CTO e Indy ha la voce di Michele Gammino, il doppiatore dello stesso Harrison Ford e di altri attori quali Kevin Costner e Richard Gere, che ha doppiato l'attore americano nei tre episodi della serie dedicata all'archeologo. La traduzione è comunque ottima, per cui, non avrete assolutamente alcun problema di lingua, acquistando il gioco. Per quello che riguarda l'accompagnamento sonoro, John Williams colpisce ancora, con il tema tratto dal film, mentre il bravissimo Clint Bajakian (autore della colonna sonora di molte produzioni Lucas...) ha realizzato alcuni brani che ricordano molto quelli dell'autore di numerose colonne sonore cinematografiche. Per quello che riguarda la giocabilità, il sistema di controllo di questo titolo appartiene a quello della vecchia generazione di action-adventure 3D (alla Tomb Raider, per intenderci...), in cui dovrete utilizzare interamente la tastiera, mentre il mouse non viene per nulla utilizzato (diversamente dai soliti Heretic II, Outcast e dal prossimo Slave Zero...). Si tratta comunque di un sistema di controllo ben noto e sufficientemente conosciuto per essere utilizzato senza alcun minimo problema. La scelta della Lucasarts, poi, è stata quella di far camminare normalmente Indy, siccome per farlo correre sarete costretti a premere il tasto Shift, come in numerosi shooter 3D. Dal punto di vista della longevità, i quindici livelli garantiscono diverse ore di gioco e, anche se la possibilità di salvare quando volete riduce un po' la durata totale, direi che questa nuova avventura dell'archeologo vi terrà impegnati per parecchio. Per quello che riguarda la realizzazione tecnica, grossi bug non ce ne sono da segnalare, anche se è uscita una patch per la versione americana del gioco poche ore fa, che corregge i problemi di AI di cui vi parlavo in precedenza. Per quello che riguarda le richieste hardware, un PII di fascia bassa con almeno 64 Mb di Ram e una scheda 3D dovrebbe essere più che sufficiente per non soffrire di grossi rallentamenti. Siamo così arrivati, dopo quasi 13.000 caratteri, alla fine. Prima di lasciarvi al commento, mi sembra giusto farvi sapere una piccola cosa: stiamo preparando una bella sorpresa per il 1° Gennaio del 2000, una cosa che credo farà piacere a molti di voi (lettori e non...), ma di cui saprete solo al momento opportuno. E ora vi lascio al commento. 


GLI STRANI MISTERI DELLA VITA

Mi è venuto in mente di scrivere questo piccolo box per farvi vedere una piccola cosa che ho notato mentre giocavo. Nel livello finale del gioco, sulla plancia di comando della Macchina Infernale, Indy troverà una strana iscrizione che recita pressappoco in questo modo: "Nell'invisibile, troverai l'inimmaginabile...". Muovendosi per il livello, quasi per caso, come vedrete nelle immagini qua sotto, mi sono trovato ad aggrapparmi per una scala che non esiste... e che non sembra portare alcun vantaggio al personaggio. Viene quindi un legittimo dubbio...: bug o pieno rispetto della trama? A voi l'ardua sentenza, guardando le tre immagini...

 

Titolo: Indiana Jones e la Macchina Infernale
Software House: Lucasarts
Sviluppatore: idem
Distributore: CTO
Prezzo: Lire 99.000



Requisiti minimi: Pentium 166, 32 Mb di RAM, Cd-Rom 4x, 120 Mb Hard Disk, Scheda Audio e Video comp. DirectX 6 (per video D3D), Windows 95/98.

Requisiti consigliati: Pentium II 266, 64 Mb Ram, Scheda Audio 16-bit, Acceleratore Grafico comp. D3D.

Gioco provato su: Pentium II 400, 128 Mb Ram, Matrox Mystique G200, Sound Blaster Live!, Creative 3D Blaster Voodoo 2 12 Mb, Windows 98, Cd-Rom Asus 40x, Lettore DVD Samsung 5x. Con questa configurazione il gioco non ha dato problemi.


Grafica -
L'engine 3D non è proprio al passo con i tempi, anche se risulta onesto e appropriato per un titolo del genere. La scheda 3D è obbligatoria. L'engine, poi, presenta alcuni piccoli problemi di clipping e di pop-up.

Effetti Sonori -
Notevoli gli effetti sonori e più che buono il doppiaggio. Notate che Indiana Jones è doppiato dal suo doppiatore nei tre film della serie: Michele Gammino.

Musica -
Una colonna sonora ottima, come in tutte le produzioni Lucasarts, che mischia a brani ben noti scritti da John Williams, nuove produzioni di Clint Bajakian.

Giocabilità -
Il sistema di controllo è quello degli action-adventure 3D tradizionali, con alcune lievi modifiche, e vi permette di giocare in tutta tranquillità, senza presentare grossi problemi.

Longevità -
I quindici livelli sono alquanto ampi e vi garantiscono un certo numero di ore di gioco, grazie alla presenza di alcuni piccoli puzzle e alle molte azioni da compiere.

Real. Tecnica -
Nessun grosso problema rilevabile, se non le imperfezioni dell'engine grafico e la AI dei nemici che, in certi frangenti, risulta un po' troppo bassa.

Ric. Hardware -
Vi basta un PII di fascia bassa, con almeno 64 Mb di Ram e una scheda 3D. Chiaro che se avete qualcosa di più potente, è sicuramente meglio per voi.

Totale -
Avevo visto per la prima volta il gioco della Lucasarts all'ultimo SMAU e, se devo proprio essere sincero, non mi aveva fatto una bella impressione. Giocandoci, però, ho notato che quest'ultima avventura dell'archeologo più noto della storia del cinema, può essere molto divertente, anche se appartiene ad un genere che è già stato spremuto fino al midollo, cosa che non gioca certo a favore dell'originalità del titolo Lucasarts. Il gioco ricorda molto Tomb Raider in numerose situazioni, ma se teniamo conto che Lara Croft non è altro che la versione femminile del personaggio creato da Spielberg e Lucas, non è una cosa così grave. Il gioco, comunque, si attesta comunque sulla media, dimostrandosi longevo, giocabile e praticamente perfetto dal punto di vista sonoro, anche se l'engine grafico non è proprio al passo con i tempi e la realizzazione tecnica non all'altezza dei vari titoli Lucasarts. Comunque, se siete appassionati del genere o vi piace il personaggio di Indiana Jones, non avrete sicuramente problemi ad acquistare il titolo Lucasarts. Sono comunque stato indeciso fino all'ultimo se assegnare un sette o un otto a questo gioco. Come avrete visto anche voi, però, la scelta è andata al voto più alto tra i due, perché si tratta comunque di un gioco divertente e poi, e mi sembra giusto, la riapparizione di Indy su un videogioco è un evento da salutare e ricordare. Byez.


Ringraziamo CTO per averci fornito il materiale recensibile.


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