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Recensione di: Fabio "Fax" Turroni


Sottotitolo: Una leggenda metropolitana. C'era una volta un piccolo e buffo ometto il cui nome per ovvie ragioni deve restare nel più completo anonimato. Un bel giorno questo ometto decise di comprarsi uno scooter grigio chiamato "Phantom", del quale per evitare di essere denunciati per una pubblicità squallida vi forniamo solo questa sommaria descrizione; l'ometto tutto felice viaggiava per la strada incurante e del tutto ignaro dei grandi problemi dell'umanità. Un automobilista lo vide e mosso a compassione decise d'investirlo; il povero ometto si ruppe un polso ed ebbe un paio di punti di sutura che lo rendevano ancora più brutto di quanto non fosse. Per colpa dell'incidente questo povero ometto dovette rimandare l'esame per la patente che, comunque, ha puntualmente dato qualche mese dopo. L'ometto non sapeva però che le automobili moderno vanno avanti senza freno a meno, e così un istruttore malvagio e crudele (un mito per me...) l'ha bocciato, negandogli il piacere di scorazzare liberamente in giro a bordo di una fiammante automobile e costringendolo a girare ancora su una scassata biciclettina. Il povero ometto poi, che era un ragazzo davvero fortunato, infatti adesso si dice che abbia un sedere enorme, dovette essere operato per una ciste in un punto dove non batte il sole, che in quel caso era anche la sua faccia. Ora, se l'omino in questione non si arrabbia più di tanto, vi dirò anche che fine ha fatto: lavora per un mediocre sito in Internet, chiamato AVOC (non chiedetemi cosa voglia dire) e con il sedere che si ritrova è diventato anche il capo. La morale della storia, praticamente, è che nella vita ci vuole un gran sedere. Comunque, e ci tengo a sottolinearlo, ogni riferimento a cose, persone o fatti realmente accaduti, è puramente, e sottolineo di nuovo puramente, casuale (devo rispondere a tono? ndBill). Vi starete chiedendo, cari lettori, se mi sono bevuto il cervello, ma la risposta è negativa, in quanto penso che anche da una fiaba si possa trarre un gran insegnamento morale, e in fin dei conti un angolo dedicato ai più piccini è una cosa molto piacevole. Ma torniamo a noi; il motivo per cui mi trovo qui a scrivere non è per raccontarvi la storia di un ometto di nome Bill (questo è il suo nome...), ma bensì per recensire un gioco. Il gioco in questione si chiama Seven Kingdoms 2, The Fryhtan Wars, che letteralmente vuol dire Sette Regni 2, La Guerra Dei Fryhtan (mamma mia come sono intelligente...), e se non ci siete ancora arrivati, vi dico subito che è uno strategico, molto simile a giochi come Civilization, Settlers o Age Of Empires, ma con contorni molto simili a Warcraft. SK2 (mi scoccia ripetere il nome per esteso tutte le volte, e poi sembrerebbe uno squallido modo per allungare la recensione, e siccome pensandoci bene lo è, questa è la prima ed ultima volta che lo vedete abbreviato...) è un prodotto di casa Ubi Soft, famosa per aver dato alla luce un platform come Rayman (davvero stupendo...), che come ben sapete ha da poco avuto un seguito altrettanto splendido (concordo...ndBill); il gioco riprende esattamente dove lo avevamo lasciato con il primo episodio, cioè con i Fryhtan sconfitti dalle forze umane e pronti per tornare a cercare un'immediata vendetta. 

Il gioco parte però un po' più in là di come l'ho descritto io, cioè con i Fryhtan che hanno già avuto la loro vendetta e ora dominano il mondo; come al solito purtroppo, la strada nei videogiochi parte sempre in salita, ma a voi è data la possibilità di scegliere se essere o no dalla parte degli umani (in caso negativo ovviamente sarete dei Fryhtan...). I Fryhtan sono creature non troppo amichevoli e un giorno di punto in bianco hanno deciso di invadere il nostro Regno; la gente i cavoli suoi non se li fa mai, quindi abbiamo dovuto combattere come dei dannati per liberarci di loro, ed ecco che quei sadici della Ubi Soft riportano le cose proprio come sarebbero dovute essere in caso di sconfitta delle forze umane, cioè con i cattivi che dominano il Regno nel caos e nel terrore assoluti. Il gioco rappresenta l'archetipo dello strategico, comprendendo in sé la regola findamentale di tutti gli strategici: crea, governa e distruggi, un linguaggio universale per tutti i giochi come appunto Civilization, Settlers e compagnia bella. Potrete scegliere quindi con chi schierarvi, fra 15 specie di Fryhtan o 12 nazionalità umane; come al solito dovrete affrontare delle campagne militari contro le popolazioni che vi creano dei problemi, ma a differenza degli altri strategici questo presenta un sistema rivoluzionario e innovativo di generazione casuale delle campagne, che vi metterà davanti a sempre più nuove e diverse situazioni dalle quali uscirete solo usando tutte le vostre capacità belliche e tattiche. Accennavo prima anche a qualche somiglianza con Warcraft, e in effetti bisogna ammettere che qualcosa di Warcraft ce l'ha: prima di tutto il fatto che oltre a forze umane ci siano anche forze aliene, in secondo luogo la ormai classica divisione del gioco in campagne, poi ancora le strutture diverse dei vari regni e i vantaggi diversi che esse comportano; insomma nonostante sia un gioco basato puramente sulla strategia, sul creare villaggi, governarli, curare l'economia, crescere un forte esercito e poi combattere, qualcosa di diverso e in solito c'è. Se devo essere onesto non è che il gioco in sé mi colpisca eccessivamente, comunque devo dire che dal punto di vista grafico non è niente male, con un'interfaccia piuttosto semplice e lineare e la classica visuale isometrica degli strategici moderni. 

Gli scenari sono disegnati in maniera eccellente e curati anche nei particolari, anche se c'è forse, ma è un problema che non risalta troppo agli occhi dei giocatori, una scarsa proporzionalità nelle cose, e poi comunque è ormai diventata una consuetudine degli strategici; si può ancora notare una valida policromia e una grande varietà di strutture ed edifici, che rendono questo gioco piuttosto bello a vedersi. Dal punto di vista del sonoro non c'è niente di speciale, con i classici rumori della battaglia e il vocio della popolazione che lavora; la musica è pressochè assente. Il gioco è, come si suol dire, giocabile in maniera abbastanza elevata, è semplice senza essere niente di particolare: è semplicemente uno strategico dove dovrete creare un impero, costruire nuove città, popolarle, far nascere un'economia fiorente, modellare a proprio piacimento le strutture, rinforzandole ovviamente con tutti i mezzi a disposizione, creare un esercito forte e valoroso, attaccare le altre popolazioni e difendere le proprie città. Mi sembra fin troppo semplice, ed essendoci un'elevata giocabilità non ci dovrebbero essere problemi. La longevità è un caso a parte: se vi piacciono gli strategici, questo sicuramente non può mancarvi (su Internet ho parlato con gente che tiene installati contemporaneamente Civilization 2, Settlers 3 con espansione, Caesar 3, Age of Empires con Rise Of Rome, Warcraft 2, Starcraft, Populous: The Beginning e anche Heroes Of Might and Magic 3..., ditemi voi se ciò è umano...), se non siete appassionati ma avete tuttavia un buon feeling vi consiglio di provarlo, ma se gli strategici vi causano vomito, diarrea o cose di questo tipo, questo proprio non fa per voi. Gli strategici sono una cosa che uno ha nel sangue, e per giocarli occorre una certa predisposizione mentale, altrimenti rischiano veramente di diventare indigesti: la prima volta che ho giocato ad Age of Empires mi è venuto quasi da vomitare e pensate che non l'ho toccato per due mesi, poi un po' per curiosità e un po' perché non avevo niente da fare, mi sono messo lì, ho acceso il monitor, ho avviato Age of Empires e dopo una settimana se qualcuno veniva a disturbarmi mentre ci giocavo ero anche capace di sbranarlo. Questo Seven Kingdoms 2 di certo non è il miglior strategico che la mente umana abbia concepito, ma sono convinto che tuttavia sia un gioco molto valido e anche abbastanza divertente, quindi se volete provare uno strategico nuovo, questo qui fa proprio al caso vostro. 

Titolo: Seven Kingdoms 2: The Frythan Wars
Software House: Ubi Soft
Sviluppatore: Enlight Software
Distributore: 3D Planet
Prezzo: Lire 99.000



Requisiti minimi: Pentium 166, 16 Mb di RAM, Cd-Rom 4x, 200 Mb Hard Disk, Scheda Audio e Video comp. DirectX6, Windows 95/98.

Requisiti consigliati: Pentium 233 MMX, 32 Mb Ram, Scheda Audio 16-bit, SVGA 4 Mb.

Gioco provato su: Pentium II 400, 64 Mb Ram, CD-Rom 32X, Creative 3D Blaster Voodoo 2 12 Mb, Sound Blaster AWE 64.Con questa configurazione il gioco non ha presentato alcun tipo di problema.


Grafica -
Niente di speciale, rappresenta in maniera classica lo strategico tipo, con visuale isometrica e una buona policromia soprattutto negli sfondi; la realizzazione dei particolari poi è altrettanto valida con un certo occhio di riguardo soprattutto per quel che riguarda la varietà delle strutture.

Effetti Sonori -
Stesso discorso di prima: niente di speciale, soliti rumori di battaglia e vocii vari in sottofondo, realizzati comunque bene.

Musica -
Ingiudicabile perché abbastanza assente, nella versione da noi recensita.

Giocabilità -
Si lascia giocare bene e non presenta grosse complicazioni, con un'interfaccia che poi contribuisce anche in modo determinante a semplificare le cose.

Longevità -
A me non è dispiaciuto, però se dovessi mettermi lì e giocarci in maniera piuttosto seria non so per quanto reggerei; gli amanti degli strategici sicuramente lo apprezzeranno di sicuro maggiormente degli altri giocatori.

Real. Tecnica -
Il gioco è realizzato bene, e ha alle sue spalle un nome che è una garanzia, ovvero la Ubi Soft, inoltre poi è stato progettato dall'ideatore di Capitalism, Trevor Chan, quindi non è di certo una bazzecola.

Ric. Hardware -
Bastano un P233 MMX, 32 Mb di Ram e una SVGA da 4 Mb.

Totale -
E'un otto meritato e rispecchia pienamente il valore del gioco, che a mio parere però, rischia ci essere offuscato dalla concomitante uscita sul mercato di giochi come Age of Empires 2, Civilization 2: Test Of Time e anche la futura comparsa di Warcraft 3, un'ombra che oscurerebbe davvero parecchi soli!


Ringraziamo Ubi Soft Italia per averci fornito il materiale recensibile.


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